SCIENZA E RICERCA

Energia rinnovabile. Quali sono i prossimi obiettivi?

Quando si parla di energia rinnovabile e investimenti a favore dell'ambiente, è sempre importante guardarsi intorno e fare il punto della situazione. È possibile per il Veneto coprire l'intero fabbisogno energetico affidandosi esclusivamente a fonti rinnovabili? Il lavoro di 27 ricercatori del Centro studi di economia e tecnica dell'energia Giorgio Levi Cases ha deciso di dare una risposta a questa domanda, e ha studiato un piano che illustra in che modo sarebbe possibile attuare una transizione in questa direzione che, in 30 anni, permetterebbe alla regione di utilizzare solo energia rinnovabile.

Lo studio sarà presentato il 27 novembre al congresso “Idee e progetti per la transizione a un Veneto 100% rinnovabile”, che si terrà nell'archivio antico di palazzo Bo.

Il direttore del centro Levi Cases, Alberto Bertucco, è professore al dipartimento di ingegneria industriale all'università di Padova. “L'energia elettrica rinnovabile usata in Veneto è circa il 35% di quella totale”, ci spiega. “Siamo in media rispetto alla percentuale a livello nazionale, ma è una quota che va aumentata. L'Italia non si piazza male a livello europeo come uso di energia rinnovabile, il problema è che in assoluto i valori sono bassi. In Italia l'energia rinnovabile utilizzata è del 20-22% che non è male, ma potrebbe essere di più date le ottime potenzialità del nostro Paese, prima di tutto per la quantità di sole”.

Lo scopo dello studio era vedere se in 30 anni fosse possibile arrivare a coprire tutto il fabbisogno energetico con energie rinnovabili. “Per questo abbiamo fatto dei conti dettagliati per arrivare a una proposta”, aggiunge il professor Bertucco. “I costi che abbiamo stimato sono sui 20 miliardi in 30 anni per istallare tutto il fotovoltaico che serve, e circa 21 miliardi per attuare gli interventi di risparmio energetico sugli edifici, che possono essere isolati in modo tale da limitare il consumo. Per riscaldare o rinfrescare in modo più efficiente i nostri edifici la soluzione si trova nelle pompe di calore, che funzionano a energia elettrica e hanno un'efficienza maggiore rispetto alle caldaie. Per quanto riguarda la mobilità, nel nostro studio ci siamo concentrati sulla cosiddetta mobility as a service, che significa promuovere sistemi di mobilità integrata per incentivare la popolazione a usare meno le automobili. Facendo così si risparmierebbe circa il 30% dell'energia attualmente consumata. Inoltre è necessario procedere a una elettrificazione del trasporto su auto, il che significa investire nelle macchine elettriche. Non abbiamo trattato il problema dell'industria perché purtroppo non avevamo dati. Quindi il discorso riguardo al consumo energetico dell'industria, che è circa un terzo del totale, l'abbiamo lasciato fuori, ma ci siamo concentrati sull'isolamento degli edifici e sulla mobilità”.

Un altro aspetto importante da considerare è che per attuare il piano elaborato dai ricercatori del centro Levi Cases non è necessario sviluppare nuove tecnologie. Infatti, come spiega il professor Bertucco, “stiamo parlando di un futuro che non è così lontano grazie alle tecnologie che già abbiamo. Non ha senso secondo noi studiare nuovi strumenti per produrre energia quando le fonti di energia rinnovabili che abbiamo adesso, in particolare il fotovoltaico, hanno costi di produzione dell'energia assolutamente in linea con quelli del carbone o del petrolio, che oltre alla CO2 producono inquinamento. Inoltre c'è pur sempre il metano, che non produce inquinamento ma solo CO2, e che quindi potrebbe aiutarci in questi 30 anni ad attuare la transizione verso l'uso esclusivo di energie rinnovabili”.

E quali sono, più nel dettaglio, le fonti di energia pulita a cui è ragionevole affidarsi, per quanto riguarda il Veneto? “Sicuramente il fotovoltaico”, spiega il professor Bertucco. “L'energia eolica sarebbe molto conveniente, però purtroppo in questa regione non c'è molto vento. Per quanto riguarda l'idroelettrico, la quota sfruttabile è molto bassa. In ogni caso, il fabbisogno totale del fotovoltaico che è stato stimato tiene conto di queste cose, e tutto questo è realizzabile entro il 2050 con costi accessibili. Si parla di 700 milioni all'anno per 30 anni, che è una cifra ragionevole. Il punto è che per farlo bisogna cominciare subito. Abbiamo tutto in mano per procedere e liberarci gradualmente dalla schiavitù del carbone, però bisogna attivarsi e andare in questa direzione”.

Come ci ricorda il professor Bertucco, la mattina di mercoledì 27 l'università di Padova ospiterà anche un altro incontro. “Si parlerà del Cluster tecnologico nazionale per l’energia, presieduto dall'ENEA, che per la prima volta esporrà il piano di azione triennale del cluster tecnologico dell'energia, al quale abbiamo contribuito anche noi del centro di ricerca. Si tratta di un piano nazionale, un'iniziativa necessaria perché tutte le regioni diventino più efficienti ed entrino in un certo ordine di idee”.

Insomma, sembra che la transizione all'energia rinnovabile sia effettivamente un traguardo raggiungibile. Fondamentale, quindi, è l'impegno a metterlo in atto secondo i tempi e le modalità stabilite e andare incontro a un futuro energicamente sostenibile.

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