Fate la scuola, non fate la guerra. In Siria la pace riparte dall'istruzione
Come si fa a insegnare la pace a una generazione che non ha visto mai altro che guerra e distruzione e non ha mai conosciuto una scuola normale? La strada sembra in salita, ma in Siria un comitato popolare lavora senza sosta per riuscirci, con la convinzione che per raggiungere un futuro di pace e inclusione sia fondamentale dedicarsi alle persone più giovani, a cominciare proprio dall’istruzione.
Queste sono le storie che raccontano le fotografie scattate da Valentina Zanier, Radi Alasmaeil e Qutaybah Al-Saleh, esposte dal 21 al 27 novembre al Teatro Miela di Trieste e curate da Antonella Rimbaldo. La mostra, dal titolo Fate la scuola, non fate la guerra, presentata dall’associazione Diritti e Storti APS, è stata inaugurata giovedì 20 novembre, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Zanier è un’insegnante di letteratura in una scuola media di Trieste, attiva da tempo nell’ambito del volontario e della solidarietà. L’abbiamo raggiunta all’inaugurazione della mostra e ci ha raccontato la storia della collaborazione e dell’amicizia nata con un gruppo di insegnanti e volontari siriani che ogni giorno si impegnano a ricostruire ciò che la guerra ha distrutto.
I primi contatti tra Zanier e Radi Alasmaeil, ex insegnante di letteratura e attualmente volontario del comitato popolare, sono avvenuti via social lo scorso 8 dicembre, giorno in cui in Siria è caduto il regime di Bashar al Assad. “Ero interessata ad ascoltare le testimonianze di chi stava vivendo quella giornata”, racconta Zanier. “Perciò, attraverso l’aiuto di altre attiviste napoletane, ho conosciuto Alasmaeil, che ha cominciato fin da subito a mandarmi foto e video del distretto di Ma'arrat al-Nu'man (governatorato di Idlib, Siria nord-occidentale), dove la distruzione ha raso al suolo case, ospedali, negozi e, naturalmente, anche scuole.
A causa dello sfollamento forzato avvenuto alcuni anni prima, Alasmaeil non insegnava più e si era unito a un comitato popolare nato dal basso e formato da un gruppo di volontari che, grazie ai fondi raccolti in patria e all’estero, si occupano di ripulire dalle macerie strade ed edifici – in particolare quelli scolastici – e cercare di far ripartire i servizi essenziali, dall’istruzione, alla sanità (di recente, il comitato popolare si è dedicato anche alla ricostruzione di un ambulatorio medico)”.
Grazie al supporto dell’associazione di volontariato triestina Diritti e storti, Zanier si è recata per 13 giorni in Siria durante l’estate 2025. “Lì sono stata accolta, oltre che da Alasmaeil, anche da Qutaybah Alsaleh, che fa parte dei Caschi bianchi, l’organizzazione umanitaria siriana per la difesa civile, che ha garantito la mia sicurezza per tutta la durata del viaggio”, continua. “Assieme a loro, ho visitato il Paese dal confine libanese a quello turco, ospitata nelle case dei loro amici e parenti, che mi hanno accolta con straordinario calore”.
Durante la sua permanenza in Siria, le scuole erano chiuse a causa delle alte temperature estive (che in agosto superano i 50°C). Ciononostante, Zanier ha raccolto le testimonianze degli insegnanti e dei volontari del posto, che si sono impegnati duramente per garantire la continuità delle lezioni durante l’anno scolastico. “Dall’inverno alla primavera scorsa le lezioni si tenevano dentro le tende dei campi profughi”, riporta Zanier. “Dopodiché, quando gli edifici scolastici sono stati liberati dalle macerie, le classi si sono spostate al loro interno, nonostante la mancanza di banchi e finestre”.
“Gli insegnanti che lavorano in queste scuole – laiche e con classi miste – vogliono portare avanti una scuola inclusiva, che incoraggi il pensiero critico e, soprattutto, parli di pace a una generazione che fin dalla sua nascita non ha conosciuto altro che guerra. Cercano, inoltre, di rendere gli studenti e le studentesse il più possibile al passo con i tempi anche dal punto di vista tecnologico e digitale”.
Zanier racconta che il comitato popolare ha continuato a lavorare giorno e notte con grande entusiasmo durante questi ultimi mesi. “Alcune scuole, che in agosto ho visto completamente distrutte, ora sono state ristrutturate e ripopolate di studenti”.
La forza e la determinazione di questo gruppo di volontari traspaiono anche da una lettera scritta da Alasmaeil e letta da Zanier durante l’inaugurazione della mostra. “In un momento in cui il nostro sistema educativo si trova ad affrontare sfide immense, il ruolo vitale che la società civile e i suoi sostenitori possono svolgere nel sostenerlo e rafforzarlo diventa fondamentale”, recita il comunicato. “Le iniziative umanitarie e di base rappresentano veri partner nella costruzione di una società basata sulla conoscenza, nella promozione di individui sani e nel raggiungimento della pace”.
“ Sostenere l'istruzione non è solo un atto di carità; è un investimento nel futuro di una nazione stremata da anni di guerra e sfollamento Radi Alasmaeil
“Assumiamoci tutti questa responsabilità e lavoriamo insieme per formare una generazione istruita e creativa, in grado di affrontare le sfide del futuro. Ci sono 800 studenti e studentesse nella nostra città che hanno bisogno di sostegno”, continua la lettera. “Pertanto, chiediamo alle organizzazioni internazionali, così come ai generosi donatori, di intervenire e sostenere questi eroici studenti che, tornati dai campi profughi, hanno trovato le loro case e le loro scuole barbaramente distrutte, al di là di ogni umana comprensione”.
Infatti, come sottolinea Zanier, lo scopo della mostra non è solo quello di raccontare quello che sta succedendo in Siria e l'impegno per la pace da parte dei volontari e degli attivisti locali, ma anche sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo alla situazione in cui si trova questo Paese, dove la guerra è durata quasi 14 anni e di cui negli ultimi tempi mi sembra che si sia parlato troppo poco. Per questo speriamo anche di cogliere quest’occasione per raccogliere donazioni destinate all’acquisto di materiale scolastico per i bambini e le bambine siriani”.
Fate la scuola, non fate la guerra
Fotografie di Valentina Zanier, Radi Alasmaeil e Qutaybah Al-Saleh
Selezione foto e post-produzione di Antonella Rimbaldo
Bonawentura in collaborazione con il Premio Giornalistico Internazionale Marco Luchetta
Teatro Miela, Trieste – dal 21 al 27 novembre 2025