Sandro Pertini, l’arte della democrazia al Museo M9
“Alla più perfetta delle dittature, preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie”. La vita, la storia e la grandezza di Sandro Pertini si può racchiudere tutta in questa frase.
Nel biennio degli 80 anni dalla Liberazione e i 130 dalla nascita di Pertini, una mostra sull’ex Presidente, ma anche Partigiano, uomo libero, rivoluzionario, riporta alla luce non solo la figura pubblica, ma anche quella privata, con delle sfumature a tratti inaspettate. “Pertini. L’arte della democrazia – Dalle collezioni civiche di Savona”, esposta al Museo M9 - Museo del ’900 di Mestre fino al 31 agosto 2026, è ricca di informazioni sull’ex Presidente della Repubblica. In ingresso una vecchia Fiat ‘500 accoglie i visitatori e li fa entrare nella duplice sincronia tra profondità e pop, tra politica e arte, tra rigore e autoironia che accompagna tutta la mostra. Organizzata in sette sezioni, cerca di raccontare al meglio l’intera vita di una delle personalità più incredibili della storia italiana.
Foto di Antonio Massariolo
Poliedrico e complesso, pacifista ma pronto a uccidere il Duce, prigioniero e partigiano, uomo dalla grande passione politica che traspariva in ogni sua azione. Al centro del racconto della mostra c’è un aspetto poco conosciuto della figura di Pertini, quello dell’appassionato di arte. La collezione personale del Presidente, oggi donata ai Musei Civici di Savona, è composta da ventotto capolavori di grandi artisti: da Renato Guttuso, a Giorgio Morandi, da Giò Pomodoro, a Mario Sironi ed Emilio Vedova. Pertini, aveva un’autentica passione per l’arte moderna, ma non disdegnava nemmeno la satira, di cui spesso era primo protagonista. Nell’esposizione al Museo M9 infatti troviamo i disegni originali di Forattini, Silver, Andrea Pazienza, Vauro, D'Anna, Giannelli, Li Muli e Chiappori.
Pertini era un grande comunicatore, e come tale era fermamente convinto della superiorità comunicativa dell’arte rispetto alla politica al punto da considerarla strumento attivo di difesa etica e civile, un “monumento a un popolo, sul ciglio della sua decomposizione”.
“La scelta di organizzare in M9 la prima grande mostra su Sandro Pertini risponde a una delle missioni fondatrici del Museo - ha raccontato a Il Bo Live Serena Bertolucci, Direttrice di M9 -, ovvero raccontare la storia del Novecento italiano come non era stata ancora raccontata, partendo da nuovi punti di osservazione. Sandro Pertini ci permette di aprire tante porte verso la conoscenza di quella che è stata la storia del Novecento”.
Foto di Antonio Massariolo
Divisa in sette sezioni (L'uomo, Il Presidente, Il mito Il partigiano, Il prigioniero, Guerra e pace, Il politico) la mostra accompagna il visitatore attraverso le frasi pronunciate da Sandro Pertini nel corso della sua vita. Alcune sono rimaste impresse nell’immaginario della nostra Nazione, alcune hanno avuto un impatto storico considerevole, una visione politica alta e, rispetto a ciò che ascoltiamo oggi, altra.
Pertini e il legame con le figure femminili della sua vita
Nato nel 1896 a Stella, un piccolo paese della Liguria occidentale, Pertini rimane orfano di padre in giovane età e saranno tre le donne a cui sarà più legato in vita. La prima, come si legge anche nel catalogo della mostra, è sua madre, Maria Muzio, che “gli è rimasta accanto con incrollabile sostegno durante tutti gli anni trascorsi in prigione, nonostante un unico tentativo di chiedere la grazia al Duce per il figlio”. Pertini in quel caso ne rimase profondamente ferito e scrisse due lettere in risposta. “La prima - scrive Serena Bertolucci -, indirizzata al giudice, ricusava la richiesta della madre, convinto com'era delle ragioni della sua scelta antifascista, al punto da voler portare a termine la pena. L'altra lettera, esposta in mostra, era alla madre, rimproverata dal figlio per il gesto caritatevole”.
La seconda donna della vita di Pertini è la sorella Marion mentre la terza è Carla. “Partigiana piemontese delle brigate Matteotti, una forza della natura, emancipata, indipendente, anticonformista, molto attiva nel movimento delle donne socialiste del dopoguerra e più giovane di Sandro di venticinque anni” Così viene descritta nella mostra Carla Voltolina che con Pertini condividerà l’intera vita fino alla morte, nel 1990.
Pertini e il Duce
La mostra “Pertini. L’arte della democrazia – Dalle collezioni civiche di Savona” non poteva non raccontare al meglio la prigionia e la partigianeria di Sandro Pertini. C’è un aspetto però che non era così noto, cioè la volontà del futuro Presidente della Repubblica, di assassinare Benito Mussolini. Nella sezione dedicata alla prigionia, tra la valigia della fuga con Filippo Turati e la sua leggendaria pipa, c’è il racconto di come tra il 1927 e il 1929, l'idea di eliminare Mussolini fosse diventata un chiodo fisso tra gli antifascisti. E Pertini stesso iniziò a ritenere il tirannicidio come una soluzione violenta necessaria. Rientrato clandestinamente in Italia nel marzo 1929, con un passaporto falso intestato a Luigi Roncaglia, iniziò a pianificare l'attentato. “L'idea era quella di far saltare in aria un'ala di Palazzo Venezia, il simbolo del regime e tribuna del Duce, piazzando una bomba nelle fognature sottostanti”. Dopo mesi di lavoro, dovette però desistere: l’OVRA aveva bloccato la fognatura con una grata e posto una squadra di sorveglianza nel sottosuolo.
Foto di Antonio Massariolo
Pertini fu un socialista, un partigiano, un prigioniero, un politico, un intellettuale, un Presidente, prima della Camera poi della Repubblica, una vita fatta da infinite sfumature tutte racchiuse nella sua enorme caparbietà. Nonostante tutto ciò però, non è scontato che, nell’apatia generale attuale della cittadinanza nei confronti della politica, che si nota nella percentuale di votanti a ogni elezione, la figura di Sandro Pertini sia veramente conosciuta.
“La guerra è un mostro tremendo, non risolve i problemi, li crea. Fra stragi di innocenti, crea rovine e fa retrocedere i popoli. La guerra è un atto barbarico che dev’essere cancellato dall’umanità”: c’è qualcosa di più attuale di questa frase?
“Pertini. L’arte della democrazia – Dalle collezioni civiche di Savona”
a cura di Serena Bertolucci, Luca Bochicchio, Michelangela Di Giacomo, Livio Karrer e Giuseppe Saccà
M9 - Museo del ’900 | Terzo Piano
Venezia Mestre
dal 20 novembre 2025 al 31 agosto 2026