UNIVERSITÀ E SCUOLA

Test di accesso agli atenei, le novità e i dubbi

Venerdì 7 giugno: è il termine entro il quale gli studenti all'ultimo anno delle superiori possono iscriversi alla prova di ammissione di uno dei corsi di laurea per il quali la legge stabilisce l'accesso programmato a livello nazionale. Si tratta di medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria, medicina veterinaria e dei corsi per le professioni sanitarie e la formazione degli architetti. Delle novità introdotte dal decreto Profumo, pubblicato poche settimane fa, si è molto parlato: date dei test anticipate, graduatoria unica nazionale, bonus maturità, diversa incidenza nei quiz delle singole materie. Vale la pena soffermarsi sugli aspetti più controversi del provvedimento.

Date. La collocazione dei test in piena estate (23 luglio medicina, 24 luglio veterinaria, 25 luglio architettura, 4 settembre professioni sanitarie) ha suscitato le comprensibili proteste dei diplomandi, che si trovano ad affrontare un doppio impegno: preparare l'esame di maturità e, in contemporanea, studiare per l'ammissione ai corsi di laurea; i rappresentanti degli studenti sottolineano, tra l'altro, che molti dei quiz universitari si basano non sui programmi scolastici dell'ultimo anno, ma di quelli precedenti, costringendo così i candidati a un ripasso-maratona.

Struttura del test. Per aspiranti medici, dentisti, veterinari e architetti sono previste sessanta domande, da completare in un'ora e mezza. La prova è unica in tutta Italia, e ne consegue una graduatoria nazionale che comprende i candidati di tutti gli atenei. Regime diverso per le professioni sanitarie: in questo caso la prova (l'unica che non si terrà a luglio, ma a settembre) è ideata autonomamente da ciascuna università, e non rientra nel meccanismo della graduatoria nazionale.

Materie d'esame. Anche se vi sono correttivi (minor peso alla cultura generale), rimangono perplessità sulla distribuzione, corso per corso, del peso assegnato alle singole discipline: su sessanta quesiti, trenta vertono su materie non direttamente legate al corso scelto (cinque quiz sono di cultura generale e ben venticinque di "ragionamento logico"). In caso di parità di punteggio nel test le risposte esatte ai quiz in specifiche materie  hanno più peso: a veterinaria, i quiz in chimica saranno i più importanti; per i corsi in medicina, odontoiatria e professioni sanitarie, i quiz in logica e cultura generale prevarranno su quelli in biologia e chimica; e anche per gli architetti, logica e cultura generale prevarranno sui quiz in storia e in disegno.

Attribuzione del punteggio. È uno dei punti che hanno suscitato più critiche, perché si applica per la prima volta il cosiddetto "bonus maturità". Su un massimo di 100 punti attribuibili al candidato, 90 sono assegnati ai quiz, mentre 10 sono commisurati al voto di maturità, secondo un alquanto complicato meccanismo. Per evitare infatti proteste da parte di chi teme che siano penalizzati gli studenti delle scuole più severe, il ministero ha stabilito che i 10 punti di "bonus" saranno assegnati tenendo conto non del voto di maturità in sé, ma di quanto lo studente sia risultato tra i più brillanti della sua scuola e sulla base dell'insieme dei voti di maturità degli studenti diplomatisi in quello stesso istituto l'anno precedente. Più alta è la "fascia d'eccellenza", maggiore sarà il bonus, da 4 a 10 punti (con il punteggio massimo riservato ai ragazzi nel migliore 5 % della scuola). Entro il 31 maggio il ministero pubblicherà le tabelle di corrispondenza tra votazioni attribuite nei singoli istituti e relativi bonus assegnabili. Infine, per il bonus esiste una clausola di sbarramento: potranno accedervi i soli studenti che abbiano ottenuto il diploma con una votazione minima di 80/100. Il sistema non vale per i corsi delle professioni sanitarie, i cui test di ammissione sono decisi, anche per l'attribuzione dei punteggi, dai singoli atenei.

Graduatoria unica. È il vero punto interrogativo, che suscita timori di dilatazione a dismisura dei tempi di immatricolazione. Ogni candidato, oltre alla sede in cui si iscrive (che è considerata in automatico la preferita) può indicare come seconda scelta un numero a piacere di atenei. Se non passa il test nella sede preferita, può immatricolarsi nella seconda sede prescelta; ma può anche decidere di attendere che, grazie a eventuali rinunce, si liberi un posto nella sede preferita. Dal 26 agosto (giorno di pubblicazione della graduatoria unica) gli studenti avranno quattro giorni di tempo per optare per l'ateneo loro assegnato. Poi, sulla base delle preferenze e rinunce, si procederà alla ridefinizione della graduatoria, con l'ulteriore opzione da esercitare sempre entro quattro giorni. E così via, fino all'esaurimento dei posti disponibili in tutta Italia. Considerando che la graduatoria nazionale sarà pubblicata solo a fine agosto, c'è il rischio che i meccanismi di scorrimento della classifica proseguano molto a lungo. Si spera quindi in un chiarimento dei criteri applicativi.

Curiosità. A quanto pare il ministero non nutre troppa fiducia nei controlli durante il test. Per evitare, infatti, che brillanti professionisti si improvvisino candidati per aiutare giovani parenti, nel caso dell'utilizzo di più aule, durante il test i candidati saranno suddivisi secondo l'età. E sempre per il timore di intrighi, al criterio faranno eccezione i gemelli, che saranno separati. Su quelli eterozigoti, per ora il ministero non ha preso posizione. 

Martino Periti

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