SOCIETÀ

La rivoluzione del 5G e il ruolo cruciale della Cina

Una rivoluzione nella comunicazione cellulare è in atto. La tecnologia 5G, acronimo di “fifth generation”, è in fase di sperimentazione in molti Paesi del mondo, inclusa l’Italia. Quando il 5G entrerà definitivamente a far parte della nostra vita, saremo in grado di connetterci ad una velocità dieci volte superiore a quella odierna. “Potremo arrivare a 10-50 Gigabit al secondo entro due anni e 100 Gigabit al secondo entro il 2025” afferma Mattia Rebato, dottorando in scienza e tecnologia dell’informazione presso l’Università di Padova. Saranno connessi contemporaneamente una moltitudine di dispositivi senza inficiare sulla velocità di connessione. Diminuirà da 10 a 1 millisecondo il tempo di latenza, ossia il ritardo nella trasmissione, “permettendo – riferisce Rebato - di sfruttare internet per applicazioni critiche in ambito industriale (robot), sanitario (telemedicina) e nei trasporti (auto a guida autonoma). Riassumendo, disporremo di un elevato numero di dispositivi connessi alla rete, trasmettendo elevate quantità di dati in modo affidabile”.

Dal punto di vista strutturale, il 5G si avvale di un sistema di piccole celle – le unità fondamentali di una rete – in cui antenne direzionabili di nuova generazione, densamente distribuite, ricevono e trasmettono il segnale grazie aonde elettromagnetiche ad alta frequenza.

Agli albori della rivoluzione

Agli inizi del secondo decennio di questo secolo si stimano in 20 miliardi i dispositivi connessi entro il 2020. Nasce il concetto dell’“Internet of Things”, dispositivi che comunicano wireless per gestire la nostra vita in modo da renderla più efficiente, più confortevole e più sicura. Si progettano le smart cities, città basate su trasporto e fabbriche autonome. Un futuro in cui, grazie all’intelligenza artificiale, sempre più professioni e servizi sono demandati a dispositivi automatizzati in grado di sostituirsi all’uomo.

Con le tecnologie disponibili a quel tempo, la larghezza di banda non è sufficiente a coprire la mole di connessioni future. In più, la banda sfruttata dalle tecnologie esistenti è quasi del tutto occupata. I ricercatori decidono quindi di puntare sulle millimiter waves, onde elettromagnetiche ad alta frequenza con lunghezza d’onda compresa tra 1 e 10 millimetri: 28 38 gigahertz (GHz) divengono le bande di elezione per lo sviluppo della quinta generazione di telecomunicazioni, se pur con qualche riserva riguardo l’effettiva capacità di trasmissione del segnale. Risale al 2013 il primo studio di fattibilitàsul 5G. Rappaport e colleghi testano la banda 28 GHz a New York, una delle città più densamente popolate al mondo. Dopo quattro mesi di sperimentazioni, i ricercatori concludono che né la pioggia né i componenti atmosferici sono in grado di attenuare in maniera significativa il segnale, mentre mura e vetri, specie se colorati, rappresentano un ostacolo maggiore.

L’attuazione del 5G rallenta

Oggi, siamo alla fase di attuazione della tecnologia 5G su scala globale. Tuttavia, uno scontro politico internazionale tra Stati Uniti e Cina rallenta questo processo. Infatti, l’amministrazione Trump accusa Huawei di spionaggio. Secondo Washington, alle spalle dell’azienda leader mondiale nel 5G c’è il governo di Beijing, con l’intento di impossessarsi di dati e segreti militari altrui. Alle accuse segue una legge, approvata dal congresso statunitense nell’agosto 2018, che proibisce alle agenzie governative di acquistare o utilizzare prodotti provenienti da alcune aziende cinesi, tra le quali Huawei. In successione, adottano divieti simili AustraliaNuova Zelanda Giappone. Anche Google estromette Huawei dagli aggiornamenti del sistema operativo Android. Nel frattempo, Huawei respinge le accuse di spionaggio e rilancia puntando forte sul mercato europeo, laddove la partita con Ericsson e Nokia, i principali concorrenti, sembra impari. Huawei gode del sostegno economico del governo cinese e garantisce prestiti a tassi di interesse bassissimi ai propri clienti. In sostanza, il 5G della concorrenza è circa un terzo più costoso. È per questo vantaggio economico, oltre alla reale mancanza di dati a sostegno delle accuse di spionaggio, che alcuni tra i principali Paesi europei - GermaniaFranciaOlanda Italia, ai quali si aggiunge la Russia - stringono accordi con Huawei. Rimane alla finestra il Regno Unito che, con Vodafone, sospende temporaneamente i preordini per lo smartphone Huawei Mate 20 X (5G). 

Come finirà la vicenda? Gli analisti sono concordi nel ritenere che gli Stati Uniti soffriranno di ritardi nell’attuazione della tecnologia 5G, sia perché Huawei ha la tecnologia più avanzata e sia perché i suoi concorrenti sono più costosi, consegnando di fatto la leadership mondiale alla Cina. Tuttavia, “nelle ultime settimane è chiaro che per Trump Huawei rappresenta una pedina per negoziare con la Cina – afferma Carolina Milanesi, tech analyst presso Creative Strategies – il che mette in dubbio quanto la sicurezza sia il motivo del bando”.

Problemi di salute per il 5G?

Intanto, nel settembre 2017, un comitato internazionale composto da180 scienziati e medici, di cui 35 italiani, si appella all’Unione Europea chiedendo una valutazione degli effetti del 5G sulla salute umana e ambientale. La richiesta è basata su alcuni studi scientifici che definiscono “possibili” gli effetti carcinogeni delle onde elettromagnetiche ad alta frequenza. Tuttavia, la Commissione Europea risponde che non ci sono evidenze scientifiche a sostegno delle preoccupazioni del comitato; anzi, ci si attende che il 5G generi campi elettromagnetici meno intensi rispetto alle generazioni tecnologiche precedenti.

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