SCIENZA E RICERCA

Schizzi di cosmologia: alla scoperta del cosmo tra immagine e immaginazione

Come funziona il cosmo? Il libro Schizzi di cosmologia del già docente di astronomia Giuseppe Galletta – pubblicato dalla Padova University Press - risponde a questa ed altre domande, facendo luce sui meccanismi all’origine dell’universo e sugli aspetti più strani e insoliti che lo caratterizzano.

L’opera – come afferma l’autore stesso nella prefazione - è pensata per persone “a digiuno di scienza”, e consente a chi non è esperto di questi temi di conoscere anche gli aspetti più sorprendenti del cosmo.

“Questo libro – afferma Galletta – è nato un po' per gioco. Tantissime persone mi fanno domande ed esprimono curiosità sui meccanismi che regolano l’Universo”.

Da quest’esigenza di conoscenza e di approfondimento ha preso forma l’idea di mettere insieme tutti questi interrogativi e farne un libro che descrivesse come ha avuto origine e com’è fatta l’enorme vastità del cosmo. L’opera si compone di una serie di brevi schede che toccano vari aspetti: come sono fatte le galassie e come si raggruppano, com’è avvenuto il big-bang, come si espande l’Universo e com’è cambiato nel tempo, cosa sono lo spazio, il tempo e la materia, senza dimenticare i temi più complessi e ancora poco noti, come la materia e l’energia oscura.

Il tono del libro è leggero, a tratti scherzoso, proprio allo scopo di rendere più semplici e immediati argomenti spesso complessi e poco conosciuti dal grande pubblico. Ogni scheda, inoltre, è accompagnata da almeno un’immagine o un’illustrazione: già il titolo, Schizzi di cosmologia, rimanda all’idea di disegno, come se l’autore avesse avuto intenzione di rappresentare visivamente i concetti che ha descritto a parole. Galletta ha infatti confermato che, per lui, le immagini hanno da sempre un’enorme importanza: realizza dipinti da almeno 50 anni, ed ha trasposto questa passione nel suo lavoro di docente di astronomia. Le presentazioni power point che preparava per i suoi corsi erano ricche di illustrazioni da lui stesso realizzate, e spesso le sue conferenze diventano piccoli spettacoli, poiché utilizza non solo il disegno ma anche la musica come strumenti per spiegare e chiarire concetti.

Tuttavia, per carpire i segreti più profondi che avvolgono e circondano il nostro universo, ciò che possiamo vedere non basta: occorre fare un passo in più, al di là di ciò che riusciamo a percepire con i nostri cinque sensi. Bisogna attivare l’immaginazione, perché soltanto così può essere possibile farsi un’idea, seppure vaga, degli aspetti non umani che lo caratterizzano.

“La questione – afferma Galletta - è che noi stiamo provando a descrivere, con un linguaggio ovviamente umano, ciò che umano non è. La luce, per esempio, non è un insieme di onde o di corpuscoli; un atomo non è una sfera circondata da satelliti come il sistema solare”.

Eppure, gli antichi ci hanno insegnato a parlare dei fenomeni più oscuri – che possiamo solo intuire, e non conoscere in modo tangibile – attraverso delle similitudini: solo così la nostra mente può almeno avvicinarsi a ciò che non può comprendere a pieno. Come riusciamo, per esempio, a rappresentare una quarta dimensione nell’universo? Non possiamo, l’autore lo afferma chiaramente nel libro: “Noi siamo esseri a tre dimensioni – afferma Galletta -. Perciò possiamo raffigurare chiaramente, sono le dimensioni che in geometria si definiscono lunghezza, larghezza e altezza. Quando parliamo dell’espansione dell’universo, invece, dobbiamo pensare ad uno spazio che si espande anche in una quarta dimensione: quest’ultima non si può rappresentare, né si può spiegare chiaramente, ma possiamo solo intuirne l’esistenza dalle nostre osservazioni sul cosmo”.

Proprio perché l’astronomia è una scienza complessa – che oscilla continuamente tra ciò che si può osservare e ciò che siamo soltanto in grado di dedurre – bisogna sempre prestare attenzione a non entrare nell’ambito della filosofia, che si occupa di aspetti ben diversi da quelli che prende in considerazione un astronomo. Nel libro i due ambiti sono ben delimitati e l’autore mette in guardia dal rischio di fare filosofia, che spesso corre chi studia fenomeni di questo genere.

“Chi si occupa di conoscere il cosmo – dichiara Galletta – tende a spiegare il tutto, la totalità dell’universo attraverso un unico modello, rischiando di dare vita a una teoria filosofica, piuttosto che fare un discorso di carattere scientifico”.

Un astronomo sperimentale deve basarsi sulle osservazioni, senza cercare di risalire a modelli univoci e unitari. Ciò non significa che fare filosofia sia sbagliato: l’autore chiarisce che si tratta semplicemente di due ambiti diversi. È come, afferma nel libro, giocare a calcio e mandare la palla in rete utilizzando le mani: “Non è errato, ma è giocare a rugby, non a calcio”.

La conclusione dell’opera lascia presagire un futuro ricco di nuove e importanti scoperte. Sono tanti gli aspetti dell’universo che ancora rimangono oscuri e che gli studiosi stanno cercando di chiarire: come sta proseguendo la sua espansione? Da dove nasce l’energia oscura? Questi sono solo alcuni degli interrogativi a cui gli scienziati stanno cercando di dare risposta. L’universo è regolato da un meccanismo misterioso e complesso, e non è semplice chiarirne ogni aspetto. Il libro si chiude con un’allegoria che richiama proprio l’alone di oscurità e mistero che accompagna il modo in cui il cosmo ci si svela: si tratta di un’immagine che sembra uno smile, ma che, in realtà, raffigura due galassie che, a causa della forza di gravità, deformano lo spazio tempo proiettando un’immagine distorta di un’altra galassia dietro di loro.

“Non vi sembra – dice l’autore nel libro – un’allegoria del modo beffardo e misterioso con cui l’universo si presenta agli esseri umani?”.

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