UNIVERSITÀ E SCUOLA
L'ambiente si fa marketing grazie al progetto Ecostar
Fare marketing delle risorse ambientali. È questo l’obiettivo di fondo di Ecostar, progetto internazionale coordinato dal dipartimento di Territorio e sistemi agro-forestali (Tesaf) dell’università di Padova e dallo spin off Etifor, che viene presentato proprio in questi giorni in Commissione europea a Bruxelles. Seguirà il prossimo 15 giugno l’evento di lancio ufficiale che avrà luogo in quattro differenti città in collegamento streaming: Roma, Madrid, Manchester e Brasov.
Il progetto, che oltre a investimenti privati ha ottenuto anche un finanziamento europeo nell’ambito del programma Erasmus+, prevede la partecipazione di altre tre università, l’Universidad Politécnica de Madrid, la University of Manchester e la Transilvania University of Brasov.
“Il nostro scopo – spiega Davide Pettenella, docente del dipartimento Tesaf – è formare capacità di fare impresa nel campo del marketing dei servizi ambientali, insegnare a valorizzare i servizi ambientali per creare attività economiche”. Il percorso prevede una prima fase dedicata ad attività di formazione online e in presenza. Successivamente saranno selezionate le migliori start up a livello internazionale che abbiano promosso idee imprenditoriali nel settore delle risorse ambientali. E le attività che possono creare business sono molte. Si pensi al mercato dei crediti di carbonio e al finanziamento di progetti di riforestazione da parte di privati o istituzioni per compensare le proprie emissioni di anidride carbonica (servizi che un tempo non erano remunerati e che ora invece hanno un mercato). Vi sono poi le iniziative legate alla valorizzazione e al marketing di prodotti selvatici, quali funghi, tartufi, erbe, piccoli frutti, miele. Esistono inoltre attività ludico-turistiche, ricreative, sportive e culturali in foresta che vanno dai parchi avventura, alle esposizioni di valore artistico, fino agli asili. Senza contare le attività di recupero di persone con handicap fisici e mentali attraverso lavori nel settore ambientale. “Ciò che vogliamo insegnare – spiega il docente – è come utilizzare le risorse naturali per creare attività economiche, non solo in una logica di profitto, ma anche di economia sociale e cooperativa. Un’economia che possieda la capacità di creare lavoro, professionalità e ricchezza”.
Le start up selezionate come le più promettenti a livello internazionale nel 2018 si riuniranno ad Agripolis e lavoreranno per finalizzare meglio la loro idea imprenditoriale, non solo con la collaborazione delle quattro università coinvolte nel progetto, ma anche dell’impresa statunitense Fledge che supporterà con un fondo di investimento l’iniziativa e farà da tramite con potenziali finanziatori alla ricerca di buone idee manageriali su cui investire.
“Fino a questo momento – sottolinea Pettenella – si è sempre prestata molta attenzione alla fase di avvio di una start up, per fare in modo che la ricerca applicata potesse trasferirsi in nuove imprese. Tuttavia la fase successiva, quella di consolidamento e della crescita dell’area di attività economica della nuova impresa, è altrettanto importante. Sono poche le start up che sopravvivono oltre i tre anni, per questo è importante rafforzare le imprese che raggiungono una stabilità economica ma che operano ancora in una scala limitata. L’elemento fondamentale che spesso manca è il capitale di rischio, cioè investitori disposti a finanziare le giovani imprese per favorire il salto di qualità. Ecostar si pone proprio come “acceleratore d’impresa” e presta attenzione non solo alla fase di business creation, ma anche a quella successiva”.
Etifor, che ha proposto il progetto con l’università di Padova, è uno spin off attivo ormai da sei anni e fornisce servizi di consulenza, ricerca e formazione nella gestione delle risorse ambientali e forestali. Quest’anno, inoltre, per la seconda volta finanzierà una borsa di dottorato nel corso Land Environment Resources and Health. “L’Università – conclude Pettenella – accompagna la nascita e lo sviluppo di una impresa e mi sembra corretto che l’impresa ‘ricambi’ questo aiuto, anche perché se è un’impresa innovativa dovrà continuare a fare ricerca e un dottorato è una buona opportunità per far crescere (a costi contenuti) le future risorse umane delle imprese innovative”.
M.Pa.