IN ATENEO

Inaugurato il 794esimo anno accademico: dedica speciale a Regeni

“Siamo convinti che i tempi siano maturi perché la fiducia nell’università e nella ricerca rimetta in moto anche il nostro Paese”. Sono queste le parole conclusive del discorso di apertura del rettore Rosario Rizzuto in occasione dell’inaugurazione del 794esimo anno accademico dell’università di Padova, dedicato a Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso in Egitto. Parole di speranza in una situazione – quella italiana – in cui i numeri parlano ancora di un ritardo sia nel numero di laureati, sia nelle risorse dedicate alla ricerca scientifica.

Alla sua prima uscita ufficiale da rettore durante l’inaugurazione dell’anno accademico, Rizzuto fa un discorso a tutto tondo, che abbraccia le questioni più importanti del governo dell’università di Padova: diritto allo studio, qualità della didattica, ricerca scientifica e il ruolo dell’ateneo nel mondo e nel confronto con il territorio. Sul primo punto, il rettore ricorda l’investimento approvato pochi giorni fa dall’ateneo di sei milioni di euro da destinare al recupero dei destinatari di borse di studio esclusi dalla rimodulazione dei criteri Isee/Ispe e alla riduzione delle tasse universitarie. “In un periodo di grave difficoltà economica – spiega il rettore – è necessario ridurre l’onere dello studio universitario, aumentando il numero dei beneficiari di borse di studio e riducendo una tassazione tra le più alte in Europa. Su questo, chiediamo, nell’interesse del Paese, un impegno speciale al nostro governo”.

Il rettore ricorda poi le difficoltà nel mantenere elevati gli standard della didattica, a fronte di una riduzione del corpo docente, ricordando come abbia il sapore di una “beffa” rilevare “come questo sforzo sia espresso dal parametro che più ci penalizza nei ranking internazionali – dice Rizzuto – il rapporto studente/docente”. Con una situazione paradossale: salire in classifica per la ricerca scientifica e scendere “perché ci assumiamo il compito di formare il capitale umano della nostra società pur avendo un numero di docenti 3 o 4 volte inferiore alle università più prestigiose”.

Ricerca scientifica, docenti stranieri e raccolta di fondi internazionali: la sfida, figlia anche della globalizzazione in cui viviamo, è quella di un confronto sempre più importante per rendere l’università di Padova ancora più competitiva nei programmi di ricerca internazionali e attrattiva per studenti e docenti stranieri. “Si discute spesso della fuga dei cervelli – osserva Rizzuto – ma non si parla dei numeri ancora più negativi dell’acquisizione dei cervelli, quel brain gain che per le università rappresenta un grande vantaggio competitivo”. Qualche numero: negli atenei inglesi i professori stranieri sono il 23% del totale, in Francia il 15%, in Italia inferiori all’1%. Si tratterebbe di un “problema di sistema” in cui l’Italia non è attrattiva per gli stranieri a causa della scarsità di finanziamenti alla ricerca. Da qui la necessità di “impegnarsi per ottenere il miglior risultato possibile”. Parte da qui l’attivazione di un programma di richiamo di ricercatori all’estero, “iniziato – conclude il rettore – con i vincitori di progetti europei, direttamente contattati dal nostro prorettore alla ricerca” e che proseguirà poi con contatti sempre più frequenti all’estero.

Ospiti dell’inaugurazione dell’anno accademico – che ha visto sul palco dell’Aula magna con i loro discorsi il direttore generale, Emanuela Ometto, e il rappresentante degli studenti, Riccardo Michielan – Gaetano Manfredi, presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui) e il direttore della Ecole Normale Supérieure di Parigi, Marc Mezard. La prolusione finale è stata, infine, affidata al professor Piero Benvenuti.

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