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Interessa una parte centrale del corpo umano, che definisce la nostra identità, ci permette di comunicare, di entrare in relazione con gli altri, di mangiare. Tuttavia, se ne parla poco. “È una patologia di cui i cittadini non conoscono l’esistenza. Nel corso di alcuni studi condotti su gruppi di persone anche di livello socioeconomico piuttosto elevato, più del 50% degli intervistati ha dichiarato di non aver mai sentito parlare di cancro alla bocca. Ne è prova il fatto che, quando comunichiamo la diagnosi ai pazienti, assistiamo a una reazione di paura, ma sempre anche di sorpresa”. Giovanni Lorenzo Lodi pensa ai malati che incontra in clinica, quando risponde alle nostre domande. Oltre a essere professore di malattie odontostomatologiche all’università di Milano La Statale, dirige la struttura complessa di Odontostomatologia 2 all’ospedale San Paolo della stessa città ed è fondatore e presidente della onlus Acapo, un’associazione per la cura e la ricerca sul cancro e le patologie orali.
“Il tumore maligno alla bocca è una malattia poco nota e lo è anche lo specialista che se ne occupa. Quando le persone osservano qualcosa di sospetto sulla lingua, sulle guance, sul palato spesso non si rivolgono all'odontoiatra, che invece è la persona più adatta a intercettare eventuali lesioni cancerose. Molti ancora non sanno dell'esistenza in Italia del patologo orale, che è lo specialista che più di altri è in grado di diagnosticare la patologia”.
Nel 2024 nel nostro Paese sono stati stimati complessivamente circa 390.000 nuovi casi di tumore maligno: le diagnosi di cancro alle vie aerodigestive superiori, dunque a faringe, laringe e cavo orale, sono state 5.977 di cui 4.039 tra gli uomini e 1.938 nelle donne: “I numeri più recenti sono quelli dell'annuario statistico I numeri del cancro in Italia, in cui però i dati sul cancro alla bocca sono accorpati ad altri tipi di tumore. Il cancro orale, tuttavia, rappresenta la maggioranza relativa di questo gruppo”. Secondo dati Airc del 2023, sono circa 4.000 i casi di tumore alla bocca diagnosticati annualmente e sono più frequenti nella popolazione maschile che femminile: l’incidenza è di 7 casi ogni 100.000 abitanti, 8 ogni 100.000 negli uomini e 5 ogni 100.000 nelle donne.
Una malattia che si vede
“Il cancro orale è una malattia delle superfici mucose della bocca, quindi è una malattia che si vede – sottolinea Lodi – e può manifestarsi in modi molto diversi. Può comparire un’ulcera, che è tra le forme tumorali più comuni, dunque un difetto del tessuto della bocca che non guarisce. Possono comparire delle macchie bianche o bianche e rosse. In tutti i casi si tratta di lesioni che non si risolvono spontaneamente o con trattamenti semplici in maniera rapida. E se permane per due, tre settimane va portata all’attenzione dell’odontoiatra”. Esistono inoltre tutta una serie di condizioni che possono precedere la malattia: “Tra queste, ci sono lesioni come la leucoplachia e l'eritroplachia, che rientrano nel gruppo dei disordini potenzialmente maligni: i pazienti che ne sono affetti hanno un rischio maggiore di sviluppare un cancro della bocca”.
Più del 90% dei tumori della bocca ha origine dalle cellule epiteliali e la maggior parte di quelli maligni sono carcinomi squamocellulari (detti anche carcinomi a cellule squamose). Nel 2020 i nuovi casi, stando ai dati del Global Cancer Observatory, sono stati 377.713 in tutto il mondo, con il numero più alto registrato in Asia (248.360), seguito dall’Europa (65.279) e dal Nord America (27.469). Come accade per altri tipi di tumore, una percentuale significativa di questi carcinomi viene individuata in fase avanzata, con conseguenti tassi di sopravvivenza bassi e una elevata morbilità, nonostante indagini e trattamenti costosi.
Intervista a Giovanni Lorenzo Lodi, professore all'università di Milano La Statale e presidente dell'associazione Acapo. Servizio e montaggio di Monica Panetto.
Fumo e alcol principali incriminati
“I fattori di rischio più importanti per questa malattia sono il fumo innanzitutto e un uso importante di superalcolici; in misura minore anche l’infezione da papilloma virus”. Il fumo e il consumo di alcol, in particolare, insieme aumentano il rischio di cancro orale fino al 35%. Lodi spiega che anche l’appartenenza a una fascia di popolazione svantaggiata dal punto di vista socioeconomico può costituire un fattore di rischio e ciò indipendentemente dai precedenti. “Il cancro orale è la malattia dei poveri”. Le ragioni, secondo il docente, vanno ricercate nello stile di vita, nel tipo di alimentazione e nella possibilità di accesso alle cure odontoiatriche.
Solitamente la patologia si manifesta in soggetti con più di 50 anni, in larga parte persone anziane, di sesso maschile e forti fumatori. “Negli ultimi 20 anni però abbiamo notato la comparsa di un gruppo di soggetti radicalmente diverso dai pazienti tradizionali. Ora le persone che si ammalano sono giovani, perlopiù di sesso femminile, e spesso senza nessuno dei fattori di rischio noti. Una tendenza, questa, che gli epidemiologi stanno notando per diversi tipi di cancro, con una crescita di tumori in fasce d'età più giovani rispetto a un tempo e con fattori di rischio probabilmente diversi da quelli tradizionali”.
Dall’intervento chirurgico al sostegno psicologico
Lodi spiega che il trattamento di prima scelta è l’operazione chirurgica: “Se si riesce a intervenire subito, grazie a una diagnosi precoce, quando dunque la lesione è ancora piuttosto piccola, il trattamento chirurgico è sufficiente e curativo fino all'80-90% dei casi. Il cancro orale, se intercettato appena insorge, è una malattia da cui si guarisce. Se invece la patologia è a uno stadio più avanzato, molto spesso dopo la chirurgia è necessario ricorrere a radioterapia. La chemioterapia invece è riservata ai casi molto avanzati”. Il docente sottolinea l’importanza di far seguire all’intervento demolitivo, necessario a eliminare il tessuto malato, anche un intervento di tipo ricostruttivo, per ristabilire il più possibile la funzionalità e l'estetica della bocca del paziente.
“La malattia e i trattamenti necessari possono avere un impatto molto forte da un punto di vista psicologico, se il paziente non ha la fortuna di essere sottoposto anche a un intervento ricostruttivo. Il cancro orale è una patologia che cambia l’aspetto di una persona: cambia l'identità, la voce, il modo di alimentarsi. Proprio per questo molto spesso, oltre alle cure mediche o chirurgiche, è necessario anche un supporto psicologico”.
Lodi aggiunge che la radioterapia, qualora venga prescritta al paziente, ha conseguenze importanti sulle strutture della bocca, perché è una terapia che, nella maggioranza dei casi, riduce significativamente il flusso salivare. E questo causa bruciore alla bocca, denti e gengive soggetti a malattie molto aggressive, elevata predisposizione alla carie, a malattie infettive, a candidosi, a patologie parodontali, e la continua necessità di sciacquare la bocca. “Il cancro orale è una malattia che ha un impatto significativo sulla vita di chi ne soffre”.

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Migliorare diagnosi e prognosi grazie alla ricerca scientifica
Per migliorare i metodi di prevenzione e di cura, la ricerca scientifica assume un ruolo centrale e, nel caso specifico, è trasversale a diverse specialità. “La ricerca di base sta cercando di capire i meccanismi all'origine del cancro orale, dunque come si sviluppa e quali sono i fattori a livello molecolare che ne possono favorire l'insorgenza. Il settore è in rapida evoluzione e gli studi in corso stanno restituendo informazioni importanti sulla natura del tumore. La ricerca clinica, invece, mira a comprendere in che modo alcune condizioni di salute possano favorire l'insorgenza della patologia in questione. È importante conoscere meglio questi disordini potenzialmente maligni, e capire come possiamo curarli, per evitare l’insorgenza del cancro”.
Negli ultimi anni poi sono in fase di sviluppo nuovi strumenti diagnostici che potranno aiutare il clinico non esperto a individuare le lesioni tumorali e a fare diagnosi precoce, soprattutto nei pazienti più a rischio. Ricercatrici e ricercatori stanno lavorando anche al miglioramento delle terapie, dalle tecniche chirurgiche alla riabilitazione dei pazienti sottoposti a intervento: “La digitalizzazione e la programmazione digitale degli interventi ci stanno aiutando molto a preparare riabilitazioni più mirate e a programmare la chirurgia in funzione della riabilitazione futura”. Si stanno valutando anche nuove tecniche di radioterapia e chemioterapia, volte a limitare gli effetti collaterali dei trattamenti.
“Il cancro alla bocca è una malattia su cui abbiamo ancora molto da imparare, a tutti i livelli. È una patologia che colpisce principalmente pazienti bisognosi e poveri, ed è particolarmente frequente in alcune aree del mondo, come il subcontinente indiano e alcune isole del Pacifico, dove però le risorse per la ricerca clinica sono più limitate”.
Informare i cittadini, aiutare i pazienti e formare gli odontoiatri
Proprio per ampliare le conoscenze sulla patologia e aiutare chi si trova in una condizione di necessità, nel 2017 viene fondata Acapo, un’associazione che ha sede nell’ospedale san Paolo di Milano ed è sorta su iniziativa di Giovanni Lodi, Roberto Franchini e Alberto Pispero.
“Acapo – spiega Lodi – è una onlus nata dalla consapevolezza che il cancro alla bocca, come dicevamo, è una malattia poco conosciuta, che colpisce principalmente le fasce economiche più svantaggiate. Purtroppo l'odontoiatria è una parte del sistema sanitario nazionale che non è universalistica, dato che viene offerta solo a soggetti fragili dal punto di vista medico e socio-economico, tra cui i pazienti affetti da cancro alla bocca. Per queste fasce, tuttavia, il sistema sanitario nazionale non prevede il pagamento dei dispositivi medici o delle protesi. Questo significa che un paziente operato per un cancro alla bocca, che necessita di riabilitazioni protesiche complesse e costose a causa delle modifiche strutturali apportate dalla chirurgia, deve sostenere interamente i costi, anche se oncologico. E questa situazione è incomprensibile”.
Lodi spiega che l’associazione è nata anche a questo scopo, e cioè per sostenere i pazienti bisognosi. “Da anni, finanziamo un servizio di psicologia clinica dedicato ai pazienti con cancro alla bocca presso l’ospedale San Paolo e paghiamo operatori odontoiatrici esperti nel trattare questi pazienti complessi, inclusi quelli sottoposti a radioterapia. Il secondo obiettivo è far conoscere la malattia e il terzo aiutare i colleghi a riconoscere il cancro orale, fare diagnosi e imparare a gestire i pazienti che hanno o hanno avuto la patologia. In sintesi: informare, aiutare e formare”.