SCIENZA E RICERCA
Consiglio superiore di sanità, solo tre donne: “Un atto molto grave”
Nei giorni scorsi è stato firmato il decreto di nomina dei 30 membri non di diritto del Consiglio superiore di sanità, organo di consulenza tecnico-scientifica del ministero. “La squadra è finalmente pronta – ha dichiarato la ministra della Salute Giulia Grillo – e sono molto orgogliosa e felice di presentarla a tutti. Abbiamo scelto il top assoluto per esclusivi meriti scientifici e in trasparenza. Il merito dev’essere finalmente la bussola che orienta le nomine in questo Paese”. In questa squadra, però, ci sono solo tre donne, contro le 14 del precedente Consiglio.
Il ministero aveva revocato le nomine dei membri non di diritto del Consiglio superiore di sanità lo scorso dicembre. I componenti erano stati scelti dall’ex ministra Beatrice Lorenzin nel 2017 e avrebbero dovuto rimanere in carica tre anni. Ora il ministero comunica le nuove nomine che, peraltro, vedono quattro professori dell’università di Padova farne parte, ma un’esigua componente femminile.
“Io credo che sia davvero un atto molto grave – commenta Antonella Viola, direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza e docente del dipartimento di Scienze biomediche dell’università di Padova –. Siamo indignate noi donne che ci occupiamo di ricerca non solo in ambito biomedico ma più in generale nell’accademia, nell’ambito scientifico. È un segnale davvero negativo ridurre in una maniera tanto significativa la presenza femminile in un organo così fondamentale che andrà a discutere e a dare indicazioni importanti sulla politica sanitaria del Paese. Escludere le donne da questo dibattito è estremamente grave ed è in controtendenza, quando tutti stiamo cercando di arrivare a un ipotetico 50% di presenza femminile. Scendere al 10% è veramente vergognoso, inaccettabile”.
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Nella nota con cui è stata comunicata la notizia, Giulia Grillo sottolinea che la selezione ha privilegiato personalità di chiara fama, inserite tra i “Top Italian Scientists” con alta reputazione internazionale sulla base dei contributi scientifici pubblicati, del numero di citazioni e dell’impatto che questi lavori hanno avuto nel progresso clinico-scientifico mondiale. “Ci sono moltissime scienziate di alto profilo scientifico in Italia, così come in Svizzera, in Francia, in Inghilterra, in America, visto che la ministra si è rivolta anche a colleghi di altissimo livello fuori dal nostro Paese”. E continua: “Probabilmente la scelta è ricaduta di nuovo intorno ai soliti nomi, che non voglio assolutamente mettere in discussione dal punto di vista scientifico. Tuttavia, c’erano sicuramente tante altre donne di altissimo livello equivalente a quello degli uomini che sono stati scelti”.
La nomina di sole tre donne tra i 30 membri non di diritto del Consiglio superiore di sanità, secondo Antonella Viola, è espressione di un gap di genere molto importante, soprattutto in campo medico. Non esclude, tuttavia, che dietro a questa scelta vi siano anche ragioni politiche che forse hanno volutamente lo scopo di non coinvolgere le donne nelle decisioni che riguardano la salute.
Cosa fare dunque? Innanzitutto, nell’opinione della docente, pretendere la parità di genere nelle commissioni che devono dare incarichi, nelle commissioni che giudicano nei concorsi, in quelle che fanno le selezioni, per essere almeno certi che si parta da una parità di giudizio. Nella valutazione dell’eccellenza, inoltre, si dovrebbe iniziare a tener conto di parametri come la capacità di creare una scuola o l’impegno che si mette nella propria attività anche di mentorship. Pensando a criteri di valutazione che mettano in luce le caratteristiche femminili.