Leonardo Tauro, del dipartimento di Geoscienze, inserisce un frammento di meteorite nel microscopio elettronico a scansione
Immaginiamo di avere tra le mani un piccolo frammento di meteorite. Certo, non una eventualità così comune. E certo, forse per qualcuno una possibilità di scarso significato. Per chi di mestiere fa il geologo, però, queste rocce sono una preziosa miniera di informazioni e analizzarle può rivelarsi molto interessante. Ma come si studiano le meteoriti? Che strumenti sono necessari? E quali informazioni ci possono offrire?
Prendiamo un campione estremamente raro di una meteorite detta Dhofar 010, raccolta in Oman nella penisola araba. Si presume provenga dalla fascia compresa tra le orbite di Marte e Giove. Utilizzando un microscopio elettronico a scansione, uno degli strumenti fondamentali nelle scienze geologiche moderne, è possibile osservare quali sono i minerali che compongono la roccia e come sono organizzati. Questo consentirà di dedurre che tipo di evoluzione ha avuto la meteorite, se ha avuto degli impatti o meno o se è caduta sulla Terra in modo indisturbato.
Nel caso della Dhofar 010 è possibile avanzare delle ipotesi già dopo un paio di minuti di osservazione: molto probabilmente la meteorite ha subito un impatto con un corpo molto ricco in ferro, ad esempio con un corpo meteoritico ferroso. La collisione verosimilmente ha fuso il ferro che è stato poi iniettato nelle fessure della meteroite stessa.
Fabrizio Nestola illustra come avviene l'analisi di un frammento di meteorite. Riprese e montaggio di Elisa Speronello