Esobiologia: è la disciplina di chi studia un oggetto che ancora non abbiamo mai trovato e non sappiamo ancora che esista. Insomma, si parla di forme di vita al di fuori del nostro pianeta. Parlo di questa argomento a partire da un libro, appena uscito tradotto in italiano, di Louisa Preston: Riccioli d’oro e gli orsetti d’acqua (Il Saggiatore). Si tratta del racconto di questa disciplina, piena di aspetti interessanti: se devo cercare altre forme di vita, devo capire cosa essa sia e avere, di conseguenza, una definizione che ne delimiti le caratteristiche. Già qui è complicato: diamo per scontato che siano necessari elementi come il carbonio o l’acqua, ma non è del tutto detto.
Poi c’è un altro tema interessante: quali pianeti possono ospitare la vita? Il libro, nel titolo, fa riferimento alla fiaba di riccioli d’oro in cui una bambina gioca nel trovare le dimensioni giuste delle cose: non troppo grandi, non troppo piccole ecc. Ed è un principio che si usa anche nella scienza perché il pianeta verso cui guardare deve avere determinate caratteristiche (non troppo lontano dal suo sole, non troppo vicino, con la giusta gravità). Insomma, un pianeta riccioli d’oro, appunto.
Infine, guardando fuori alla fine si finisce per guardare noi stessi: più cerchiamo la vita al di fuori della Terra, più ci accorgiamo che il nostro pianeta è davvero riccioli d’oro. Poi si guarda alla Terra perché questi organismi che dovremmo cercare altrove, esistono già, in alcune versioni qui da noi: sono di solito batteri ma anche degli animali, degli invertebrati: gli orsetti d’acqua, cioè i tardigradi.