SOCIETÀ

L'odio si sposta in rete: una minaccia su cinque arriva dai social

In Italia viene minacciato un amministratore pubblico ogni 19 ore. Il dato allarmante emerge dall’ultimo rapporto “Amministratori sotto tiro” di Avviso Pubblico che evidenzia come il totale delle minacce o degli atti intimidatori nel 2020 sia stato di 465. Un dato che è inferiore rispetto a quello del 2019 ma che dev’essere analizzato a fondo per comprendere le dinamiche del fenomeno. 

I numeri intanto ci dicono che le minacce sono calate sia nella loro totalità, sia rispetto ai Comuni coinvolti. Se nel 2019 erano stati 336 i Comuni in cui era stata registrata una minaccia o un atto intimidatorio nei confronti di qualche amministratore pubblico, lo scorso anno questo dato è sceso a 280.

Un calo che però vede coinvolte più province rispetto agli anni scorsi. Sono state 89 infatti quelle in cui è stato censito un episodio, che significa più dell’80% del territorio italiano. Avviso Pubblico da dieci anni fa un monitoraggio costante su quest’argomento e il report che annualmente rilascia è una cartina tornasole per poter comprendere come evolve il fenomeno. In questi ultimi dieci anni però, molto è cambiato anche nella società. I social network sono diventati sempre più presenti nella vita di tutti noi e sappiamo che le dinamiche comportamentali dei dibattiti online sono spesso caratterizzate da accese discussioni. Questa premessa per dire, come vedremo più approfonditamente in seguito, che un’intimidazione su cinque arriva proprio dai social.

Tornando però ad analizzare lo sviluppo territoriale vediamo come nel 41,1% dei casi l’intimidazione sia avvenuta in una regione del Sud Italia. Una percentuale che riflette i dati assoluti divisi per territorio, dove la Campania si trova al primo posto con 85 atti intimidatori registrati nel 2020 (nel 2019 erano stati 92). Al secondo posto troviamo Sicilia e Puglia con entrambe 55 casi censiti.

Per quanto riguarda il Nord Italia invece, la Lombardia si conferma come la regione più colpita con 37 casi censiti, seguita dal Veneto con 30, dall’Emilia-Romagna con 25 e dalla Liguria con 13 casi nell’ultimo anno.

Andiamo ora ad analizzare, secondo il report “Amministratori sotto tiro” come sono state attuate queste minacce. Nel’86% dei casi le intimidazioni sono state di tipo diretto. Significa che “gli amministratori locali e il personale della Pubblica Amministrazione - dirigenti e impiegati comunali, presidenti di enti e aziende partecipate, personale di altre strutture locali - sono stati minacciati direttamente come persone”.

 

La restante percentuale invece è dovuta a quelle minacce che hanno colpito sia collaboratori o parenti dell’individuo verso il quale si sarebbe scatenato l’odio, sia gli immobili come municipi o sedi pubbliche. Tra queste si annoverano anche strutture e mezzi adibiti al ciclo dei rifiuti, a servizi sanitari, idrici, elettrici e del trasporto pubblico.

In particolar modo sono i sindaci ad essere, loro malgrado, i protagonisti non volenti di minacce e intimidazioni. Nel 63% dei casi infatti, è proprio a loro che è stata diretta la minaccia, mentre al secondo posto troviamo i consiglieri con il 23% dei casi censiti. Nell’anno della pandemia, dove le restrizioni, la crisi snaitaria ed economica e le vicende legate alla vaccinazione hanno esporto sia politicamente che mediaticamente i Presidenti di Regione,il rapporto “Amministratori sotto tiro” segnala le intimidazioni rivolte ad Attilio Fontana (Lombardia), Alberto Cirio (Piemonte), Giovanni Toti (Liguria), Luca Zaia (Veneto), Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna), Christian Solinas (Sardegna) e Nello Musumeci (Sicilia).

Arriviamo infine alla questione di “come si intimidisce”. Su questo tema il rapporto è chiaro: nel 2020, i social network sono diventati il primo strumento per intimidire e minacciare (19% del totale dei casi censiti). 

“Le polemiche legate alle restrizioni adottate per contenere la diffusione del Covid-19 - si legge nel Rapporto 2020 - sono spesso evolute in manifestazioni di dissenso sfociate in insulti, offese, delegittimazioni dell’operato degli amministratori locali, quando non di diffamazioni. La piazza virtuale, già negli anni passati contenitore di varie frustrazioni, considerata da taluni uno spazio in cui tutto è concesso, durante le fasi più calde della pandemia ha amplificato queste sue caratteristiche”. 

“Le amministrazioni e la Polizia locale sono spesso finite in pasto dei leoni da tastiera - continua “Amministratori sotto tiro” -, a causa delle ordinanze emesse e dei controlli effettuati per far rispettare le regole anti-contagio, per la concessione di aiuti economici, sussidi o per scelte che non riguardavano l’amministrazione locale, ma il governo centrale”. 

Mentre aggressioni e gli incendi rimangono tra le intimidazioni maggiori, con entrambi il 18% di casi, le minacce tramite social network sono cresciute fino a rappresentare quasi una modalità su cinque.

Come abbiamo detto ad inizio articolo, Avviso Pubblico da dieci anni si impegna, tra le altre cose, a redigere questo importante rapporto. Nell’ultima decade però, il mondo è totalmente mutato ed anche analisi di questo genere per forza di cose si trovano a raccontare le diversità che la società attuale vive. Diversità che di anno in anno sono sempre maggiori, visto la velocità con cui i mezzi di comunicazione si stanno evolvendo. “Amministratori sotto tiro” è sicuramente utile ad analizzare quantitativamente un fenomeno da monitorare con costanza ed attenzione (e su questo Avviso Pubblico fa da sempre un lavoro encomiabile).

All’analisi quantitativa però è sempre bene affiancare quella qualitativa. Questo per dire, riassumendo e cercando di semplificare, che anche le minacce e le intimidazioni registrate spesso al loro interno hanno una diversità di pericolosità da non tralasciare. Uno sparo è ben diverso da una semplice frase d’odio scritta in un social network. Questo senza fare l’errore di sottovalutare l’hate speech, ma con la consapevolezza e la conoscenza di quale sia la portata di tale fenomeno. L’analisi qualitativa servirebbe proprio a non generalizzare e cercare di dare la giusta importanza a ogni atto intimidatorio. Atti che sempre Avviso Pubblico rende disponibili in una cronologia che ripercorre giorno dopo giorno tutto il 2020.

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