SOCIETÀ

Christine Lagarde, una giurista alla BCE

Il successore di Mario Draghi ha un nome: Christine Lagarde, 63 anni compiuti il primo gennaio e attuale direttrice generale del Fondo Monetario Internazionale, prima donna e seconda francese a ricoprire la carica di presidente della Banca Centrale Europea.

Direi che è una buona notizia per l'Italia, nel senso che va nella direzione della continuità con la presidenza di Mario Draghi – è il commento a caldo di Lorenzo Forni, economista dell'università di Padova –. Al Fmi ha sostenuto ad esempio che la Banca Centrale Europea dovesse avviare il Quantitative Easing addirittura prima che Draghi fosse in grado di metterlo in atto. Una figura che ha molto a cuore la stabilità dell'Europa e dell'area dell'Euro, che conosce bene i problemi e le riforme che vanno fatte e che cercherà sostanze sicuramente di sostenerle. Sicuramente più una colomba che un falco dal punto di vista della politica monetaria”.

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Lagarde viene sempre vista con un po’ di scetticismo dagli economisti, perché non ha una formazione economica

Attenzione però, perché i giochi non sono ancora del tutto fatti: “Se confermata, Lagarde entrerà in carica il primo novembre, prima però tutto il pacchetto delle nomine deve essere approvato dal Parlamento Europeo – spiega Forni a Il Bo Live –. Si tratta ovviamente di un accordo franco-tedesco, che però ha una larga maggioranza: ad esempio è stato appoggiato anche da Orban e dal nostro presidente del Consiglio, Conte. I socialisti non lo hanno sostenuto, quindi sulle nomine si è creata una maggioranza diversa da quella si pensava potesse guidare il Parlamento Europeo… vedremo al passaggio parlamentare se queste nomine verranno confermate, ma diciamo che sarebbe uno scenario abbastanza estremo”.

Per quanto riguarda il profilo personale della probabile futura presidente Lorenzo Forni può vantare una conoscenza diretta, dato che ha lavorato al Fondo Monetario Internazionale di Washington dal 2010 al 2016: “Lagarde viene sempre vista con un po’ di scetticismo dagli economisti, perché non ha una formazione economica e quindi deve inevitabilmente farsi supportare molto dallo staff, e questo può essere un limite in un lavoro molto tecnico come quello che va svolto in una banca centrale. Devo però dire che a suo vantaggio ha il fatto che è una persona che vuole sempre ‘spingere la frontiera in avanti’, quindi probabilmente avvierà una riconsiderazione della strategia di politica monetaria e cercherà di capire cosa si può fare di più per aiutare l'economia europea. È ad esempio anche molto attenta agli aspetti tecnologici, quindi da questo punto di vista sarà anche una ventata di aria fresca all'interno della BCE”.

Probabilmente avvierà una riconsiderazione della strategia di politica monetaria e cercherà di capire cosa si può fare di più per aiutare l'economia europea

Certamente il nuovo presidente si troverà a raccogliere un’eredità non facile: “Draghi ha dimostrato di aver ragione su numerosi fronti, in particolare sul fatto che l'inflazione in Europa sarebbe rimasta debole… Ha avuto la capacità, e forse questo è il suo merito maggiore, di capire che la BCE doveva aumentare gli strumenti a disposizione, acquisendo una notevole capacità di influenzare le aspettative nell'area dell'Euro: ha reso quindi la BCE più forte e diciamo ancora più potente”.

Il futuro comunque non ha l’aspetto di un salto nel buio, almeno per il momento: “La politica monetaria per il breve periodo è già stata annunciata prima dell'estate: probabilmente avremo una riduzione dei tassi sui depositi di 10 punti base fino ad almeno il -0,50%, ed è anche stato annunciato che i tassi non risaliranno almeno fino a metà dell'anno prossimo”. Una transizione morbida quindi, che però lascia aperti diversi interrogativi per il futuro, a cominciare dal rallentamento dell’economia mondiale, dai pericoli di guerre commerciali e dalle nuove valute virtuali, come quella recentemente da Facebook. C’è solo da sperare che nel momento del bisogno anche il prossimo presidente della Banca Centrale Europea sappia dimostrare una forza e un’autorevolezza pari a quelle del suo predecessore.

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