SCIENZA E RICERCA

Francesca Battaglin, lo studio sull'orologio che regola i tumori

A Francesca Battaglin è stato conferito lo scorso 1 giugno a Chicago il “Merit Award”, un premio che viene assegnato ai migliori giovani ricercatori i cui lavori sono stati selezionati per una presentazione al congresso dell'Asco (American Society of Clinical Oncology), il più importante meeting scientifico mondiale sulla lotta ai tumori. Francesca è padovana, più precisamente di Abano Terme, si è laureata in medicina e chirurgia nel 2009 all'ateneo di Padova, con lode e menzione d'eccellenza, e si è specializzata in oncologia medica nel 2015. Ha scelto poi di concentrare la sua attività clinica e di ricerca sulle neoplasie del distretto gastro-enterico, ovvero sui tumori gastrointestinali. È in forze allo Iov (Istituto Oncologico Veneto) alla Unità operativa di Oncologia Medica 1, diretta da Vittorina Zagonel, anche se oggi è a Los Angeles, dove sta facendo ricerca presso il Norris Comprehensive Cancer Center della University of Southern California.

È proprio dal suo appartamento a Los Angeles che Francesca si collega con noi e che ci parla del lavoro che le ha valso il Merit Award. Si tratta infatti di uno studio che mira a comprendere meglio i meccanismi che regolano la risposta alle terapie antitumorali attualmente disponibili. “Ho studiato alcune varianti genetiche, alcune alternative nella sequenza che un gene può avere in ciascun individuo, in relazione all'impatto che queste possono avere sulla risposta al trattamento chemioterapico nei pazienti affetti da tumore del colon metastatico”. La parte più innovativa del lavoro sta nel fatto che i geni che Francesca è andata a studiare costituiscono un meccanismo orologio, un sistema interno che regola l'attività delle nostre cellule e che si è visto essere molto importante per il rischio di sviluppare tumori. “Un'alterazione del ritmo sonno veglia prolungata per anni e anni è associata a un aumento di rischio di tumori. Questo era già stato osservato da studi epidemiologici in passato e da diversi studi a livello preclinico, cioè su cellule e su modelli animali. Quest'anno il premio Nobel per la medicina è stato assegnato proprio ai pionieri dello studio di questo meccanismo cellulare e per coincidenza il mio progetto riguardava proprio lo studio di questi geni nei pazienti con il tumore del colon”.

La tendenza è quella di personalizzare la terapia sulle caratteristiche non solo di ciascun tipico tumore ma anche di ciascun paziente Francesca Battaglin

Partecipando al congresso Asco Francesca ha potuto apprezzare una panoramica molto ampia sulle ricerche in ambito oncologico. Le abbiamo chiesto dove pensa stiano andando le ricerche di frontiera per la battaglia ai tumori. “Se devo trovare un filone comune trasversale a tutte le ricerche sulle patologie oncologiche sicuramente è quello della medicina di precisione e della personalizzazione del trattamento: la tendenza è quella di personalizzare la terapia sulle caratteristiche non solo di ciascun tipico tumore ma anche di ciascun paziente; c'è una grande ricerca in questo campo per ottimizzare gli strumenti a nostra disposizione per combattere il tumore, riducendo l'esposizione a trattamenti che magari per una persona non sono utili o che addirittura possono essere dannosi. In questo congresso tanto è stato detto e tante sessioni interessanti sono state svolte sull'immunoterapia per esempio, che davvero sta dando dei risultati molto importanti, anche se in alcuni sottogruppi specifici di pazienti. Quindi lo sforzo in questo momento è quello di riuscire da una parte a personalizzare sempre più la terapia, dall'altra riuscire a trovare il modo di estendere i risultati e l'efficacia di alcune terapie così innovative come l'immunoterapia al maggior numero di pazienti possibile”.

Francesca sta lavorando alla University of Southern California di Los Angeles, in un gruppo capitanato dal Prof. Heinz-Josef Lenz, e si sta occupando di farmaco genomica, “ovvero tutti quei meccanismi che possono essere alla base della risposta ai trattamenti. Attraverso questi studi si possono individuare dei marcatori ovvero degli elementi che ci possono permettere di capire proprio quali pazienti risponderanno alla terapia e quali no, riuscendo a migliorare così la scelta e la selezione dei pazienti per ciascun trattamento in modo da essere più efficaci”.

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