UNIVERSITÀ E SCUOLA

Diventare medici in corsia, non in aula

La formazione dei medici può avvenire solo attraverso le modalità accademiche tradizionali, o è possibile definire percorsi diversi ma altrettanto capaci di conseguire una preparazione efficace, magari in tempi minori e senza la necessità di ricorrere al numero chiuso? La domanda non riguarda la sola professione medica: sempre più settori hanno bisogno della formazione superiore, e il mondo ha fame di professionisti e competenze che le università faticano a colmare. Da qui, fenomeni come i Mooc ma anche tutta una serie di esperienze che hanno in comune l'ambizione di conseguire una formazione di livello universitario, orientata alla pratica e all'immediata spendibilità, con canali differenti da quelli delle università stesse. Una tendenza che, se dovesse avere successo, comporterebbe in prospettiva il superamento del tradizionale monopolio accademico sull'alta formazione e l'abilitazione alle professioni corrispondenti.

In Germania, il caso che di recente ha dato il via ad un'accesa discussione in merito è quello dell'ospedale di Norimberga, che si propone, in collaborazione con l'università austriaca privata Paracelsus, di formare medici al suo interno con un corso apposito e senza la frequenza delle lezioni accademiche tradizionali.

Il modello proposto con la Nürnberg Medical School ha creato opinioni contrastanti tra medici ed esperti di sanità: i laureati in medicina sono oggi in numero insufficiente rispetto alle necessità e una riforma dei corsi è stata spesso auspicata, ma con una soluzione come quella proposta non ne risentirà la qualità dello studio? È già abbastanza singolare quello che si programma a Norimberga: a partire dallo scorso agosto cinquanta studenti dovrebbero studiare lì e diventare medici in soli cinque anni senza mai frequentare un corso all'università. La formazione è intera responsabilità dell'ospedale cittadino di Norimberga, che ha creato una propria scuola medica dove insegneranno medici dell'ospedale stesso, abilitati appositamente, e in cui la pratica, svolta all'interno della struttura lungo l'intero corso, giocherà un ruolo di primaria importanza. Affinché il percorso di studi venga riconosciuto, l'ospedale coopera con un'università privata di Salisburgo, la Paracelsus Medizinische Privatuniversität.

Alle origini della questione c'è un problema stringente: secondo stime recenti, l'Europa si potrebbe trovare, fra circa sei anni, con una carenza di medici e infermieri rispetto al fabbisogno reale. Il quadro emerge dal Rapporto elaborato nell’ambito del progetto europeo HW4All, “Personale sanitario per tutti e tutti per il personale sanitario”. La minaccia sembra essere molto concreta: la spesa pubblica per la sanità è – a causa della crisi – diminuita, alterando così in molti Paesi l'equilibrio tra gli investimenti necessari alla formazione del personale sanitario e la mobilità di quest'ultimo. Le risorse non sono più sufficienti per avere personale specializzato in numero adeguato e per trattenerlo laddove ce n'è maggiormente bisogno; la mobilità intraeuropea e globale accentua ulteriormente gli squilibri, portando i professionisti verso i Paesi, e i campi di specializzazione, nei quali sono meglio remunerati.

Si arriva alla stima, se le tendenze non saranno invertite, di una carenza di circa un milione di operatori sanitari entro il 2020. Sono pertanto state rivolte una serie di raccomandazioni ai governi e a tutti gli attori coinvolti per implementare il Codice di condotta Oms: rivedere le politiche di austerity e quelle di aiuti allo sviluppo; puntare su un mercato unico europeo che tuteli la libertà di movimento e incentivi al contempo anche un’equa distribuzione dei camici bianchi; rilanciare le indicazioni del Codice per rimettere al centro del dibattito sullo sviluppo e la mobilità del personale sanitario una prospettiva di salute pubblica.

In questo contesto, per le università tedesche l'avvio dei corsi a Norimberga è stato un fulmine a ciel sereno e si è cercato immediatamente di correre ai ripari, poiché esse ritengono il progetto problematico. Si è cercato di dimostrare che questo modello “in franchising” è contro il diritto tedesco. L'università di Salisburgo e l'ospedale di Norimberga affermano invece che il percorso di studio prospettato si basa sulla legge austriaca, e a norma del diritto comunitario è permesso estendere la propria offerta formativa a ogni stato membro dell'unione europea.

Questa disputa mostra non solo quanto siano importanti le università e le cliniche universitarie nello studio della medicina, ma pone una serie di questioni sul futuro della formazione medica. Il modello di Norimberga mostra infatti che in futuro anche piccoli ospedali potranno cercarsi un'università all'estero e formare internamente i propri medici. Se da una parte si saluta questa proposta come possibilità di sopperire alla crescente carenza di personale medico qualificato, si pongono questioni sulla qualità della formazione. Gli studenti di Salisburgo sosterranno in gran parte - seppur con alcune differenze significative - gli stessi esami dei loro colleghi delle università tedesche, termineranno il loro percorso formativo in cinque anni contro i sei tedeschi e saranno quindi medici a tutti gli effetti in Austria. Come laureati in uno dei Paesi della Ue, potranno andare a lavorare in tutti gli altri, e quindi anche in Germania. A fronte dell'assenza di numero chiuso, i costi sono ingenti e la Nürnberg Medical School cerca anche sponsor per poter pagare le tasse universitarie ai propri studenti.

Prima ancora che uno studente sia entrato in clinica, i rappresentanti dei medici e delle università tedeschi si sono scandalizzati perché ritengono che questa formazione non sia equipollente a uno studio della medicina. Non si tratta solo di competenze pratiche ma di qualificazione in senso pieno nella scienza medica: la formazione alla Nürnberg Medical School avverrà quasi completamente all'interno della clinica e sarà orientata fondamentalmente alla pratica. Gli studenti, però, non seguiranno mai una lezione in un'aula universitaria.

La proposta di Norimberga non è del tutto nuova, perché già dal 2008 le cliniche private Asklepios di Amburgo cooperano con l'università Semmelweis di Budapest: i primi quattro semestri vengono svolti in Ungheria, mentre la pratica avviene nelle cliniche amburghesi e lo studio si conclude con un titolo universitario ungherese. Le tasse universitarie sono abbastanza elevate, per il periodo ungherese circa 6.700 euro e per ogni semestre ad Amburgo 7.500 euro. Anche la European Medical School Oldenburg-Groningen offre la possibilità di uno studio che supera i confini nazionali: i 40 studenti per anno fanno uno scambio di un anno nei Paesi Bassi, ottengono il titolo tedesco e non pagano tasse.

Per Volker Hildebrandt, segretario generale delle facoltà mediche tedesche, nel corso di Norimberga così come in quelli analoghi manca il legame pratico fra le basi scientifiche e la medicina clinica: ritiene che i nuovi progetti non debbano sostituire la teoria, bensì rendere ancora più consapevole lo studente di medicina del perché materie come biochimica e biologia siano fondamentali per un medico. A Norimberga, si nota, manca ad esempio ogni fondamento di biologia molecolare. Lacune che comparate alle facoltà di medicina lo portano a parlare per questi corsi di una formazione medica "Light" e di assenza dei necessari standard universitari.

Inoltre, va segnalato che gli studenti devono pagare tasse elevate: l'ammontare dei cinque anni si aggira attorno ai 67.500 euro e quindi c'è il concreto pericolo che si tratti di un centro di studi elitario per coloro che magari non hanno un voto di maturità alto o non sono stati in grado di superare le selezioni per il numero chiuso, ma dispongono di risorse in famiglia e possono quindi "comperarsi" lo studio.

Nonostante le tasse, le candidature iniziali sono state 1.031, forse giunte qui anche a causa del numero chiuso delle facoltà di medicina tedesche. La formazione degli studenti dovrebbe avvenire completamente grazie ai 33 medici della clinica che sono abilitati, ma risultano essere troppo pochi per permettere una formazione a tutto campo e quindi si dovrà ricorrere a personale esterno. Non vi è solo il problema di assicurare la qualità, ma anche di garantire il finanziamento continuo del percorso di formazione.

Il caso di Norimberga ci riporta alla situazione italiana: molti sono, ad esempio, gli studenti italiani che negli ultimi tempi vanno all'estero, presso atenei come Timisoara, Bucarest, Costanza, Cluj-Napoca che appaiono attraenti non solo per la facilità di ammissione, ma spesso anche per il rapporto docente-studente più favorevole, per la cultura della pratica più consistente e, non ultimo, per lo studio e l’esercizio della lingua inglese negli ambienti di studio, spesso assente nelle facoltà di medicina italiane.

Di questi studenti una metà saranno medici, gli altri si preparano, invece, per diventare odontoiatri. In rapido aumento anche infermieri e veterinari. La possibilità di rincorrere il sogno di diventare medico sembra essere resa più concreta all'estero poiché non tutti i paesi della Ue limitano l'accesso a medicina. In Austria, per esempio, non c'è numero chiuso, mentre in Francia non esiste il test d'ingresso, ma dopo il primo anno gli studenti sono sottoposti a un test di sbarramento molto duro che può essere tentato solo per due anni.

In Germania invece il voto del diploma di maturità affianca un test assai difficile, mentre in Inghilterra si richiede una lettera di referenza scritta da un insegnante. Per uno studente straniero ci sono comunque una serie di ostacoli, come la certificazione linguistica (si deve padroneggiare la lingua del paese di elezione ad un livello B2 del Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER). Fiorente è quindi il mercato delle università private. In questo mare magnum di offerta rimane tutta aperta la questione della qualità.

Isabella Ferron

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012