LIGHT

Diario segreto e completamente inventato di Rocco Casalino

Caro diario,
non andrà tutto bene. Non con il coronavirus, che di queste cose capisco poco. Il problema riguarda Giuseppe: la situazione sta sfuggendo di mano.
La mia preparazione era solida, ero pronto. Anche in un momento di crisi come questo, la strategia era chiara: lo vesto di blu, che gli sta bene e ispira fiducia, gli faccio fare qualche discorso ben scritto sull'unità nazionale in streaming e in una settimana mi diventa il nuovo Winston Churchill. A quel punto la strada sarà tutta in discesa: se mai ci saranno nuove elezioni, lo candido e vinciamo facile ponziponzipompompom, e poi le case di produzione americane acquisteranno i diritti e faranno film patriottici su Conte per una decina d'anni (me lo vedo bene in Man in Black, che per l'occasione diventerà Man in blue), visto che da loro il patriottismo sta un po' scemando.

Poi però ci ha preso gusto. Io gli ho spiegato che essere costantemente sotto le telecamere è snervante (sono un esperto anche di questo), ma lui sta dimostrando una tempra che va oltre le mie aspettative. E per un po' va bene. Ogni sera è a casa con gli italiani, che ormai vedono più lui dei loro genitori (anche quando ci vivono insieme), gli si sono affezionati, tra poco gli faranno trovare le ciabatte in entrata e uno spazzolino in bagno. Bene così. Si è inventato questa storia dei decreti, ed è cominciata l'omonima soap, Il Decreto, appunto. La cosa bella è che non sai mai a quando lo trovi in tv: la puntata delle 17 va in onda alle 18, ma alle 20 sono ancora tutti lì ad aspettarlo, uniti nell'attesa. Neanche Luca Ward riesce a tenere alta l'attenzione per tre ore, e a Giuseppe ho fatto le congratulazioni per l'idea. Ogni puntata, poi, acquista valore se comprende anche un nuovo modulo di autocertificazione, ma i giornalisti non hanno ancora capito che se in agenda vedono "conferenza, stampa!" non è un invito a loro, ma a tutti gli italiani, che devono scaldare le stampanti. Devo spiegarglielo chiaramente, così finalmente se ne staranno a casa. Ops, no, intendevo che non verranno più su Skype.

 

Comunque, sto cercando un accordo vantaggioso con gli sponsor. Per ora Canon è quello che ha offerto di più, ma HP non ci sta a rimanere indietro, e penso che metterli l'uno contro l'altro potrà giovare alla causa. A breve penso che cominceremo a consegnare i toner porta a porta, anzi, finestra a finestra, con comodi droni autodisinfettanti. Basta che riconvertiamo gli F25, non dovrebbe volerci molto, e piano piano trasformeremo toner per la stampante in genere di prima necessità, così gli italiani la piantano con la corsa al lievito che ha soppiantato l'Amuchina nella lista dei desideri dell'italiano medio. La lobby delle stampanti mi sarà per sempre debitrice.

E insomma, sì, andava tutto bene a parte questo qui pro quo con i giornalisti. Poi sono arrivate loro: le bimbe di Conte (il nome se lo sono prese loro, io non c'entro). Hanno un hashtag su Twitter che è pure entrato in tendenza, creano fan page a ritmo di cinque al giorno, ho dovuto spiegare a Giuseppe che ormai lo cercano pure su Pornhub con chiave di ricerca "dadd" (l'ho scoperto mentre chiedevo al ceo quali server usano loro, che a quanto pare l'Inps sta avendo qualche problema per i troppi accessi) e nel complesso la situazione sta diventando grottesca, anche perché è sotto gli occhi di tutti. Ormai quando guardo i commenti alle dirette spero di vedere il leone da tastiera che insulta Giuseppe perché non è ancora uscito dall'Europa, e invece trovo frotte di donne che gli scrivono giurandogli fedeltà (come se lui poi andasse a leggere 'sta roba!), che parlano del suo fascino, del suo sguardo, della sua bocca. Corre voce che gli autori degli Harmony stiano attingendo da lì per le nuove uscite (è l'unico genere che va ancora, visto che li trovi in edicola) e insomma, diario mio, QUESTE MI STANNO ROVINANDO TUTTO IL LAVORO!

 

Stavo creando  un eroe nazionale, uno a metà tra Terminator e Una mamma per amica, l'uomo a cui volgere lo sguardo come a un faro nella notte, perché è istituzionale quanto basta ma nel contempo è uno di noi, stanco, spaventato ma che tiene testa agli avversari, perché è nei momenti peggiori che si vede di che pasta sei fatto. E invece queste tizie me lo stanno riducendo a un fantoccetto tipo il protagonista di Cinquanta sfumature, che le porta in una stanza segreta piena di stampanti (o di flaconi di Amuchina, a seconda delle preferenze). Una notte mi sono svegliato di soprassalto e ho sentito la vicina urlare: "Giuseppe, decretami!". Che poi, diario, secondo me questa storia che le chiudi in casa e loro ti amano potrebbe configurarsi come sindrome di Stoccolma, ma non sono uno psicologo e quindi chiederò al barbiere di Mattarella che sa tutto.

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