IN ATENEO

Beato Pellegrino, ecco il polo umanistico d'avanguardia. Rizzuto: "Un gioco di squadra"

Insieme all'inizio delle lezioni del nuovo anno accademico, l'università di Padova ha inaugurato la sede del nuovo polo umanistico, il complesso Beato Pellegrino. La nuova sede si estende su una superficie complessiva di circa 17.600 metri quadri, situata tra via Beato Pellegrino e via Elisabetta Vendramini, che abbraccia gli antichi chiostri delle monache benedettine, il cui monastero fu soppresso nel 1806.

"Lo aspettavamo tutti da molto tempo" ha riferito il rettore Rizzuto durante l'inaugurazione. "Un gioco di squadra fra l’Università e la sua città – prosegue Rizzuto –. Il nuovo polo umanistico in via Beato Pellegrino è il frutto della progettualità dell’Ateneo e di un lavoro sinergico e compatto fra tutte le istituzioni, cittadine e regionali. Un’unità di intenti, che ha portato al risultato che abbiamo potuto ammirare durante l’inaugurazione, testimoniata anche dalle parole del sindaco Sergio Giordani, dell’assessore regionale Roberto Marcato e del prefetto Renato Franceschelli. Nei loro interventi – e per questo voglio ancora ringraziarli – si è colto perfettamente il significato di quest’opera per Padova e il suo territorio.

Il progetto del nuovo Complesso Beato Pellegrino inizia più di dieci anni fa, quando nel 2004 il Cda dell'ateneo lo approva. L'area è acquistata a dicembre dell'anno successivo per la somma di 21 milioni di euro, ma nonostante la proprietà acquisita, più di qualche ostacolo ha rallentato l'inizio dei lavori. La prima pietra viene posta nel giugno del 2015 dal rettore Zaccaria, mentre il progetto subisce degli aggiustamenti per rendere l'opera anche sostenibile dal punto di vista ambientale. I lavori sono iniziati del 2016 "...e da allora possiamo dire che abbiamo corso", continua Rizzuto, precisando che i tempi sono stati pienamente rispettati e che l'obiettivo era quello di rendere il complesso operativo con il nuovo anno accademico.

Per la didattica il complesso può contare su 18 aule, per un totale di 1500 posti, e nella nuova biblioteca trovano posto 356.341 volumi, con 460 posti per studio e lettura. La nuova biblioteca Beato Pellegrino per gli studi letterari, linguistici, pedagogici e dello spettacolo riunisce biblioteche disciplinari diverse, "un patrimonio disponibile a scaffale aperto", sottolinea la prorettrice al patrimonio artistico, musei e biblioteche Giovanna Valenzano. 

Intervista alla professoressa Giovanna Valenzano e alla studentessa Virginia Libero. Riprese e montaggio di Elisa Speronello

Si dicono soddisfatti che gli studenti che, attraverso la voce della rappresentante in senato accademico Virginia Libero (Studenti Per UDU) sostengono che il nuovo complesso "non è un privilegio, ma il frutto di una politica presa dall'ateneo nel rispetto dei diritti degli studenti".

Il complesso Beato Pellegrino è quindi un pezzo della storia di Padova, che viene restituito alla comunità e che torna a essere vissuto da cittadini e studenti. Dopo essere stato monastero, è diventato un recupero per vagabondi e accattoni. L'edificio viene poi affidato alle suore francescane elisabettine che, sotto la guida di Elisabetta Vendramini, lo rendono la sede del loro ospizio per giovani donne. Durante la Grande Guerra viene affidato al corpo di sanità militare, quindi bombardato nel 1917. La storia più recente lo vede come sede dell'istituto di ricovero per anziani, mentre nel 1972 diventa un ospedale geriatrico. Nel 2003 viene chiuso definitivamente. 

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