SCIENZA E RICERCA

Una nuova specie di pipistrello: il vespertilio del Nimba

Capita che cercando qualcosa ci si imbatta, invece, in qualcos’altro di completamente inaspettato. È quello che è successo tra le montagne della catena del Nimba, in Guinea, a un team internazionale di zoologi. Partiti nel 2018 per censire la popolazione di una rara specie di pipistrello, hanno finito col trovarne una nuova: mai vista prima e quasi completamente arancione, un colore insolito per questi mammiferi notturni. Solo ora, però, a tre anni dalla sua scoperta, la nuova specie è stata battezzata e annunciata al mondo sulle pagine dell’American Museum Novitates col nome di Myotis nimbaensis: il vespertilio di Nimba.

Nel sud della Guinea al confine con la Costa d’Avorio, tra la lussureggiante vegetazione subsahariana, svetta una catena di sky island, di “isole del cielo” africane: montagne con vette tra i 1600 e i 1750 metri sul livello del mare, circondate da pianura. È la catena del Nimba, inserita i patrimoni dell’umanità dell’Unesco e unica nel suo genere, che ospita oltre 200 specie di flora e fauna endemiche. I versanti montuosi del Nimba ancora portano le cicatrici dell’attività mineraria condotta negli anni Settanta, ma grotte e miniere sono ormai abitate dai pipistrelli di Lamotte (Hipposideros lamottei) e non solo.

E proprio per capire quali specie utilizzano gli ingressi delle miniere abbandonate e in quali periodi dell’anno, Winifred Frick, ricercatore dell’università della California – Santa Cruz e chief scientist della Bat Conservation International, insieme al collega texano Jon Flanders e ai colleghi dell’Université de Maroua del Camerun, solcano da anni i sentieri del Nimba. In particolare fino al 2018 gli sforzi di ricerca si erano concentrati sul raro pipistrello di Lamotte, endemico di quest’area, e classificato dall’Unione Internazionale per la Natura (Iucn) come specie in pericolo di estinzione. Questo chirottero, infatti, pare che abiti solo qui, in queste montagne guianesi, tra gli ingressi delle miniere abbandonate da oltre 50 anni e che sono a rischio crollo. Da tempo perciò gli specialisti della Bat Conservation International lavorano per costruire nuove grotte e rinforzare quelle esistenti per farle durare secoli.

Così, una notte di gennaio del 2018, nelle reti posizionate agli ingressi delle grotte per censire i pipistrelli di Lamotte, Jon Flanders ed Eric Moïse Bakwo Fils dell’università di Maroua hanno trovato qualcosa di davvero inaspettato: un chirottero sconosciuto, che non somigliava per nulla né all’Hipposideros lamottei, né alle altre specie note per l’area. E soprattutto un chirottero arancione: pelliccia fulva, muso quasi nudo, ma anche questo colorato insieme alla coda, alle zampe posteriori, e alle dita delle ali che contrastano sul nero del patagio. L’ala dei pipistrelli è infatti un sottile strato di pelle, detto patagio, sostenuto da una mano modificata: sono le dita della mano che nei pipistrelli sostengono l’ala. 

Per quanto insolito, questo pipistrello dai colori e fattezze perfettamente in tema con Halloween, nei primi istanti è stato ritenuto un’insolita variazione. Come a dire una pecora nera nel gruppo: magari una mutazione o un’anomalia gli aveva regalato quella strana colorazione. Eppure, dopo una notte trascorsa a sfogliare le guide di identificazione di tutti i pipistrelli del mondo e libri di testo, gli scienziati sono giunti a una conclusione: per quanto incredibile si trattava di una specie del tutto nuova. Ora nota alla tassonomia come Myotis nimbaensis, ovvero il vespertilio di Nimba.

Increduli i chirotterologi hanno chiamato una delle maggiori esperte mondiali di pipistrelli: Nancy Simmons, curatrice dell’American Museum of Natural History, a capo del dipartimento di mammalogia del museo. E la risposta, arrivata dopo un confronto anche con i colleghi dello Smithsonian, non poteva che essere una: “si tratta di una specie mai vista prima, nuova alla scienza”.

Ora, trovare una nuova specie di mammifero non è affatto scontato, ma i chirotteri – comunemente noti come pipistrelli – sono forse il gruppo in cui un evento simile accade più spesso. Negli ultimi anni sono state aggiunte circa 20 nuove specie all’ordine dei chirotteri, che con le sue oltre 1400 specie conosciute è il secondo ordine più numeroso dopo quello dei roditori. Di solito, però, non si tratta di vere e proprie nuove scoperte, quanto più di riassegnazioni: sottospecie che vengono elevate al grado di specie o specie quasi identiche che vengono “splittate”, cioè separate, come dicono gli zoologi, per lievi differenze genetiche o fisiche. Per esempio nei chirotteri, come nei roditori, spesso si arriva a valutare la formula dentaria: cioè il numero e la tipologia di denti. 

È così che il team, compresa Nancy Simmons, autrice principale dello studio e membro del consiglio della Bat Conservation International, ha iniziato a recuperare tutta la documentazione necessaria: dati morfologici e morfometrici, genetici, e persino le frequenze di ecolocalizzazione. Confrontando poi i dati ottenuti e valutando anche le sterminate collezioni dell’American Museum of Natural History, dello Smithsonian National Museum of Natural History e del British Museum, i ricercatori sono stati in grado di descrivere la nuova specie in modo completo, accertandosi che fosse sconosciuta, e inserendola nella famiglia dei Vespertilionidi e nel genere Myotis, ribattezzandola appunto Myotis nimbaensis, e annunciandola al mondo a tre anni dalla sua scoperta.

Con un corredo genetico che differisce di almeno il 5% rispetto alle specie più strettamente imparentate, il vespertilio di Nimba è una rara eccezione. Chirotteri colorati esistono: sono rari, ma ci sono. Come i bellissimi e paffuti pipistrelli bianchi dell’Honduras (Ectophylla alba), con pelliccia bianca e naso e orecchie gialli; il rarissimo pipistrello “panda” ritrovato in Sud Sudan nel 2013 (Niumbaha superba) e il pipistrello dalle ali gialle (Lavia frons) tipico dell’africa subsahariana e presente anche in Guinea. O ancora, il pipistrello dipinto asiatico (Kerivoula picta), molto simile come colorazione al Myotis nimbaensis.

Il vespertilio di Nimba, però, sarebbe l’unica specie endemica di chirottero della catena di Nimba, oltre al pipistrello di Lamotte, già minacciato di estinzione tra i versanti di queste montagne africane che sono un vero hotspot di biodiversità. Il prossimo passo sarà studiare l’ecologia del Myotis nimbaensis: scoprire dove vive, cosa mangia e dove, se quelle grotte in cui è stato trovato sono il suo unico rifugio. Cosa purtroppo probabile. Capire quanti esemplati restano in natura e come vivono è fondamentale per proteggerli. Il vespertilio di Nimba, infatti, avrebbe potuto estinguersi senza far scalpore, senza che nemmeno lo avessimo riconosciuto come specie. Fortunatamente così non è stato. Ma potrebbe essere seriamente in pericolo e dobbiamo saperlo prima che sia troppo tardi.

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