CULTURA

L'iconicità di John Lennon 40 anni dopo la sua scomparsa

Era l'8 dicembre del 1980 quando cinque colpi di pistola, sparati da un uomo di nome Mark Chapman, tolgono la vita a John Lennon, che era da poco tornato sulla scena musicale dopo un silenzio discografico durato cinque anni.
Nel quarantesimo anniversario da questo evento, Ferdinando Fasce, professore emerito di storia contemporanea all'università di Genova e autore de "La musica nel tempo: una storia dei Beatles" racconta i motivi che hanno reso John Lennon un'icona senza tempo, ripercorrendo le tappe più importanti della sua vita.

Servizio di Federica D'Auria. Montaggio di Elisa Speronello

“L'iconicità di John Lennon e la sua presenza ancora così forte nella cultura di oggi si possono spiegare in tre modi”, spiega il professor Fasce. “Il primo è legato al martirologio: Lennon è infatti morto vittima di un grave gesto di intemperanza e di violenza. Il secondo motivo è dovuto al suo impegno pubblico a favore di valori che oggi sono molto importanti, come il pacifismo, la battaglia contro le discriminazioni e l'apertura nei confronti degli altri. La terza ragione è che Lennon è stato uno straordinario sconfinatore: ha interpretato al meglio l'impulso degli anni Sessanta, muovendosi attraverso generi e media diversi, infatti è stato anche autore di narrativa. Insieme a Yoko Ono, segue un percorso da artista all'avanguardia, esprimendosi in una forma estremamente sintetica, parlando attraverso slogan semplici ma molto efficaci, come Give peace a chance! Oppure Power to the people!

Lennon è stato anche uno sconfinatore territoriale. Si è aperto non solo verso l'Atlantico, ma verso l'altro per definizione: i giapponesi dopo soli vent'anni dalla fine della guerra mondiale. Lui e Yoko Ono hanno dovuto subire un pesante stigma per il loro sodalizio, che era senza dubbio controverso e complicato, ma anche straordinario per quell'epoca e, per molti versi, paritetico”.

“La vita di John Lennon copre solo 40 anni: dal 1940 al 1980”, continua il professor Fasce. “Lennon, come molte delle rock star degli anni Sessanta e Settanta, viene al mondo durante la seconda guerra mondiale. Lo stesso vale per Roger Waters dei Pink Floyd, Bob Dylan e i Rolling Stones.
Nasce a Liverpool, un grande porto in crisi, che sarebbe diventato sempre più periferico nel secondo dopoguerra, ma che allo stesso tempo è legato agli Stati Uniti, perché ospita una base americana molto importante. È lì che arriva il rock 'n' roll.
Abbandonato dai genitori, Lennon viene cresciuto da una zia tardo vittoriana molto rigida. Negli anni della sua formazione si dedica alla musica, e nel 1960 fonda i Beatles.
Dal 1963, anno in cui il gruppo incontra il successo, inizia la seconda parte della sua vita. Sono 7 anni intensissimi, durante i quali lui e suoi compagni cambiano il modo di intendere la musica. Sono infatti tra i primissimi che scrivono le loro canzoni. Cambiano anche il modo di suonare in pubblico, esibendosi davanti a folle di 55.000 persone, e quello di registrare: insieme al loro produttore George Martin, trasformano la sala di registrazione in un laboratorio.
La copertina di Revolver è per la prima volta disegnata da un giovane grafico loro amico: Klaus Voormann. Mentre Sgt. Pepper's lonely hearts club band è il primo disco che avrà addirittura i testi delle canzoni sulla cover.

Tutto questo continua finché droghe, alcol e interessi diversi portano allo scioglimento dei Beatles nel 1970. In questo, gioca un ruolo anche l'intervento di Yoko Ono, anche se non è a lei che va imputata la rottura della band.
È a questo punto che inizia la fase del Lennon solista e sempre più impegnato politicamente, pacifista e inventore, assieme a Yoko Ono, del Bed-in. Anche l'FBI gli mette gli occhi addosso, cercando per tre anni di espellerlo dagli Statu Uniti, dove si era trasferito insieme a Yoko.

Dopo aver prodotto dischi straordinari con lei, come Plastic Ono nel 1970 e Imagine nel 1971, attraversa un periodo difficile tra il 1972 e il 1973, che lo porterà a prendere una decisione insolita per una rock star: stare zitto. Per 5 anni, Lennon pensa di non avere più niente da dire e interrompe la sua attività musicale.

Dopo aver sentito un disco di Paul McCartney, il suo “fratello coltello”, nella primavera del 1980 decide di tornare a suonare, a scrivere e a comporre. Si imbarca addirittura per le Bermuda, pur non sapendo niente di navigazione. È lì che mette su uno studio di registrazione improvvisato per provare a registrare su nastro quello che negli ultimi mesi era rimasto cristallizzato nella sua chitarra. Quando torna a New York è abbronzato e irriconoscibile, con Yoko Ono registra il disco Double fantasy, che segna il suo grande ritorno nell'autunno del 1980. Registrano 20 basi in soli 10 giorni, di cui la metà finisce nel disco. Lennon sta ancora lavorando all'altra metà quando viene ucciso l'8 dicembre di quell'anno.
Quale miglior modo per ricordarlo se non con il saluto dedicatogli da Bob Dylan: Roll on, John!

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