
Una veduta di Palazzo Grassi. Foto: Toni Anzenberger / Anzenberger / Contrasto
Ogni volta che visitiamo una mostra siamo pronti per affrontare un viaggio ed entrare in una realtà altra, lontana dal nostro mondo.
Senza doversi muovere troppo, abbiamo la possibilità di allontanarci dalla vita di tutti i giorni e questo è forse uno degli elementi che accomuna l’esperienza di visita alle mostre d'arte a quella del cinema e della letteratura: sono tutti modi diversi di viaggiare.
Il viaggio fisico e mentale viene raccontato attraverso le nuove mostre alla Pinault Collection, in una delle città che maggiormente identifichiamo con il concetto di muoversi e scoprire: Venezia. La città lagunare con la sua posizione geografica ed il suo passato è il luogo da sempre al centro di importanti tratte commerciali e porta verso un oriente lontano.
Attraverso le due nuove esposizioni a Palazzo Grassi e Punta della Dogana, sedi italiane della collezione Pinault, il visitatore ha l’opportunità di scoprire il mondo di Tatiana Trouvé e di Thomas Schütte.
Con La strana vita delle cose l’artista italo-francese Tatiana Trouvé ha creato per gli spazi del settecentesco Palazzo Grassi un mondo che grazie ad installazioni, sculture e dipinti racconta la poetica dell’artista. La memoria, il sogno, gli spazi fisici e immaginati costituiscono la materia da cui parte la ricerca di Tatiana Trouvé, insieme ai materiali che costruiscono le sue opere come il bronzo, il marmo, l’alluminio, la canapa e molto altro.
L’ecosistema creato dalla Trouvé attinge a una grande riserva di immagini, scritti, ricordi e a un ampio repertorio di tecniche che comprendono la colata, la fusione, la sbiancata, il disegno, l’intaglio e la filettatura.
Il viaggio inizia dall’atrio del palazzo dove l’artista ha realizzato un’opera site specific Hors - sol, ricoprendo parte del pavimento in marmo con l’asfalto nero dove sono incorporati calchi, fusi in metalli diversi, di tombini e piastre di copertura delle tubature di servizio da lei recuperati in varie città sparse per il mondo, tra cui Parigi, Londra, Roma, Venezia e New York. Tutto questo suggerisce una mappa immaginaria di un reticolo sotterraneo attraverso il quale scorre acqua, ora invisibile. Dalla visione al primo piano, l’opera è già mutata e sembra rappresentare una mappa grazie alla quale i visitatori possono orientarsi nei mondi spaziali e temporali creati dalla Trouvé in questa mostra.

Nella foto: Tatiana Trouvé, Hors-sol, 2025, Collection of the artist © Tatiana Trouvé, by SIAE 2025. Installation view, “Tatiana Trouvé. The strange Life of Things”, 2025, Palazzo Grassi, Venezia. Ph. Marco Cappelletti and Giuseppe Miotto / Marco Cappelletti Studio © Palazzo Grassi, Pinault Collection
L’assenza è un altro concetto caro all’artista che lo cattura attraverso la serie iniziata nel 2013, The Guardians. Sculture che rappresentano sempre delle sedie o delle panchine, insieme ad oggetti come vestiti, scarpe, coperte, cuscini, borse, libri disposti nelle sale della mostra come guardiani. La presenza umana viene meno ma ne rimane un suo ricordo.
Questo concetto è rielaborato attraverso un’altra opera, Città con la quale la Trouvé racconta diversi luoghi, più o meno significativi per lei. L’artista ha raccolto degli oggetti come fiori, pietre, coniglie, piume, accendini, fazzoletti e ne ha realizzati dei calchi per poi creare delle sculture a forma di collane. Ognuna di queste porta il nome del luogo e il periodo in cui vi ha soggiornato. Queste collane rievocano così i racconti di viaggio del romanzo Le città invisibili di Calvino, dove in un dialogo immaginario tra Marco Polo e il Kublai Khan, il famoso viaggiatore veneziano descrive all’ imperatore dei tartari le città del suo sterminato impero.

Nella foto: Tatiana Trouvé, Montreuil, 2011; Napoli, 2018; Marettimo, 2022, 2024; Bruxelles, 2021, 2024; Melbourne, 2012, 2024, Collection of the artist, courtesy Gagosian; The Guardian, 2020, Pinault Collection © Tatiana Trouvé, by SIAE 2025. Installation view, “Tatiana Trouvé. The strange Life of Things”, 2025, Palazzo Grassi, Venezia. Ph. Marco Cappelletti and Giuseppe Miotto / Marco Cappelletti Studio © Palazzo Grassi, Pinault Collection
Un altro tipo di viaggio rispetto a quello realizzato da Tatiana Trouvé a Palazzo Grassi è quello costruito da Thomas Schütte a Punta della Dogana, dove l’artista tedesco mette in scena la sua ricerca sul mondo e sulla natura umana.
Se la Trouvé non mette mai in scena concretamente l’essere umano, Schütte esplora la condizione umana, con sguardo inquieto ed ironico mescolando tecniche e generi diversi.
Genealogies è la sua prima grande retrospettiva in Italia e mette in scena sculture, modelli architettonici, disegni e incisioni, che della fine degli anni Settanta del secolo scorso costituiscono un grande repertorio. La figura umana, il suo viso e il corpo sono le tematiche che Schütte sviscera in tutta la sua carriera e che qui in mostra vengono raccontate con grande attenzione.
Il percorso si sviluppa in ordine non cronologico attraverso la molteplicità di forme e variazioni delle sculture, nelle loro diversissime dimensioni, messe a confronto con le opere su carta, un cospicuo insieme di disegni inediti che per la prima volta vengono esposti nelle sale dell’antica Dogana da Mar veneziana.
Il medesimo soggetto viene declinato in tutte le sue scale, dal piccolo al monumentale e in tantissimi materiali diversi come la pasta modellabile, il bronzo, l’alluminio, la ceramica e il vetro.
Il caso e l’imperfezione sono due elementi molti incisivi nella poetica di Schütte che rimescola i diversi elementi in un percorso creativo in costante evoluzione quando rielabora dei motivi già esplorati.
Già dalla prima sala il visitatore viene a conoscenza di uno dei temi centrali della sua poetica, con Mann im Wind dove tre figure monumentali sembrano volersi muovere ma sono intrappolati nel fango del loro basamento. Questa tipologia fa la sua comparsa negli anni ottanta, nata da un errore con una statuetta in cera. Presto l’artista porta questo schema su scala monumentale, volendo rappresentare l’insuccesso, sovvertendo l’usuale associazione tra grandezza e glorificazione.

Thomas Schütte, Mutter Erde, 2024, Pinault Collection. Installation view, “Thomas Schütte. Genealogies”, 2025, Punta della Dogana, Venezia. Ph. Matteo De Fina © Palazzo Grassi - Pinault Collection © Thomas Schütte, by SIAE 2025
La parte più scenografica di Punta della Dogana, il cubo al centro dell’edificio, accoglie altri tre corpi enormi ma questa volta dalle espressioni simili a delle pantomime, Drei Ganz Große Geister che si fronteggiano come in un ring da boxe e mostrano una traccia del processo di fabbricazione: l’utilizzo di fili di cera malleabili, ritorti dall’artista.
Una parte molto importante e significativa della mostra è rappresentata dalla sala al primo piano che presenta un gruppo di acquarelli, realizzati da Schütte nel 2022, durante un periodo difficile della sua vita. Posizionati in ordine cronologico rappresentano i temi più disparati, con stili diversi e riferimenti alla storia dell’arte, alla musica, con immagini di animali, di esseri immaginari e di amici, giochi di parole che riflettono lo spiccato senso umoristico che permea tutta la sua produzione. Tutte rappresentazioni di grande semplicità.
In un’intervista a Dario Pappalardo per Robinson di la Repubblica Schütte racconta come ami il cinema, in particolare quello di Tarkovskij: in fondo lavoro come un filmmaker senza telecamera. Questo è il mio film, a volte, c’è il lieto fine, altre un finale aperto.

Nella foto: Tatiana Trouvé, Notes on Sculpture, December 28th, “Charles”, 2025, Collection of the artist; The Guardian, 2024, Collection of the artist, courtesy Gagosian © Tatiana Trouvé, by SIAE 2025. Installation view, “Tatiana Trouvé. The strange Life of Things”, 2025, Palazzo Grassi, Venezia. Ph. Marco Cappelletti and Giuseppe Miotto / Marco Cappelletti Studio © Palazzo Grassi, Pinault Collection
In occasione delle mostre, Palazzo Grassi e Punta della Dogana sono aperti tutti i giorni, tranne il martedì, dalle ore 10 alle ore 19. Ultimo ingresso alle ore 18.
Maggiori informazioni sugli orari, le tariffe, le attività, le modalità di accesso e sul calendario degli eventi al Teatrino sono disponibili sul sito.
Tatiana Trouvé. La strana vita delle cose
A cura di Caroline Bourgeois e James Lingwood, in collaborazione con l’artista
6 aprile 2025 - 4 gennaio 2026
Thomas Schütte. Genealogies
A cura di Camille Morineau e Jean - Marie Gallais
6 aprile 2025 - 23 novembre 2025
Punta della Dogana