CULTURA

La cultura salverà l’Italia dopo la pandemia?

Già da parecchi anni, il mondo della cultura italiana è trascurato, dimenticato e non valorizzato a dovere. Poi è arrivata la pandemia, che ha dato un colpo non indifferente alla situazione già non rosea di questo settore: per rialzarsi è necessario prevedere misure e azioni sia di carattere economico che concettuale. 

Il decreto legge Rilancio, convertito nella legge 77/2020 il 17 luglio scorso, prevede al suo interno un pacchetto di norme inerenti alla cultura e al turismo, proposte dal ministro Dario Franceschini: “Il decreto Rilancio prevede interventi per sostenere le imprese turistiche e culturali, - spiega l’on.Franceschini nel sito del ministero - dai crediti di imposta per gli affitti ai ristori per gli alberghi e le aziende con grandi perdite di fatturato fino all’allungamento degli ammortizzatori sociali, così come per la sanificazione e l’adeguamento delle strutture alle prescrizioni sanitarie dovute”. Questi interventi prevedono come primo punto l’istituzione di un Fondo di emergenza per le imprese culturali pari a 210 milioni di euro nel 2020, destinato al mondo del libro e dell’editoria, alle istituzioni e alle imprese che hanno annullato a causa del Covid-19 spettacoli, grandi eventi, fiere, congressi e mostre e ai musei e altri luoghi di cultura non statali.

Per i musei statali, invece, sono previsti 100 milioni, con l’obiettivo di coprire le mancate entrate durante il periodo di lockdown. Altro importante punto è la creazione del Fondo per la cultura: aperto anche ai finanziamenti di carattere privato, il suo scopo è di promuovere gli interventi di “tutela, conservazione, restauro, fruizione, valorizzazione e digitalizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale” con una base di 50 milioni a cui ne verranno aggiunti altrettanti nel 2021. Un altro fondo che viene istituito è quello per il sostegno alle attività dello spettacolo dal vivo con 10 milioni di dotazione iniziale, per le imprese e gli enti di produzione e distribuzione di spettacoli di musica. Il Fondo d’emergenza per lo spettacolo, il cinema e l’audiovisivo, istituito dal decreto Cura Italia, viene portato da 130 a 245 milioni di euro, con un’aggiunta di altri 90 milioni contenuta nel decreto di agosto. Ulteriori aiuti di varia natura sono erogati anche alle fondazioni lirico sinfoniche, all’industria cinematografica, al teatro e agli spettacoli dal vivo. 

Nel decreto Rilancio è stato previsto anche uno stanziamento di 10 milioni per la creazione della piattaforma digitale della cultura, un servizio in stile Netflix per trasmettere sia gli spettacoli realizzati proprio per il digitale sia eventi in streaming. Il servizio è stato pensato per risolvere il problema delle limitazioni per ragioni sanitarie nelle strutture e luoghi di cultura e saranno coinvolti sia soggetti privati che pubblici: al momento il governo e il ministero non hanno ancora annunciato una data di lancio.

Delle novità sono state introdotte anche per quanto riguarda l’Art Bonus, il credito d’imposta per sostenere il patrimonio culturale italiano: si aggiungono alla lista anche i complessi strumentali, le società concertistiche e corali, i circhi e gli spettacoli viaggianti. Inoltre, Parma rimarrà Capitale della cultura italiana anche per il 2021.

Per approfondire questo tema e se le azioni previste dal governo siano sufficiente, abbiamo intervistato Andrea Cancellato, presidente di Federculture, l’associazione nazionale degli enti pubblici e privati, istituzioni e aziende che operano nel campo delle politiche e delle attività culturali.

Alcuni esperti del settore, tuttavia, pongono l’accento non solo sull’aspetto finanziario della ripresa: la cultura ha bisogno anche di un’operazione di tipo “intellettuale” per rialzarsi, prendendo in considerazione le proprie debolezze. Con il professor Jacopo Bonetto, archeologo e direttore del Dipartimento di Beni culturali dell’università di Padova, dialoghiamo sugli aspetti critici del settore culturale in Italia e delle mosse future da compiere.

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