SOCIETÀ

Fra cielo e mar, manovre ad alto rischio

In questo ultimo mese crocieristi fortunati nei mari dell'emisfero nord hanno potuto godere di una vivacità di avvenimenti grazie alla varietà di manovre militari aeronavali condotte da molti paesi, in particolare da Cina, Russia e Stati Uniti.

Dal 3 al 13 agosto la flotta baltica della marina russa ha svolto le manovre Oceanic Shield-2020 nelle acque del Mar Baltico e del Mare del Nord, sotto la direzione del comandante in capo della marina russa, l'ammiraglio Nikolai Yevmenov. "Le navi della flotta integrate in diversi gruppi tattici hanno portato a termine una vasta serie di azioni di addestramento al combattimento in varie aree del Mare del Nord". Le manovre hanno coinvolto oltre 20 navi della flotta baltica e navi di supporto: corvette (progetto 20380), navi d'assalto anfibie, piccole navi lancia-missili, 18 aerei ed elicotteri dell'aviazione navale, oltre 30 veicoli da combattimento di fanteria marina e unità del genio per oltre 2.000 militari. Al poligono di addestramento Khmelyovka sulla costa baltica vicino a Kaliningrad, la flotta ha effettuato un'operazione su larga scala di sbarco di una forza d'assalto anfibia.

Le dimensioni insolite delle forze impiegate, e in particolare l'esercitazione a Khmelyovka, hanno destato la preoccupazione del governo svedese, che ha alzato il livello di allerta delle proprie forze al livello deciso nel 1991 in seguito al fallito colpo di stato contro Gorbaciov. Forze corazzate e aerei sono stati schierati nell'isola di Gotland, dove è atterrato anche un aereo americano delle forze speciali, mentre 4 corvette svedesi e un dragamine finlandese hanno operato nelle acque circostanti e un B-52 americano e caccia norvegesi hanno volato sull'Artico.

Grande impegno di marine militari anche nel Mediterraneo orientale, ove per la ricerca e lo sfruttamento dei giacimenti di gas naturale si confrontano, in varie coalizioni, Turchia, Cipro, Grecia, Israele, Autorità palestinese, Italia, Egitto e Francia, permangono irrisolte le rivendicazioni delle acque territoriali fra Grecia e Turchia, e forze NATO sono impegnate al blocco di rifornimenti di armi alle parti in guerra in Libia.

Il 18 agosto vi è giunta per esercitazioni la nave-base americana Hershel 'Woody" Williams (ESB-4) della sesta flotta.  Le navi Expeditionary Sea Base (ESB), dalla forma insolita, sono "piattaforme altamente flessibili per un'ampia gamma di operazioni militari a supporto di più fasi operative". Il 20 agosto navi turche hanno iniziato esercitazioni al largo dell'isola greca di Kastellorizo con la presenza di navi americane e italiane; la Grecia ha reagito con esercitazioni greco-americane il 24 a sud di Creta e svolgendo manovre attorno Kastellorizo dal 26 al 28 congiuntamente con navi italiane, francesi e di Cipro. La Francia aveva già deciso di rafforzare la sua presenza nella zona a supporto della Grecia con l'invio della fregata La Fayette (F710) e due caccia multiruolo Rafale.

Appena concluse le manovre americane e di alleati nel Mar cinese meridionale, dal 23 al 29 agosto la Cina ha condotto esercitazioni aeronavali nella stessa zona presso le isole Paracelso (Xisha per i cinesi), rivendicate da Cina, Vietnam e Taiwan. Il 26 agosto al largo delle Paracelso sono stati lanciati due missili balistici terra-acqua: un DF-26B a gittata intermedia dalla provincia Qinghai e un DF-21D a media gittata dalla provincia Zhejiang, dopo che un aereo spia americano U2 era entrato nella area chiusa ai voli attorno alle forze cinesi impegnate nelle manovre. Il 27 il cacciatorpediniere lanciamissili USS Mustin (DDG-89) della settima flotta americana ha pattugliato la zona delle isole contestate, a ribadire "la libertà di navigazione" nel Mar cinese meridionale, ove il confronto fra la Cina e gli USA e i paesi rivieraschi sta crescendo a livelli sempre più alti e le manovre aeronavali di entrambe le parti accrescono ulteriormente le tensioni.

Nelle ultime due settimane di agosto si è svolta al largo delle Hawaii l'edizione 2020 dell'esercitazione biennale Rim of the Pacific (RIMPAC), in formato ridotto rispetto a quanto pianificato a causa del Covid-19. Alle manovre ha partecipato la terza flotta americana e navi di altri nove paesi (Australia, Brunei, Canada, Corea del sud, Filippine, Francia, Giappone, Nuova Zelanda e Singapore) per un totale di 22 navi, un sommergibile e circa 5.300 uomini di mare. Il programma ridotto si è svolto solo a mare con l'obiettivo di migliorare le capacità di operazioni congiunte in azioni di guerra marittima contro forze di superficie e sottomarine e di interdizione, nella "prospettiva in particolare di contrastare illegali occupazioni territoriali cinesi in zone disputate". Si sono svolte robuste esercitazioni a fuoco, anche impiegando come bersaglio la Durham, una nave della classe Charleston, ormai radiata. 

Il 27 agosto notte caccia F-22 americani col supporto di un aereo cisterna KC-135 hanno intercettato tre gruppi di due aerei russi di sorveglianza marittima Tu-142 entrati nella zona aerea di identificazione della difesa aerea dell'Alaska poche ore dopo l'emersione di un sommergibile russo nella zona; gli aerei russi e il sommergibile rimasero per 5 ore nello spazio internazionale oltre 50 miglia dalla costa dell'Alaska.

Il 28 agosto 4 stratofortezze strategiche americane B-52H hanno sorvolato tutti i 30 paesi europei della NATO, mentre altre due hanno sorvolato Canada e USA, in una delle ricorrenti missioni Bomber Task Force (BTF). Questa missione intitolata Allied Sky ha lo scopo di dimostrare la solidarietà della NATO, migliorare l'interoperabilità degli equipaggi degli Stati Uniti e degli alleati. I bombardieri strategici si sono integrati con aerei da combattimento dell'aeronautica militare di diverse nazioni della NATO e aerei per il rifornimento aereo nei cieli sopra ogni nazione ospitante. I quattro bombardieri B-52 per la parte europea della missione sono attualmente di base a Fairford presso la Royal Air Force (RAF).  Il B-52H Stratofortress è un bombardiere pesante a raggio intercontinentale che può eseguire una varietà di missioni, convenzionali o nucleari ad alta precisione. Il bombardiere è in grado di volare ad alte velocità subsoniche ad altitudini fino a 15 mila metri. 

Durante il volo sulle acque internazionali del Mar nero, uno dei B-52 è stato intercettato in un modo "insicuro e non professionale, violando le regole dei voli internazionali" da due Su-27 Flankers russi, che si sono avvicinati a meno di 30 metri dal naso del bombardiere, "causando turbolenza e restringendo la manovrabilità dell'aereo."  

Più tardi, nella stessa giornata, un Su-27, partito da Kaliningrad, ha intercettato un altro B-52 che volava nello spazio aereo internazionale sul Baltico e lo ha seguito fin dentro lo spazio aereo danese in vicinanza dell'isola Bornholm. Forze danesi di reazione allerta rapida si sono alzate in volo a contrastare la violazione, ma il caccia russo era già tornato alla base. I caccia danesi sono rimasti in volo e hanno pattugliato la zona.L'intrusione è stata la prima del genere “da diversi anni e indica un nuovo livello di comportamento provocatorio russo ", ha detto la NATO.

Nel presente clima di diffidenza, se non di vera e propria e propria ostilità, fra le superpotenze, tutte queste operazioni aumentano il rischio di scontri accidentali e di azioni anche involontarie che possono generare incidenti pericolosi con una catena di reazioni e controreazioni fino a generare un vero e proprio conflitto. Nel caso di forze convenzionali il rischio non dipende tanto dalla quantità numerica degli armamenti, ma dal loro dispiegamento, in particolare in zone di attrito pericolose: finché le truppe rimangono nelle loro caserme, gli aerei nelle loro basi e le navi in porto, i rischi di conflitto sono minimi. 

Sono quindi i massicci riposizionamenti di truppe, le manovre, in particolare le esercitazioni senza preavviso e in zone di possibile attrito, che vanno disciplinati (se non evitati) per allontanare il pericolo di guerra. Sarebbe quindi altamente opportuno che i paesi con vaste forze navali, in particolare Cina, Russia e Stati Uniti, ponessero attenzione a sviluppare misure per rafforzare la fiducia e la sicurezza e ridurre i rischi (CSBM) legati a manovre aeronavali. Non sono necessari trattati formali (poco popolari al giorno d'oggi), ma si possono concordare delle iniziative operative utilizzando come modello, per esempio,  il Documento di Vienna, concordato appunto per far fronte ai rischi posti dal confronto militare in Europa, in particolare a seguito dei movimenti di truppe ed esercitazioni militari terrestri (l'estensione a manovre navali, proposta dalla Russia non è stata accolta).

Il Documento di Vienna

Il Documento di Vienna sulle misure miranti a rafforzare la fiducia e la sicurezza ("il documento di Vienna" VD) è uno dei principali frutti della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa ("processo di Helsinki", 18 settembre 1973 – 21 luglio 1975), assieme al Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa (trattato CFE), cui la Russia non partecipa più dal 2007, denunciandone "il divorzio dalla realtà", e al Trattato cieli aperti (Open Skies), messo in dubbio quest'anno dal ritiro degli Stati Uniti. La crisi dei due trattati rafforza l'importanza del documento di Vienna, che resta di fatto l'unico accordo internazionale per la sicurezza europea. 

Il VD è stato raggiunto nel 1990 e successivamente modificato più volte fino alla presente redazione del 2011. I tentativi di un ulteriore aggiornamento, tenuto conto delle nuove armi convenzionali e della conseguente riorganizzazione delle forze armate, con un'accresciuta importanza delle unità operative di dimensioni ridotte, ma con alta mobilità e potenza di fuoco, proposti dai paesi occidentali hanno trovato finora l'opposizione della Russia. La posizione russa è stata presentata alla riunione del consiglio ministeriale dell'OSCE a Bratislava, lo scorso 5 dicembre, dal ministro degli esteri Sergey Lavrov: "in una situazione in cui invece del dialogo siamo di fronte a un aggressiva politica di contenimento del nostro paese, non vediamo alcun senso in un dibattito per il rammodernamento del Documento di Vienna del 2011". 

Va osservato che il VD non è un trattato, ma un accordo politico, gestito da uno speciale istituto (il Foro della sicurezza e cooperazione – FSC) afferente all' Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), cui afferiscono i 57 paesi già membri della NATO e del Patto di Varsavia e ha partner in Asia (Afghanistan, Australia, Corea del Sud, Giappone e Tailandia) e nel Mediterraneo (Algeria,  Egitto, Israele, Giordania, Marocco e Tunisia).  Come accordo per misure CSBM, il VD non è soggetto di per sé alla giurisprudenza internazionale e pertanto le sue violazioni non costituiscono un reato internazionale, ma espongono i violatori a sole condanne di natura politica e perdita d'immagine. 

La filosofia centrale del Documento è che una maggiore trasparenza militare (soprattutto nelle esercitazioni), attraverso misure cooperative appositamente progettate, riduce l'elemento sorpresa, portando così a una maggiore fiducia nelle relazioni internazionali, diminuisce i rischi di errori di calcolo e di percezioni errate a vantaggio della sicurezza di tutti i paesi. In particolare, il DV stabilisce misure che rafforzano la fiducia e la sicurezza CSBM in materia di attività militari specifiche condotte nella sua zona di applicazione (l'Europa dall'Atlantico agli Urali), misure che aiutano a chiarire le intenzioni militari degli stati, a ridurre le incertezze potenzialmente minacciose e limitano le opportunità di attacchi a sorpresa o di forme di coercizione.

Il meccanismo è uno scambio globale di informazioni militari, ispezioni, notifica della struttura e disposizione delle forze, contatti fra militari e visite di osservazione. Le disposizioni fondamentali comprendono: scambio annuale di informazioni sull'organizzazione del comando, l'ubicazione, il personale in forza e le principali armi convenzionali e sistemi di equipaggiamento di forze attive di combattimento e supporto; scambio di informazioni sulla politica di difesa, pianificazione delle forze, budget, appalti e calendari; riduzione dei rischi grazie a un meccanismo di consultazione e cooperazione, attraverso notifiche e incontri, in merito ad attività militari inusuali; contatti: invito a tutti gli stati dell'OSCE a visite alle basi aeree e a dimostrazioni di nuovi importanti sistemi o equipaggiamenti d'arma, e facilitazione di contatti tra i membri delle forze armate; notifica preventiva di alcune attività militari significative; osservazione di alcune attività militari; scambio di informazioni su determinate attività militari previste per l'anno successivo, previa notifica; limiti vincolanti di alcune attività militari su larga scala, compresa la limitazione del numero totale delle attività; ispezioni in loco e visite di valutazione per confermare l'accuratezza di informazioni scambiate.

 L'applicazione delle misure previste dal VD non è sempre stata ineccepibile, con importanti inadempienze nel corso delle operazioni russe nel Caucaso, della NATO in Kossovo e della Russia in Crimea e sul confine ucraino, e c'è stata molta compiacenza a fronte delle violazioni. Tuttavia il Documento svolge un ruolo cruciale nella presente situazione di chiusura e di ostilità fra i paesi occidentali e la Russia; la Svezia, che dirigerà l'OSCE nel 2021 è già impegnata a definire un programma per il suo rilancio. È proprio nei momenti di grave tensione che forme di controllo degli armamenti si rivelano fondamentali e possono portare a nuove forme di disgelo nel panorama internazionale.

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