UNIVERSITÀ E SCUOLA

Museo diffuso Unipd. Nella collezione del Dei c'è anche un robot calciatore

Confrontata con quella di altri ambiti di studio, la storia del dipartimento di Ingegneria dell’informazione è decisamente più recente e non potrebbe essere diversamente visto che la sua attività si colloca all’interno delle sfide globali delle tecnologie dell'ICT (Information and Communication Technologies). 

Lo sviluppo dei metodi e delle tecniche utilizzate nella trasmissione, ricezione ed elaborazione di dati e informazioni è stato però rapido e intenso e la collezione allestita dal Dei per il progetto del museo diffuso dell'università di Padova permette di cogliere alcuni passaggi fondamentali di questo affascinante percorso.

Fondato nel 1987 come dipartimento di Ingegneria elettronica ed informatica, il Dei svolge attività di ricerca e didattica nell’ambito dell’ingegneria biomedica, microelettronica e progettazione di circuiti integrati, automazione, elettronica industriale, telecomunicazioni, comunicazioni su fibra ottica e fotonica, robotica, informatica, algoritmi, sistemi di calcolo e gestioni di dati e informazioni, intelligenza artificiale. La sua storia si interseca con quella del Centro di Sonologia computazionale, uno dei più importanti centri transdisciplinari per la sperimentazione scientifica e la creazione artistica nel campo della computer music, attualmente diretto da Sergio Canazza.

Il professor Enrico Zanoni illustra la collezione del Dei per il progetto del Museo diffuso dell'università di Padova. Servizio, riprese e montaggio di Barbara Paknazar

"L’ingegneria dell’informazione ha avuto origine a cavallo del secondo conflitto mondiale ad opera di Claude Shannon, Alan Turing e John von Neumann", spiega il professor Enrico Zanoni, prima di illustrare il testo che ha rappresentato una pietra miliare nel passaggio delle conoscenze relative alla fase iniziale dello sviluppo di queste tecnologie. 

"In esposizione abbiamo il manuale The Transistor del 1951: dopo l’invenzione, tra il 1947 e il 1948, del primo dispositivo semiconduttore attivo i laboratori Bell decisero di fare una grande operazione di trasferimento tecnologico e diffusero le conoscenze relative al transistor in un gruppo di 200 aziende". Questo manuale è appunto "la documentazione che veniva distribuita ai ricercatori delle aziende nell’ambito dei corsi che Bell Labs teneva per favorire questo trasferimento tecnologico".

"Accanto c'è il wafer che contiene dispositivi di memoria semiconduttore di tipo non volatile: è il tipo di memoria che mantiene l’informazione nei telefoni cellulari e nei dischi a stato solido e il Dei svolge un’intesa attività di ricerca nell’ambito di questi dispositivi", spiega Zanoni. La parte iniziale dell'esposizione prosegue con uno dei primi sistemi per la comunicazione a fibra ottica basati sul laser e risalente alla fine degli anni '90. 

Si prosegue poi con un pannello che ricorda una pietra miliare nell'ambito della microelettronica e della progettazione di circuiti integrati. "Risale al 2002 ed è un amplificatore a ultra larga banda, un elemento fondamentale non solo per i sistemi di comunicazione wireless ma anche per i sistemi radar per applicazioni automobilistiche. Questo circuito integrato progettato in collaborazione dall'università di Padova e dall'università di Berkeley, in California, ha battuto tutti i record di prestazioni per diversi anni", ricorda Zanoni.

Della stretta collaborazione con il centro di sonologia computazionale, che si è affermato dagli anni '60 come polo mondiale di sperimentazione scientifica transdisciplinare e creazione artistica di computer music, è invece testimonianza la centralità elettronica che è stata usata per la sintesi dei suoni durante l’esecuzione dell’opera Prometeo. Tragedia dell’ascolto (1984) di Luigi Nono nello spazio progettato da Renzo Piano 

I due pannelli superiori mostrano poi lo sviluppo di altre discipline oggetto di studi al Dei: il primo afferisce all'area medica e illustra le caratteristiche di un sistema di pancreas artificiale che permette la cura del diabete. "La versione iniziale risaliva al 2007 e richiedeva comunque l’ospedalizzazione del paziente. Nel 2011 è stato sviluppato un sistema completamente autonomo. Di fianco abbiamo invece il primo esperimento di comunicazione con crittografia quantistica in aria, quindi in spazio libero, avvenuto nel 2019 tra il dipartimento e il Cnr. Si è trattato del primo esperimento al mondo di questo tipo basato sulla fotonica integrata", continua il professor Enrico Zanoni.

E non è tutto: la ricerca nell’intelligenza artificiale e nella robotica ha portato anche alla creazione di calciatori robot che si sfidano in competizioni internazionali, con l'obiettivo ambizioso di battere la nazionale detentrice della coppa del mondo di calcio entro il 2050. L'iniziativa si chiama RoboCup, è stata lanciata nel 1997 e la squadra dell'università di Padova vi ha partecipato fino al 2006, ottenendo anche un secondo posto come membro della squadra nazionale Art. 

In esposizione c’è uno dei robot autonomi che hanno partecipato a questa particolare competizione ed è stato sviluppato interamente dal dipartimento di ingegneria dell’informazione dell’università di Padova.

SPECIALE "Museo diffuso Unipd"

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