SCIENZA E RICERCA

L'editoriale. Darwin va in città

La sfera armillare rappresenta le sfere concentriche dell’universo tolemaico e della sua presunta perfezione con la Terra al centro. Eppure la citiamo tutti: è un’immagine icona in cui prevale l’aspetto estetico a quello del superamento della teoria con quella della rivoluzione copernicana. È il segno di come cambiano le teorie, a volte anche drammaticamente. La stessa cosa vale, due secoli dopo, con Charles Darwin.

Anche quella di Darwin è una grande rivoluzione scientifica, ma anche questa teoria evolve sempre e cambia nel tempo. Vi parlo, infatti, di un libro che cerca di aggiornare questa teoria: Darwin va in città di Menno Schilthuizen. Lui è un etologo al museo Naturalis di Leida e in questo volume applica la teoria di Darwin a delle nicchie ecologiche strane che abbiamo studiato pochissino: le città, le nicchie antropiche. È pieno di racconti e si scopre che tanti animali si stanno riadattando o addirittura stanno dando origine a nuove specie.

Viene smontata la distinzione tra naturale e artificiale e ci dice che la presenza antropica è talmente irreversibile e permeante tanto da essere impossibile trovare un ambiente senza influenza umana, diretta o indiretta.

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