MONDO SALUTE
Alcol e fumo i principali fattori di rischio per la salute nei paesi UE
L’ultima edizione del report Health at a glance: Europe, che analizza lo stato di salute nei paesi europei, dedica un capitolo ai principali fattori di rischio che incidono negativamente sul benessere fisico e mentale dei cittadini e delle cittadine dei paesi dell’Unione Europea. Vengono approfonditi, in particolare, il consumo di tabacco, bevande alcoliche e droghe illecite, i tassi di obesità e sovrappeso e l’inquinamento ambientale.
Fumo
Il consumo di prodotti a base di tabacco è definito nel report come “il maggiore fattore di rischio comportamentale evitabile” e “la principale causa di morte prematura” nell’Unione Europea. Il fumo di sigaretta espone infatti al rischio di sviluppare problemi cardiovascolari, malattie respiratorie e, soprattutto, cancro ai polmoni (dove l’80% dei casi è dovuto, appunto, al consumo di tabacco). Questo comportamento ha causato la morte di circa 780.000 persone nel 2019.
La quota dei fumatori e delle fumatrici è diminuita nell’ultimo decennio, soprattutto tra gli adolescenti. Se infatti nel 2011 il 32% degli adolescenti dichiarava di aver fumato almeno una volta una sigaretta nell’ultimo mese, questo numero è sceso al 24% nel 2015 e al 21% nel 2019. In Italia, in Romania e in Bulgaria la percentuale di adolescenti che fumano sigarette è più alta rispetto alla media UE e raggiunge il 30%. La quota degli adolescenti fumatori è invece inferiore alla media a Malta, in Svezia, in Islanda e in Norvegia (dove si aggira attorno all’11%). Nella maggior parte dei paesi dell’Unione Europea, inoltre, le ragazze tendono a fumare di più rispetto ai ragazzi (nel 2019, il 22% delle adolescenti aveva fumato almeno una volta nell’ultimo mese, contro il 20% degli adolescenti).
Come viene sottolineato nel report, la diminuzione del consumo di sigarette tra gli adolescenti potrebbe essere dovuta alle diverse politiche messe in atto nei diversi paesi UE per disincentivare l’acquisto dei prodotti a base di tabacco che prevedono, ad esempio, l’aumento della tassazione sugli articoli in questione, l’inserimento di avvertenze sanitarie sulle confezioni e il divieto d’acquisto da parte dei giovani.
Per quanto riguarda invece gli adulti, nel 2020 quasi una persona su cinque (il 19% della popolazione UE) fumava quotidianamente. La quantità di fumatori e fumatrici è sopra la media soprattutto in Grecia, Ungheria, Francia e Bulgaria (dove almeno il 25% della popolazione fuma) e sotto la media nei paesi nordici (dove resta sotto il 12%).
Nonostante il consumo di sigarette sia diminuito, è aumentato l’uso di altri prodotti nocivi per la salute e legati al rischio di sviluppare dipendenza da nicotina, come le sigarette elettroniche e i dispositivi a tabacco riscaldato. Nel 2019 il 3,6% della popolazione europea aveva dichiarato di fare uso quotidianamente o occasionalmente di sigarette elettroniche o dispositivi analoghi, specialmente le persone comprese nella fascia d’età 15-24 (dove tale quota raggiunge il 5,1%).
Alcol
Anche l’eccessivo consumo di bevande alcoliche costituisce un fattore di rischio, specialmente per le malattie cardiache, l’ictus, la cirrosi epatica e alcuni tipi di cancro. Il pericolo legato all’alcol è maggiore specialmente per gli adolescenti, per questo motivo l’età legale per bere alcolici è stabilita a 18 anni in quasi tutti i paesi UE. Nonostante questo, più di un terzo (il 37%) dei ragazzi e delle ragazze tra i 15 e i 16 anni che vivono nei paesi UE ha ammesso di aver bevuto pesantemente almeno una volta durante l’ultimo mese del 2019, con tassi più bassi in Svezia, Finlandia e Portogallo e più alti in Germania e Danimarca.
Se si osservano invece i dati relativi al consumo di alcol tra gli adulti, i paesi in cui si beve di più sono la Lettonia, la Repubblica Ceca, la Lituania, l’Austria e la Bulgaria. In fondo alla classifica troviamo invece la Grecia, i Paesi Bassi e la Svezia. Un aspetto degno di nota sottolineato nel rapporto riguarda il fatto che le conseguenze dannose derivanti da questo comportamento tendano a colpire più duramente la salute delle persone con uno status socioeconomico svantaggiato.
Droghe
Nei paesi UE quasi un terzo degli adulti ha ammesso di aver fatto uso di droghe illecite almeno una volta nella propria vita. Il consumo di sostanze psicotrope è correlato a una più alta probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari, problemi di salute mentale ed espone anche a un rischio maggiore di contrarre infezioni causate dal virus dell’HIV. È inoltre direttamente (nei casi di overdose) o indirettamente (quando causa incidenti, suicidi, e violenze) una delle principali cause di mortalità prevenibili tra i giovani.
La cannabis, il cui uso prolungato è legato a un aumento del rischio di dipendenza e problemi del funzionamento cognitivo che interessano la memoria e l’attenzione, resta la droga più utilizzata tra la popolazione UE, specialmente tra gli adolescenti e i giovani adulti (il 15% delle persone di età compresa tra i 15 e i 34 anni ha dichiarato di averne fatto uso nel 2020). Esiste però un elevato tasso di variabilità tra i singoli paesi, in alcuni dei quali (Repubblica ceca, Francia, Italia e Croazia) la quota in questione supera il 20%. In generale, si stima che circa l’1% degli adulti europei consumi cannabis quotidianamente o quasi.
Le altre droghe più in voga nei paesi dell’Unione Europea sono la cocaina, consumata almeno una volta da circa il 2,2% delle persone comprese tra i 15 e i 34 anni, l’MDMA o ecstasy (consumata almeno una volta dall’1,9% dei giovani adulti), le anfetamine (1,4%) e gli oppioidi – tra cui l’eroina, alla quale si deve la maggior parte dei decessi per overdose – (consumata dallo 0,34% della popolazione europea).
Alimentazione
Una dieta sana ed equilibrata, che comprende il consumo di almeno cinque porzioni di frutta e verdura, abbinata a un’attività fisica svolta regolarmente, attenua il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro. Al contrario, l’eccessivo consumo di alimenti ipercalorici e ad alto contenuto di grassi, insieme alla sedentarietà, ha causato un aumento del tasso di obesità in Europa. Questa tendenza si è accentuata ulteriormente durante la pandemia, poiché le restrizioni imposte nei diversi paesi per arginare l’emergenza sanitaria hanno determinato un generale peggioramento delle abitudini alimentari e una riduzione dell’attività fisica.
In gran parte dei paesi UE, addirittura la metà della popolazione adulta è in sovrappeso oppure obesa. I paesi che hanno registrato gli incrementi maggiori dei tassi di sovrappeso e obesità tra il 2014 e il 2019 sono stati, in particolare, l’Austria, la Croazia, la Finlandia, l’Ungheria e la Slovacchia. I fattori di rischio in questione, inoltre, interessano più frequentemente gli uomini e le persone con un basso livello di istruzione, le quali sono svantaggiate nell’accesso alle cure e hanno meno probabilità di trovare un impiego.
Inquinamento
Si stima che nel 2019 circa 307.000 persone siano decedute a causa dell’inquinamento atmosferico, che costituisce un fattore di rischio per le malattie respiratorie e cardiovascolari, il cancro ai polmoni e anche la leucemia. Le persone più esposte ai danni dovuti all’inquinamento atmosferico sono gli anziani e i bambini. I paesi con i più alti tassi di mortalità dovuti all’inquinamento sono quelli centrorientali (Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Albania, Serbia e Macedonia del nord). Questo rischio è invece più basso in Irlanda, Finlandia, Svezia, Norvegia e Islanda.
È fondamentale che l’UE continui a imporre e aggiornare degli standard di qualità dell’aria e a farli rispettare dai diversi paesi incoraggiando politiche finalizzate alla riduzione delle emissioni di gas serra. Grazie a politiche di questo genere, i tassi di mortalità prematura dovuti all’inquinamento atmosferico sono calati del 20% dal 2009 al 2019, seppur in misura differente tra i diversi paesi (le maggiori riduzioni sono state registrate in Lussemburgo, Belgio, Francia, Svizzera, Norvegia e Islanda).