SCIENZA E RICERCA

Le ondate di caldo hanno un enorme impatto anche sulla nostra salute mentale

In questi giorni molti Paesi europei (ma anche del Nord Africa, Asia e Medio oriente) stanno affrontando un’ondata di calore particolarmente intensa e duratura che, secondo le autorità sanitarie locali, ha già provocato 1.700 morti in Spagna e Portogallo. Ricondurre la causa dei decessi al caldo non è sempre semplice e per questo motivo è probabile che le stime siano probabilmente in difetto. D’altra parte, come ricorda l’Oms in un rapporto che analizza i costi degli eventi estremi in termini di vite umane, solo tra il 1998 e il 2017 le persone morte a causa del caldo sono state oltre 166 mila.

Il clima torrido si ripercuote anche su ospedali e pronto soccorso e, per fare un esempio circoscritto ad una delle città italiane più roventi, a Bologna il direttore dell’emergenza del Sant’Orsola, Fabrizio Giostra, ha affermato che negli ultimi giorni un quinto degli accessi è legato alla disidratazione.

Ma se l’impatto delle ondate di calore sulla salute fisica è piuttosto noto e periodicamente gli esperti diffondono i principali consigli utili per limitare il disagio e ridurre i rischi collegati all’afa e alle temperature torride, si tende a prestare meno attenzione al rapporto tra caldo estremo e salute mentale

Gli studi che hanno evidenziato come il caldo infatti influisca negativamente sul benessere psichico sono però ormai numerosi e una meta-analisi pubblicata nell'agosto scorso sulla rivista Enrironment International, realizzata su oltre 50 articoli scientifici dedicati all'argomento, concludeva affermando che i risultati supportano l'esistenza di un'associazione tra l'esposizione a temperature elevate ed effetti negativi sulla salute mentale. Gli autori evidenziavano inoltre che per ogni incremento di temperatura di 1°C rispetto alle medie mensili i decessi legati alla salute mentale aumentano del 2,2% e le malattie collegate alla sfera psichica crescono di quasi l'1%. 

Su questo tema è tornato recentemente un articolo pubblicato su The Conversation, scritto in collaborazione con il World Economic Forum. I modi in cui le ondate di calore possono avere effetti negativi sulla salute mentale sono diversi. Da un lato può verificarsi un aumento dei sintomi depressivi nelle persone che soffrono di depressione e un aumento dei sintomi di ansia in quelle con disturbo d'ansia generalizzato. A crescere sono anche i suicidi o i tentativi di suicido, come ricorda il Guardian citando uno studio del Regno Unito, pubblicato nel 2007, che aveva rilevato un aumento del 3,8% dei tassi di suicidio per ogni incremento di 1°C della temperatura media superiore a 18°C.

Allo stesso modo condizioni di umidità e temperatura elevate sono state causalmente collegate a un aumento degli episodi maniacali nelle persone con disturbo bipolare, come riporta uno studio del 2021 pubblicato sull'European Journal of Psychiatry.

Ulteriori problemi derivano poi dal fatto che il calore potrebbe anche interferire con l’efficacia di alcuni importanti farmaci utilizzati per curare le malattie psichiatriche, riducendone gli effetti, ma anche alterando i meccanismi di regolazione corporea. Un esempio, ricorda l'articolo, è il litio uno stabilizzatore dell'umore molto potente e ampiamente utilizzato, spesso prescritto per i pazienti con disturbo bipolare.

"Negli ultimi anni c'è stato un corpo di ricerca sempre più ampio che ci ha mostrato che le ondate di caldo peggiorano le condizioni delle persone con malattie psichiatriche sottostanti", ha affermato Laurence Wainwright, docente di sostenibilità, impresa e ambiente all’università di Oxford.

Ma il caldo estremo può anche influenzare la salute mentale e la capacità di pensare e ragionare delle persone senza un disturbo di salute mentale e il motivo è che lo stress da calore può esercitare un impatto negativo sulle aree del cervello responsabili della risoluzione di compiti cognitivi complessi. Da questo punto di vista sono particolarmente interessanti i risultati di uno studio che ha coinvolto 44 studenti di Boston durante un’ondata di calore nel 2016. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi ed è stato chiesto loro di svolgere dei test cognitivi: il gruppo che si trovava in un’aula senza aria condizionata ha ottenuto risultati peggiori del 13% rispetto ai coetanei che avevano potuto usufruire di un migliore comfort climatico e anche il tempo di reazione è risultato più lento del 13%.

La difficoltà a ragionare lucidamente può inoltre favorire reazioni violente e perdita di controllo, facilitando così episodi di aggressione. Le ragioni, spiega The Conservation, risiedono in una complessa interazione di fattori psicologici, sociali e biologici tra cui si inserisce anche un disequilibrio nei livello di serotonina, sostanza che aiuta a tenere a bada l’aggressività e che è influenzata dalle alte temperature. A questo bisogna poi aggiungere che durante le ondate di calore si tende a dormire meno e peggio, con conseguenze sia a livello di irritabilità che di umore.

Gli studi che collegano il caldo estremo ad un aumento della criminalità violenta sono numerosi e si stima che da qui al 2090 il cambiamento climatico potrebbe essere responsabile di un aumento fino al 5% in tutte le categorie di criminalità, a livello globale.

Riflettendo su cosa è possibile fare per limitare l’impatto del caldo sulla salute mentale Wainwright in un’intervista al Guardian ha auspicato un riorientamento della politica sanitaria man mano che la comprensione della relazione tra calore e salute mentale migliorerà e ha spiegato che è necessaria una maggiore educazione pubblica attorno al tema.

Intanto però giornate torride come quelle che stiamo vivendo possono anche esacerbare l'ansia per l’ambiente. Ne abbiamo parlato anche sul nostro giornale in riferimento ai risultati del più ampio studio condotto finora per indagare le reazioni emotive e cognitive dei giovani alla crisi climatica. Il 60% dei partecipanti, un campione di 10 mila volontari di età tra i 16 e i 25 anni provenienti da dieci Paesi diversi, ha espresso un livello di preoccupazione significativo per gli effetti del cambiamento climatico. Si parla a tal proposito di eco-ansia, un termine nuovo che, come ha spiegato Marina Miscioscia, psicologa, psicoterapeuta e ricercatrice interdipartimentale al Dipartimento di salute della donna e del bambino e al Dipartimento di psicologia dello sviluppo e della socializzazione all'università di Padova, “descrive il disagio legato alla crisi climatica globale e alla minaccia di un disastro ambientale”.


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C'è ancora molto da scoprire sulla complessa interazione e sui circuiti di feedback tra il cambiamento climatico e la salute mentale, in particolare gli effetti delle ondate di caldo. “Ma - conclude l’articolo pubblicato da The Conversation - quello che sappiamo è che stiamo giocando un gioco pericoloso con noi stessi e il pianeta. Le ondate di caldo e gli effetti che hanno sulla nostra salute mentale sono importanti promemoria del fatto che la cosa migliore che possiamo fare per aiutare noi stessi e le generazioni future è agire sui cambiamenti climatici”. Il tempo però stringe e con un caldo da record l’Europa intravede il suo futuro climatico.

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