CULTURA

Il trucco c'è, ma non lo vedi: ti diamo una mano!

Il palco è immerso nel buio, e tutti gli spettatori sono con il fiato sospeso. Non devono aspettare molto, perché il mago entra in scena con una nuvola di vapore. Il resto è storia: donne segate in due, conigli che appaiono dal nulla, catene indistruttibili sciolte come nodi da marinaio. Lo spettacolo è affascinante, ha ispirato vari registi come Woody Allen, Christopher Nolan e  Louis Leterrier, e se hai le mani abbastanza abili per diventare un prestigiatore da palcoscenici roboanti potrai guadagnarti da vivere incantando le persone (e scusate se è poco!). A rischio di sembrare antipatici, però,  a scanso di equivoci spezziamo subito il sogno: il trucco c'è sempre, anche nel numero più incredibile. È proprio il fatto che non riusciamo a vederlo a mantenere intatta la magia. Certo, ci possiamo concentrare, valutare tutte le ipotesi, fissare il mago durante ogni minimo micromovimento, ma quasi certamente lui riuscirà a farci rimanere a bocca aperta. Il perché ce lo spiega proprio il magico film The prestige di Christopher Nolan: noi non stiamo veramente guardando.

Cosa significa? La maggior parte delle volte stiamo guardando nel posto sbagliato, nonostante le nostre buone intenzioni. Perché i maghi ne sanno una più del diavolo, e anche quando pensiamo di aver capito il trucco, stiamo solo proiettando il nostro sguardo dove vogliono loro. Altre volte, invece, è più complicato, perché in realtà non c'è nulla da guardare, e dovremmo semplicemente pensare. E qui casca l'asino, perché a volte gli illusionisti si approfittano di alcuni processi mentali automatici di cui è impossibile liberarsi: sono i processi mentali che, in anni e anni di evoluzione, ci hanno permesso di adattarci all'ambiente, e sicuramente il nostro cervello non è disposto a sacrificarli solo per "sgamare" quello sul palco. Altre volte, invece, potremmo riuscire a smontare il numero di magia, se solo riuscissimo a pensare in modo meno lineare e prevedibile.

Più facile a dirsi che a farsi, certo. Però possiamo provare a fare amicizia con la nostra mente: qualche dritta ce la dà Paolo Legrenzi, professore emerito di scienze cognitive all'università Ca' Foscari.

Servizio di Anna Cortelazzo e montaggio di Elisa Speronello

Legrenzi conferma che è impossibile smontare le illusioni di tipo percettivo, perché derivano proprio dal funzionamento del cervello. Ne sono un esempio le illusioni ottiche: nel video mostriamo quell'immagine che potrebbe rappresentare una coppa o due profili umani ma, anche sapendolo, l'essere umano non riuscirà mai a vederli contemporaneamente. "I meccanismi della visione - spiega Legrenzi - incorporati nel cervello in seguito a un'evoluzione che è durata centinaia di milioni di anni hanno prodotto un sistema visivo il cui scopo non è darci una rappresentazione fedele della realtà esterna, ma permetterci di agire in modo efficace. in questo senso, il meccanismo principale che dà luogo alle illusioni è costituito dal fatto che la nostra visione del mondo è selettiva: guardiamo di più alcune cose rispetto ad altre che tendiamo a trascurare e questa capacità è stata fondamentale per prendere decisioni in maniera veloce di fronte a un ambiente ostile". Queste illusioni vengono studiate dagli psicologi della percezione perché si sono occupati dei fallimenti del sistema visivo per comprenderne meglio il funzionamento. Lasciamo tutto così, per carità: non sia mai che qualche pellicola apocalittica dovesse azzeccarci, e in quel caso questa abilità potrebbe esserci utile anche se non facciamo i maghi. Un altro esempio di percezione selettiva è contenuto in questo video.

Altri trucchi sono invece costruiti in modo diverso, e quando scopriamo la soluzione ci rimaniamo anche piuttosto male, perché potevamo pensarci prima. Ne è un esempio la classica donna segata in due in una cassa. Il mago in quel caso deve distrarci con qualche colpo da maestro, altrimenti capiremmo subito che sul fondo della cassa in realtà c'è un'altra donna (quella di cui vedremo le gambe) e che quella che entra nella cassa dovrà soltanto stare un po' stretta nella metà dello spazio. Non è il massimo, ma è un giusto prezzo da pagare per mantenere le gambe integre.

E poi ci sono i numeri più efficaci, quelli della lettura della mente. Legrenzi nel video fa l'esempio di un trucco che sfrutta un meccanismo che impariamo alle elementari con la tabellina del 9: sappiamo che quando moltiplichiamo 9 per un altro numero (fino a 10 ma anche oltre, anche se non sempre) la somma delle cifre ottenute darà 9. Ma noi non abbiamo il perfetto dominio di ogni informazione che abbiamo imparato nella nostra carriera scolastica: spesso certe cose le dimentichiamo, soprattutto quando il mago è bravo a deviare la nostra attenzione facendoci concentrare su altro. In questo caso, potremmo scoprire la soluzione dell'enigma con un ragionamento alla rovescia, ma il mago, nel frattempo, sarà già passato a un altro trucco, distraendoci nuovamente.

Allenando la nostra attenzione, comunque, potremmo smontare un gran numero di trucchi. Ma siamo proprio sicuri di volerlo fare? Forse di questi tempi sarebbe più utile mettere da parte un po' di magia e di meraviglia, da tirare fuori all'occorrenza, quando le cose si mettono veramente male.

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