CULTURA

"Molecole" in una Venezia sfiorata e immobile

Rintraccia le memorie nascoste negli spazi privati di una famiglia e sviluppa una acuta riflessione universale sul presente, riuscendo a percorrere due strade solo apparentemente destinate a non incontrarsi mai. Molecole è un intimo messaggio d'amore e, al tempo stesso, un documento storico collettivo che, guardando Venezia, racconta un evento globale sconvolgente, straordinario: il lockdown del mondo intero. 

"Avevo scritto un progetto per raccontare le due grandi tensioni della Venezia di oggi: il turismo e l'acqua alta. E il 22 febbraio 2020 ero pronto per partire, ma non potevo immaginare cosa stava per succedermi. Tutti noi non potevamo immaginare cosa stava per succederci". Pochi giorni prima della chiusura totale di ogni attività, galleggiando in un limbo d'attesa e domande, e infine entrando in pieno lockdown, il regista Andrea Segre - autore di film come Io sono Li, L'ordine delle cose, Il pianeta in mare - si trova a Venezia, nella casa del fratello del padre Ulderico, scomparso nel 2008 (e vero protagonista di questo film). Improvvisamente i suoi piani vengono stravolti, così come la sua quotidianità. Ed è a questo punto che nasce Molecole, un documentario di 68 minuti realizzato in pochissimo tempo, scelto per la pre-apertura della 77esima Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e da domani, 3 settembre, nelle sale italiane. "Un film bisogna pensarlo, scriverlo, organizzarlo, girarlo. Per Molecole non c’è stato nulla di tutto ciò [...] È sgorgato, come l’acqua". Come l'acqua di un ruscello, vivace, fresca, necessaria, mentre la laguna si prendeva una pausa, dimenticava vaporetti e navi, passi e rumore, lasciando Piazza San Marco e il cielo sopra la città ai gabbiani affamati.

Tu non racconti mai tantissimo, ma perché tu sei così, hai sempre detto poche cose. Fa parte dell'essere padre, forse? Andrea Segre, Molecole

"Mio padre era uno scienziato, studiava i movimenti delle molecole, di piccoli invisibili elementi naturali che non vediamo ma che determinano l'evoluzione del mondo". Poche parole quelle dette per tutta la vita dal padre Ulderico, fisico-chimico veneziano (di Cannaregio), trasferitosi a Padova per studiare all'università, un padre dai lunghi silenzi, cercato ma sempre solo sfiorato dal figlio regista che, allo stesso modo, parla del suo rapporto con Venezia ("Non ho mai capito se appartengo a Venezia oppure no"). E poche altre parole si dovrebbero scrivere per raccontare questo film, che commuove, merita di essere visto e a cui non serve altro che la contemplazione delle immagini e l'ascolto delle musiche di Teho Teardo e della voce narrante del regista stesso.

La foto in bianco e nero di un padre e un figlio, davanti a uno specchio che nasconde il bordo, porta Segre a interrogarsi sull'importanza di "essere visti" ("Chi ci guarda papà, tu mi guardi?") e una lettera scritta nel 2002 si offre come filo rosso tenendo insieme silenzi, poesia, bellezza, solitudine, assenza, fragilità, acqua di laguna e caigo (la nebbia). "Tu non racconti mai tantissimo, ma perché tu sei così, hai sempre detto poche cose. Fa parte dell'essere padre, forse? Nella vita capita di non sentirsi troppo bene e capita addirittura di credere che nessuno possa capire perché, nemmeno tuo padre o tuo figlio, perché è davvero così, davvero a volte in questa vita sei solo. Ti guardi intorno e l'unica cosa che puoi fare è sentirti poco bene e cercare una strada silenziosa dove camminare. A volte capita, vero papà?".

Quella di Segre, quella della vogatrice Elena Almansi e dei suo genitori, quelle di Maurizio Calligaro, Giulia Tagliapietra e Patrizia Zanella sono storie che in questo film restano vicine, strette strette, una accanto all'altra nell'aria densa e "materica", svuotata dai respiri degli altri esseri umani. In una Venezia deserta che, come Ulderico, sembra attendere il proprio destino, leggendo e rileggendo Lo straniero di Albert Camus.


Molecole

Regia: Andrea Segre, sceneggiatura: Andrea Segre, interpreti: Gigi Divari, Elena Almansi, Maurizio Calligaro, Giulia Tagliapietra, Patrizia Zanella, musica: Teho Teardo, produzione: ZaLab Film con Rai Cinema, in associazione con Vulcano e Istituto Luce Cinecittà, in collaborazione con Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni distribuzione: ZaLab Film Italia 2020

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