CULTURA

UniversoPoesia: Poesie, femminile plurale

C’è una poetessa dell'Ottocento che porta, oltre al suo, il cognome di un altro poeta, perché lui era suo marito e, all'epoca, che le donne usassero fare così non era affatto inusuale. È Elizabeth Browning Barrett (o Barrett Browning) e i suoi versi girano in rete più di quanto non faccia il suo nome: “Se devi amarmi, per null’altro sia se non che per amore” è un componimento degno di Shakespeare ma che si presta (come lo stesso Shakespeare a volte in verità) anche alle contemporanee vie veloci (social e spesso “pop”) di comunicazione.

Perché però Robert Browning è molto più conosciuto della sua amatissima e da lui ammiratissima moglie?

Non c’è da farne una questione di genere, forse, ma innanzitutto di biografia. Elizabeth Barrett visse 55 anni (ebbe problemi alle gambe già da giovane e fece una vita per lo più tra le pareti domestiche), Browning invece 77, e le sopravvisse di quasi quattro lustri. Lei, di sei anni più vecchia, godeva dell’ammirazione di lui, in special modo dopo che ebbe pubblicato la sua prima importante opera, i Poems, nel 1844. Lui le scrisse il suo apprezzamento e nel 1845 si incontrarono. Il corteggiamento durò complessivamente due anni dando vita a uno dei più celebri epistolari della storia della letteratura (come dimenticare però quello novecentesco tra i poeti Elizabeth Bishop e Robert Lowell?). Il padre si opponeva alla relazione e ci fu tanto di fuga con matrimonio segreto nel 1846, quindi si trasferirono a vivere stabilmente in Italia, prima a Pisa e poi a Firenze a “Casa Guidi”, e camparono per anni dei guadagni di lei. Il componimento più celebre di Barrett Browning è forse proprio quel sonetto XIV dei Sonetti dal portoghese che la poetessa completò due giorni prima delle nozze, raccolta il cui titolo venne proposto proprio dal futuro marito.

La storia della poesia, e della letteratura, è costellata di vicende così. Di astri luminosi che nonostante rischiarino la via non sono così noti al viandante. Spesso sono donne.

Anna Toscano, poetessa e docente, mette insieme in un’antologia dal titolo Chiamami col mio nome (in cui le autrici sono riportate proprio in ordine alfabetico di nome), pubblicata da La Vita Felice, cinquanta componimenti di autrici donne: “Non una specifica volontà – scrive – ma più che altro un’attitudine, una scelta inconsapevole”.

Alcune sono notissime (una su tutte Alda Merini), altre lo sono più come romanziere (Goliarda Sapienza, Natalia Ginzburg, Janet Frame ecc.), un’altra ancora è diventata celebre per l'assegnazione del premio Nobel per la Letteratura (Louise Glück).

Con Anna Toscano abbiamo parlato di alcune di loro, e non solo.

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012