SOCIETÀ

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“Ascoltiamo le idee di chi vuole cambiare il mondo”

La nuova sede si trova vicino alla stazione dei treni di Padova. Simbolico crocevia, luogo di incontro, scambio di idee e condivisione di progetti. È venerdì pomeriggio e in ufficio ci sono quasi tutti: seduti attorno a due grandi tavoli, i ragazzi lavorano uno accanto all’altro, circondanti da finestre e poster incorniciati che svelano l’anima del gruppo e un preciso approccio non solo al lavoro, ma più in generale alla vita: I am not fat I am bold, Think big, Think outside the box, Experiment Fail Learn Repeat. 

A guidare un team formato da 16 dipendenti, assunti a tempo indeterminato (e nel sito sono segnalate altre posizioni aperte), sono Nunzio, Sebastiano e Nicola, i tre ventisettenni fondatori di Noonic, tech company specializzata in automation per il marketing e l’e-commerce, al servizio delle aziende italiane ed europee che vogliono scoprire i vantaggi del digital. Amici dai tempi della scuola (Nunzio e Sebastiano si sono diplomati al liceo scientifico Cornaro di Padova), oggi soci con obiettivi chiari e condivisi: “Vogliamo prenderci cura di pochi e selezionati clienti per assicurare ottimi risultati”. Il nome è un gioco e mette insieme le iniziali Nunzio e Nicola, ma quella doppia O tradisce un omaggio a Google, realtà che in qualche modo ha ispirato il loro modo di intendere il lavoro. “Per noi quello che conta è il risultato, qui non timbriamo il cartellino ma ragioniamo per obiettivi”, spiega Sebastiano. E Nicola aggiunge: “Non abbiamo bisogno solo di sviluppatori ma di persone open-minded che abbiano voglia di portare innovazione all’interno delle aziende. Ci siamo specializzati nell’ascoltare le idee di chi vuole cambiare il mondo e investiamo sulla qualità della vita dei nostri dipendenti, su un ritmo di lavoro creativo e rilassato e attività extra di team building per migliorare i rapporti tra di noi”.

La squadra di Noonic. Foto: Massimo Pistore

La storia inizia nel 2011 quando, a soli 22 anni, Sebastiano Favaro, oggi laureato in informatica all’università di Padova, Nunzio Martinello, sviluppatore attualmente iscritto a informatica, e Nicola Possagnolo, laureato allo Iuav di Venezia, lanciano la loro startup in India partendo da Trivandrum per poi spostarsi nel febbraio 2013 a Bangalore, la Silicon Valley indiana, con un team di 25 persone. A distanza di qualche anno, i tre amici decidono di tornare a casa. Noonic - che fa parte dell’incubatore Nuvolab fondato da Francesco Inguscio, laureato in economia all’università di Padova – apre in Italia come startup già nel 2014 con un dipartimento grafico e alcuni programmatori, pur mantenendo inizialmente la maggior parte della produzione in India, e apre una sede anche nel Regno Unito. Infine, l’11 novembre scorso, il passaggio nel nuovo headquarter padovano. Si tratta del primo caso di reshoring – ovvero, il rientro di attività produttive prima delocalizzate all’estero - da parte di una startup digital. L’Asia resta un asset strategico per le startup e i tre giovani soci ne sono consapevoli, “ma la verità è che i programmatori italiani sono i migliori, con un approccio più dinamico nella risoluzione dei problemi”. 

Foto: Massimo Pistore

A Noonic si respira un’aria distesa, rilassata. Eppure si lavora tanto e bene. Tra questi ragazzi appassionati e competenti, vien voglia di restare ancora un po’. “Volete fermarvi?” chiedono al termine della visita del Bo Magazine. “Tra poco inizia il beer friday: ogni venerdì, nel tardo pomeriggio, offriamo una birra e trascorriamo un po’ di tempo insieme. Invitiamo in sede anche i nostri clienti, che non scegliamo mai a caso: lavoriamo sempre con persone e aziende che ci somigliano. A noi piace così”.

Francesca Boccaletto

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