SCIENZA E RICERCA

Nei premi di matematica il divario di genere è ancora un problema da risolvere

Negli ultimi 90 anni i principali riconoscimenti mondiali in matematica sono stati assegnati in totale 217 volte, ma solo in sette occasioni a riceverli sono state scienziate donne.

Numeri di questo tipo ci dicono che, sebbene nell'ultimo decennio si siano iniziati a vedere importanti segnali di cambiamento su cui ci soffermeremo tra poco, il problema della sottorappresentazione femminile tra i candidati ai premi più prestigiosi di matematica rimane evidente. E lo stesso fenomeno emerge con chiarezza anche analizzando i dati della progressione delle carriere, dove la forbice tra uomini e donne si allarga sempre di più man mano che si sale verso le posizioni accademiche apicali.

A tornare sull'argomento è stata di recente la rivista Nature in un articolo che ha analizzato come il divario di genere nell'assegnazione dei sei più importanti premi internazionali di matematica non sia ancora stato risolto e come questo abbia un impatto rilevante sulla valorizzazione del lavoro di una parte rilevante della comunità scientifica attiva nelle scienze matematiche. 

Uno dei più alti riconoscimenti della disciplina è la medaglia Fields, premio istituito nel 1936 e che viene assegnato ogni quattro anni a matematici di età inferiore a 40 anni in occasione del congresso della International Mathematical Union. La prima donna ad ottenerlo è stata, nel 2014, la matematica iraniana Maryam Mirzakhani che nel 2020 ha ricevuto anche il riconoscimento postumo del Breakthrough Prize, principalmente per il suo lavoro teorico sulla comprensione della simmetria delle superfici curve.

Mirzakhani, prematuramente scomparsa nel 2017 a causa di un tumore al seno e prima persona di nazionalità iraniana ad aver ottenuto la Medaglia Fields, è diventata un simbolo. In suo ricordo il 12 maggio di ogni anno, data di nascita della scienziata, si celebra la Giornata internazionale delle donne nella matematica con eventi e iniziative in tutto il mondo.

Oltre a lei, soltanto altre quattro scienziate donne hanno ricevuto le maggiori onorificienze della disciplina. Il 30 gennaio del 2024 Claire Voisin è diventata la prima donna a vincere il premio Crafoord, dopo che nel 2017 le era stato assegnato il premio Shaw. Nel 2023, la fisica e matematica Ingrid Daubechies ha ricevuto il Premio Wolf; Maryna Viazovska ha vinto la Medaglia Fields nel 2022 (diventando così la seconda donna, dopo Mirzakhani ad aver ottenuto il riconoscimento che in molti definiscono Nobel della Matematica) e Karen Keskulla Uhlenbeck ha ottenuto nel 2019 il premio Abel. 

Dando una rapida occhiata alle date si comprende come negli ultimi dieci anni ci sia stato un cambio di passo, ma come ha affermato a Nature Carolina Araujo, presidente del Comitato per le donne in matematica dell’International Mathematical Union, "alcuni aspetti rimangono invariati". Araujo fa riferimento, ad esempio, alle statistiche sulle pubblicazioni di articoli scientifici dove si osserva che a fronte di un "costante aumento della percentuale di donne autrici di articoli scientifici in matematica, la percentuale di donne autrici nelle riviste più importanti di matematica rimane inferiore al 10%". 

Per superare lo squilibrio di genere nella matematica alcune organizzazioni che conferiscono i premi stanno tentando di diversificare i comitati che prendono le decisioni di assegnazione ma, come sottolinea a Il Bo Live la professoressa Paola Mannucci del dipartimento di Matematica dell'università di Padova, occorre promuovere nel modo più ampio possibile la consapevolezza intorno a questo tema perché anche le donne possono essere soggette a bias, spesso di natura inconscia, quando si tratta di stabilire a chi attribuire un riconoscimento. 

L'intervista completa a Paola Mannucci, professoressa associata e membro del comitato pari opportunità del dipartimento di Matematica dell'università di Padova. Servizio, riprese e montaggio di Barbara Paknazar

Il fenomeno del leaky pipeline

Lo scarso numero di matematiche che hanno ottenuto importanti riconoscimenti per il loro lavoro si collega strettamente alla riduzione della componente femminile nella progressione della carriera accademica. E' quello che viene definito leaky pipeline e dalla metafora del tubo che perde (le cui cause sono state approfondite in un articolo pubblicato qualche anno fa su Nature) sceglie di partire la professoressa Paola Mannucci, presentando i dati sul fenomeno, aggiornati al 2022. Sono relativi al contesto italiano, ma risultano in linea con quanto avviene più in generale nello scenario europeo o statunitense.

"C’è sicuramente una sottorappresentazione delle donne matematiche che riguarda le posizioni apicali. Le studentesse che si iscrivono a matematica e si laureano sono lo stesso numero degli studenti, ma già a livello della posizione di ricercatori a tempo determinato di tipo A (RtdA) si rileva un gender gap e le donne diventano il 32%. Il divario aumenta sempre più fino ad arrivare al ruolo di professore ordinario: le professoresse di prima fascia sono il 22%. Tutto questo si ripercuote anche sull’assegnazione dei premi. Se analizziamo i premi la sproporzione è ancora più visibile perché sette riconoscimenti su 217 equivalgono a meno del  5%", osserva la docente del dipartimento di Matematica dell'università di Padova.

Consapevolezza e formazione per superare i bias (che possono essere anche inconsci)

Alcune organizzazioni che assegnano i premi stanno tentando di aumentare la diversità tra i candidati e nei comitati dei premi che prendono le decisioni, rispecchiando i passi compiuti dall’Accademia reale svedese delle scienze, che assegna i premi Nobel. Ma migliorare la rappresentanza di genere nei comitati non sempre garantisce un migliore equilibrio nei risultati dei premi perché tutti, quindi anche le donne, possono subire l'influenza di pregiudizi inconsapevoli.

Per questo motivo, spiega Paola Mannucci, per favorire le pari opportunità nelle carriere scientifiche in matematica è necessario formare le persone e renderle consapevoli di tutti i pregiudizi che possono derivare da bias cognitivi, spesso di natura inconscia. 

"Adesso anche nell’assegnazione dei Nobel viene fatta una formazione perché i commissari abbiano meno pregiudizi possibili. E' facile avere un tipo ideale di scienziato o di matematico, e lo dico apposta al maschile, con una carriera continua focalizzata sugli argomenti principali. Questo può portare a dei pregiudizi, anche da parte delle donne". L'International Mathematical Union (IMU) che assegna la Medaglia Fields negli ultimi anni ha lavorato in modo significativo per una migliore rappresentanza delle donne e un punto di svolta è arrivato con la presidenza di Ingrid Daubechies che è stata la prima donna al vertice dell'organizzazione, incarico ricoperto dal 2011 al 2014. All'interno dell'Unione matematica internazionale esiste oggi anche un Comitato per le donne in matematica che si è dotato di una task force attiva sul fronte della promozione delle eccellenze femminili e del superamento delle discriminazioni di genere nel mondo della matematica. Sulla stessa linea si è mossa la European Matematical Society.

"Qualcosa sta cambiando. Nelle ultime due edizioni del Congresso mondiale in cui, ogni quattro anni, vengono assegnate le medaglie Fields c’è stata una percentuale maggiore di donne invitate come invited speakers: sono il 20% e il numero rispecchia la percentuale di professoresse ordinarie", afferma Paola Mannucci. Questo, come fa notare anche la rivista Nature, suggerisce che "il piccolo numero di donne che ottengono cattedre molto ambite hanno quasi le stesse probabilità dei loro colleghi maschi di ricevere altre forme di riconoscimento". E torniamo al leaky pipeline o, per usare un'altra metafora, al “glass ceiling”, quel soffitto di cristallo che agisce come una barriera invisibile impedendo o complicando la crescita professionale delle scienziate impegnate nelle discipline STEM. 

E, come puntualizza la professoressa Paola Mannucci, oltre ai bias di genere esistono anche pregiudizi legati alla provenienza geografica o all'inserimento in un determinato contesto istituzionale. 

Premiare il merito ma garantendo pari opportunità: una sfida complessa

Molte organizzazioni scientifiche hanno ritenuto necessario adottare delle misure a favore delle pari opportunità e, come abbiamo visto, si è iniziato a ripensare la composizione dei comitati in un'ottica di maggiore diversità. Il passo ulteriore, su cui periodicamente si riaccende il dibattito, riguarda l'eventuale introduzione di quote di genere. Un punto che non è comunque esente da criticità e che per il momento anche gli enti incaricati del conferimento dei premi Nobel hanno deciso di bocciare, ribadendo che a contare deve essere solo il merito e rifiutando di considerare criteri legati al sesso o all'etnia.

"E’ chiaramente un argomento molto delicato ed è difficile avere delle certezze. Penso però che una volta che la comunità matematica ha la consapevolezza che c’è un gender gap, e si è capito che questo può essere un problema per tutta la comunità, sia necessario agire per trovare delle soluzioni", afferma Paola Mannucci aggiungendo che a suo avviso le quote di genere potrebbero essere una direzione in cui andare, ma non l'unica. Inoltre, aggiunge la docente, " le donne che eventualmente usufruissero di queste quote non devono pensare di essere andate avanti per fattori diversi dal merito". 

"Il problema è la valorizzazione delle persone anche in base ai percorsi individuali. Ci sono, per esempio, delle proposte che sostengono l’opportunità di estendere i vincoli di età presenti in alcuni premi nel caso di scienziate che hanno avuto dei figli". Ma, più in generale, Mannucci sottolinea anche che, a livello più ampio, occorrerebbe trovare dei meccanismi "per riconoscere carriere anche meno continue, questo può valere anche per gli uomini e per tante situazioni di cura che ogni persona può trovarsi a dover affontare all'interno di una famiglia". 

Verso la Giornata internazionale delle donne nella matematica

Oltre ad incoraggiare e valorizzare i talenti femminili, è necessario abbandonare il pregiudizio che le donne siano meno portate per i calcoli o la risoluzione dei problemi. Gli stereotipi di genere possono avere un impatto diretto non solo sulle scelte delle carriere, ma anche sugli apprendimenti e sin dalle prime tappe del percorso di istruzione. Nel 2022 i test Ocse-Pisa hanno misurato le competenze dei quindicenni di 81 Paesi in lettura, matematica e scienze con prove al computer di due ore e l'Italia è risultata il Paese con il più ampio gap di genere negli apprendimenti in matematica.

"Partendo dal presupposto che i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, gli uomini e le donne hanno la stessa testa e non è vero che le donne comprendono meno la matematica rispetto agli uomini dobbiamo capire quale è il motivo di questa disparità nei test. Penso che sia in gran parte dovuto ai pregiudizi che sin dalla prima infanzia le bambine si portano dietro: sono pregiudizi inseriti nelle famiglie, nelle scuole e in generale nella società. E’ un cammino lungo e bisogna scardinare questa mentalità insita dentro tutti noi", riflette la professoressa Mannucci.

La docente conclude con un invito in vista della prossima Giornata internazionale delle donne nella matematica. "Stiamo predisponendo diversi percorsi e il 10 maggio organizzeremo un incontro per le bambine delle scuole elementari per far vedere che la matematica è bella e che tutti possono divertirsi e riuscirci".

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