CULTURA

La cura dell'acqua e quel senso di catastrofe inespresso

Cosa succede nel mondo mentre tu sei isolato? Da questa domanda, destinata a rimanere senza una risposta soddisfacente, prende le mosse il romanzo La cura dell'acqua di Sophie Mackintosh edito da Einaudi nel 2023, che però si spinge molto oltre il semplice romanzo distopico.
Tre ragazze, Grace, Lia e Sky, vengono cresciute su un'isola, lontano da tutto e soprattutto dagli uomini, fatta eccezione per il padre, King, che insieme a una madre senza nome addestra le figlie a sopravvivere a qualcosa di terribile, ma non definito fino in fondo: le loro emozioni? Gli uomini? Le altre persone? Tutte queste cose insieme? L'unico contatto con il mondo esterno per le tre ragazze riguarda alcune donne in difficoltà che approdano periodicamente sull'isola per sottoporsi, insieme alle protagoniste, alla cura dell'acqua, che dovrebbe purificarle dai mali del mondo, in particolare da quelli causati dagli uomini, ma che può arrivare a ucciderle.

Cos'è la cura dell'acqua? È un insieme di procedure, quasi dei riti, che implicano una sofferenza catartica. Che sia bere acqua di mare fino a vomitare, essere tenute con la testa sott'acqua al limite del soffocamento, sudare l'anima dentro sacchetti di juta, tutto sembra finalizzato al controllo della sofferenza: gli uomini possono anche farti del male, ma tu te lo fai meglio (e comunque puoi resistere al dolore).
Il sistema ha funzionato per anni, fino alla prima frattura. Perché all'inizio del libro King è già scomparso, forse morto, e percepiamo quello che ha fatto solo a posteriori, ascoltando ciò che hanno da dire Grace e Lia.
Pagina dopo pagina scopriamo quanto questa sorta di paradiso, con tanto di sauna e piscina, sia in uno stato di abbandono premonitore della tragedia in arrivo, in un disfacimento che fa da specchio alla scomparsa del leader carismatico. E proprio mentre il lettore cerca di districarsi per comprendere costa sta succedendo, ecco che si trova di fronte a una seconda frattura: sull'isola arrivano tre uomini, i due fratelli James e Llew e il figlio di quest'ultimo, Gwil.

E cos'è un bambino, se non un uomo a cui si può far male, un uomo in versione innocua Sophie Mackintosh

Gli ospiti vengono tollerati, ma la madre mette in guardia le ragazze, perché possono essere colpite da tutte quelle emozioni da cui la cura dell'acqua le teneva al riparo.
Il ruolo delle emozioni è un altro punto chiave del romanzo: comprendiamo il perché nei singoli brani del "libro di benvenuto" in cui le donne che approdavano sull'isola descrivevano le loro esperienze. Poche righe che intervallano il racconto di Lia e Grace ma che rappresentano in modo chiaro il rapporto di sudditanza fisica, ma soprattutto emotiva, che lega le donne agli uomini. Lo spaesamento che prende il lettore è giustificato, perché non comprende a quale tipo di romanzo sta di fronte: parliamo di una setta che fa il lavaggio del cervello alle donne in difficoltà? Siamo in un mondo in cui gli uomini sono diventati un pericolo endemico per le donne, un po' come succede ne Il racconto dell'ancella di Margaret Atwood, a cui la Mackintosh è stata più volte paragonata anche con il suo romanzo precedente, Biglietto Blu? Oppure il pericolo esiste davvero, ma è sovrastimato in una sorta di risposta evolutiva che procede secondo il principio di massima cautela?
Al lettore vengono ancora più dubbi quando Lia, che soffre per un'atavica mancanza di amore, si avvicina a Llew, che sembra più premuroso degli uomini descritti nel Libro di benvenuto. Ma allora che fine ha fatto la madre, sparita da un giorno all'altro senza una riga di spiegazione per le figlie? Sono davvero così pericolosi questi uomini? Possono farti ammalare come diceva King? C'è veramente bisogno della dolorosa cura dell'acqua?
Tutti questi interrogativi, che in un thriller classico sarebbero al centro della narrazione, qui sono tenuti sullo sfondo, perché l'autrice si concentra sui sentimenti e le sensazioni delle tre sorelle, soprattutto delle due a cui è affidato il racconto. Lia e Grace sono due personaggi complementari: la prima è forte fisicamente, ma preda di sentimenti incontrollabili che la piegano a ogni capriccio di Llew. Grace invece è fredda e controllata emotivamente, ma il suo corpo la tradisce. Le sorelle potrebbero salvarsi a vicenda, e salvare anche Sky, per la quale entrambe provano il più puro degli amori, ma per farlo hanno bisogno di trovare un terreno comune che vada oltre l'affetto imposto dai genitori. Perché se la soppressione delle emozioni può a un certo punto sembrare la strada più saggia, c'è comunque da chiedersi cosa rimane di noi se le sacrifichiamo: tutti noi siamo il frutto di esperienze ed emozioni che vanno a formare il nostro carattere, e non è un caso se, al termine del libro, sentiamo di conoscere Lia, mentre Grace rimane un mistero.

La cura dell'acqua è un romanzo interessante, a patto di non pretendere da lui qualcosa che non può darci, per esempio una trama ricca di colpi di scena e più in generale di azione. È perfetto per chi cerca spunti di riflessione, e di calarsi in un'atmosfera oniricamente claustrofobica costruita in modo magistrale, ma che rischia di rimanere un mero esercizio di stile se ci si dovesse concentrare sulla trama.

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012