La sede del governo italiano a Palazzo Chigi
Alcuni giorni fa la rivista Nature ha inserito l’Italia in una lista poco piacevole: riguarda i Paesi europei in cui la libertà di ricerca è sotto minaccia per due ragioni: non c’è un finanziamento adeguato; ci sono tentativi di controllare la ricerca, di usarla come un terreno di conquista politica.
Impossibile non ricordare, allora, alcuni recenti episodi italiani: la rimozione del presidente dell’ASI, quella di tutti i membri del Consiglio superiore di sanità e anche le dimissioni di 4 su 5 degli illustri scienziati della commissione che deve dare indicazioni sui nomi dei responsabili degli enti di ricerca italiani. Molti fanno notare che abbiamo un problema. Non voglio entrare nel merito specifico, ma sulle modalità con cui queste decisioni sono state prese: senza preavviso, senza nessuna apparente argomentazione e senza alcun riconoscimento di quanto fatto finora, sia che fossero meriti o demeriti eventuali. Al momento non possiamo che osservare questa abbuffata social del modo di comunicazione della politica, alquanto strano a mio modo di vedere.