CULTURA
Padova: si restaurano i capolavori nascosti del territorio
Madonna con il Bambino, chiesa della Natività della Beata Vergine Maria (Pozzonovo)
XPI MORS VITA NOSTRA EST (“La morte di Cristo è la nostra vita”): sotto l’iscrizione latina dipinta a lettere d’oro sull’altare in pietra di Nanto si stagliano le figure che sorreggono Gesù morto, allo stesso tempo gravi e composte nel loro dolore. Un’iconografia dalle reminiscenze vagamente belliniane apparentemente lontana, nell’aspetto e nelle dimensioni, dalla disperazione colta da Niccolò dell'Arca nel più celebre Compianto collocato nella chiesa di Santa Maria della Vita a Bologna; anche qui però, sotto vari strati di polvere e di ridipinture, si intravvedono la qualità e la cura dell’esecuzione, il pathos dei volti e delle posture.
Il gruppo statuario in terracotta, eseguito da un ignoto autore padovano alla fine del ‘400, ha tutta l’aria di uno di quei gioielli nascosti che, nonostante la disattenzione e l’incuria, continuano a punteggiare le nostre città, qualche volta riuscendo persino a risvegliare i nostri sensi assopiti. Si trova da secoli in una cappella della chiesa di San Pietro, sito anche questo antichissimo, documentato fin dal nono secolo come annesso a un vicino monastero benedettino ma in realtà ancora precedente, di straordinario interesse ma tuttora sconosciuto a molti padovani. Le impalcature evidenziano i danni del terremoto del 2012, ma adesso anche questo straordinario edificio potrebbe tornare ad essere valorizzato.
Compianto su Cristo morto, ultimo quarto del XV secolo; Padova, chiesa di San Pietro
Il Compianto sul Cristo morto che custodisce da secoli, di autore ignoto, fa parte del gruppo di tre opere coinvolte nella terza edizione del progetto Mi sta a cuore del Museo diocesanoe dell’ufficio beni culturalidella Diocesi di Padova, nato nel 2013 per promuovere il restauro del patrimonio artistico padovano e per valorizzare i beni storici conservati nelle chiese della città e del territorio. Il progetto infatti mira anche a coinvolgere e a rendere partecipi singoli e comunità nel sostegno agli interventi di recupero, proprio perché il patrimonio culturale è un bene comune.
Stavolta, dopo i tre crocifissi lignei restaurati ed esposti al Museo diocesano nel 2013 e dopo l’intervento nel 2014 che ha riportato allo splendore la Madonna in trono con bambino di Antonio Vivarini e Giovanni d’Alemagna, conservata nella chiesa cittadina di San Tomaso, in questa terza edizione, il progetto Mi sta a cuore si concentra su tre opere d’arte di terracotta del XV secolo di particolare pregio per fattura, bellezza e valore storico-artistico.
Padova nel Rinascimento fu un importante centro di produzione di terrecotte; purtroppo però la fragilità del materiale, il mutamento delle pratiche liturgiche e devozionali e la trasformazione degli spazi sacri, uniti a incuria, guerre e dispersioni seguite alle soppressioni degli enti religiosi o causate da vendite sconsiderate, hanno causato la perdita della maggior parte di questo patrimonio. Tuttavia nelle chiese di Padova e del territorio sopravvivono ancora alcune di queste sculture, spesso dimenticate, altre volte oggetto di una devozione popolare inconsapevole delle loro antiche origini e della loro bellezza, celata da secoli di ridipinture e manomissioni.
Tra le opere restaurate, oltre al Compianto, due Madonne con bambino: la prima, della prima metà del XV secolo e attribuita a Nanni di Bartolo, è attualmente custodita nella chiesa della Natività della Beata Vergine Maria di Pozzonovo, mentre l’altra, leggermente più tarda e opera di Giovanni de Fonduli, è conservata nella chiesa di San Nicolò a Padova.
I tre interventi vedono la stretta collaborazione, sancita da un’apposita convenzione, tra diocesi, soprintendenza e università di Padova, quest’ultima attraverso il CIBA, Centro Interdipartimentale di Ricerca, studio e conservazione dei beni archeologici, architettonici e storico-artistici.
Le attività degli studiosi padovani, illustrate durante la presentazione del progetto dalla direttrice del CIBA Rita Deiana, comprendono tra l’altro l’acquisizione di nuovi dati grazie a indagini non invasive su micro-campioni e la digitalizzazione delle opere scultoree, allo scopo anche di consentire lo sviluppo di una piattaforma software di realtà aumentata. Tra gli obiettivi, quello di consentire al pubblico una più ampia fruizione dei contenuti della mostra che farà seguito al restauro delle opere: Scultura in terracotta a Padova nel Rinascimento. Da Donatello a Riccio, in programma nel 2019.
Daniele Mont D’Arpizio