SOCIETÀ

Il volto oscuro del nucleare

In un’atmosfera in bilico tra luce e buio uno scatto cattura il momento in cui la natura selvaggia riprende gli spazi che l’umanità aveva addomesticato, restituendo una parvenza di – pur contaminato – equilibrio. Eppure in questa riconquista resta impressa anche la forza dell’uomo, la sua silente resistenza. Se vi è capitato di vedere una fotografia di Chernobyl, è probabile che fosse firmata da Pierpaolo Mittica, fotoreporter che da oltre vent’anni documenta i luoghi segnati dal nucleare. 

Le sue immagini sono ora esposte a Padova con due mostre fotografiche ospitate nella galleria del Complesso Beato Pellegrino (ingresso da via Vendramini 13), nell’ambito del ciclo “Sulla scena del(l’eco)crimine: i siti di Čornobyl’ e Semej/Semipalatinsk”, organizzato da Viviana Nosilia con il supporto di Federico Donatiello e promosso dal Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari (DiSLL) dell’Università di Padova.

Fulcro dell’iniziativa è “Il volto oscuro del nucleare”, a cura di VisionArt22 APS in collaborazione con il Premio fotografico Umane Tracce e finanziata dal DiSLL. L’esposizione, aperta gratuitamente a tutti i cittadini fino al 19 dicembre, raccoglie immagini tratte dai reportage Chernobyl 40 anni dopo e Semipalatinsk, due viaggi nei luoghi dove l’era atomica ha lasciato segni permanenti nel paesaggio e nella memoria collettiva.

Le immagini selezionate ritraggono non tanto e non solo rovine, ma soprattutto la vita che vi si intreccia: case invase dalla vegetazione, scheletri di edifici industriali, volti di chi è rimasto. Ne emerge un racconto visivo di straordinaria forza etica ed estetica, che riflette sul prezzo della modernità e sulla fragile linea che separa il progresso dalla distruzione.

Vivere e fotografare nel tempo lungo della catastrofe

Pierpaolo Mittica vive vicino a Pordenone ma la sua seconda casa è la cosiddetta ‘zona di esclusione’ che circonda la vecchia centrale: “Documento Chernobyl dal 2002 e ci torno un paio di volte l’anno” racconta a Il Bo Live. Un progetto fotografico imponente, che solo dal 2014 conta oltre 70-80 mila scatti: “Quelli precedenti non saprei nemmeno quantificarli”.

Il lavoro di Mittica, pubblicato da testate come National Geographic, The Guardian, Newsweek e Die Zeit, è il più vasto reportage mai realizzato sulla Chernobyl contemporanea. “Le prime volte per avere il permesso ci volevano sei mesi, andavo con la mia guida e non c’era anima viva – ricorda –. Poi nel 2011 hanno aperto al turismo: negli ultimi anni prima della guerra Pripjat’ (il centro abitato più vicino alla centrale, ndr) sembrava quasi il centro di Milano”.

Oggi l’invasione russa ha di nuovo chiuso tutto; la zona della centrale, appartenente all’Ucraina ma a due passi dal confine bielorusso, è tornata militare: “Si entra solo con permessi giornalistici. È cambiato tutto: blackout, mancanza di medicine, ospedali senza fondi. Eppure la gente resta: si sentono ucraini e non vogliono vivere sotto i russi”.

Mittica osserva da vicino un’umanità ferita ma tenace: “Mi affascinano le persone che nonostante tutto sono rimaste nella loro terra. Alcuni non sono mai andati via, altri sono venuti a lavorare: circa quattromila persone mantengono in sicurezza la zona. Ci sono bar, negozi e autobus, sembra una cittadina normale ma è dentro una zona contaminata”.

Pierpaolo Mittica racconta Chernobyl dal 2002: il più grande reportage mai realizzato sulla zona di esclusione

Dal reattore al poligono: il volto militare del nucleare

Nel racconto del fotoreporter la natura, più che vittima, è protagonista: “Ha milioni di anni dietro e davanti a sé: a essere fragile è l’umanità”. Umanità che tuttavia resiste: “Chi vive in questi posti è dotato di grande resilienza ma paga un prezzo altissimo: non solo tumori ma anche malattie cardiovascolari, polmonari, renali. Una strage silenziosa”.

L’altro progetto esposto a Padova ci porta più lontano: in Kazakistan e precisamente nell’ex poligono sovietico di Semipalatinsk, dove tra il 1948 e il 1989 sono state fatte esplodere 456 testate nucleari. Un disastro ambientale e umano sul quale tornare a riflettere, nel momento in cui si parla di riprendere i test nucleari

In Kazakistan il fotografo ha incontrato comunità che vivono ancora in aree contaminate. “Ci sono villaggi mai evacuati; tra gli abitanti alcuni non sanno nulla o pensano che il pericolo sia passato, altri hanno perso amici e familiari per tumori o malformazioni. In un piccolo villaggio una volta ho trovato un cimitero enorme, pieno di persone morte sotto i quarant’anni”. Anche per questo Pierpaolo Mittica, dopo oltre 20 anni, continua a visitare e a raccontare questi luoghi con uno sguardo professionale ma non distante: “Queste persone non hanno i mezzi per andarsene, vivono la loro vita come possono. Il mio compito è far vedere che esistono”.


Il volto oscuro del nucleare

Mostra fotografica di Pierpaolo Mittica

Complesso Beato Pellegrino
Via E. Vendramini, 13 – Padova

Fino al 19 dicembre 2025

INGRESSO LIBERO

www.disll.unipd.it


Eventi e conferenze

“Sulla scena del(l’eco)crimine: i siti di Čornobyl’ e Semej/Semipalatinsk” (3 novembre – 19 dicembre 2025, Complesso Beato Pellegrino, Padova): a 40 anni dal disastro una serie di appuntamenti tra storia, geopolitica, reportage e antropologia. Lunedì 17 novembre (aula 1, 16.30) dialogo con Francesco M. Cataluccio, autore di Chernobyl (Sellerio, 2011), seguito alle 19.00 dalla proiezione del film Chernobyl. A Chronicle of Difficult Weeks a cura di Claudia Fiorito. Mercoledì 19 novembre (aula 13, 16.30) lo storico Niccolò Pianciola (Unipd) ripercorre “L’era atomica in Asia Centrale: dalla bomba di Stalin ad oggi”. Lunedì 24 novembre (aula 3, 16.30) dialogo con Valerio Pellizzari, inviato di guerra e reporter dai principali fronti globali. Mercoledì 26 novembre (aula 13, 16.30) chiude Matteo Benussi (Ca’ Foscari) con una prospettiva antropologica sulla vita dopo il disastro: “Siamo rimasti per vivere”

Responsabile scientifico: Viviana Nosilia. Supporto organizzativo: Federico Donatiello Comitato scientifico: Claudia Criveller, Claudia Fiorito, Viviana Nosilia, Dmitry Novokhatskiy, Niccolò Pianciola, Donatella Possamai

© 2025 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012