SCIENZA E RICERCA

Esiste un legame tra le connessioni in Facebook e la prosperità economica

Da almeno una decina d’anni i social network sono presenti in modo massiccio nelle vite di gran parte di noi. Sono nati con l’intento di unire le persone, magari ex compagni di scuola, amici che non si vedevano da molto tempo e forse questo loro utilizzo può essere ora rivalutato. Lo fa uno studio intitolato “Long ties, disruptive life events, and economic prosperity,” apparso per la prima volta in open access su PNAS nel luglio scorso.

Gli autori del paper sono Eaman Jahani, postdoc e docente presso l'Università della California a Berkeley, Samuel P. Fraiberger, data scientist presso la Banca Mondiale, Michael Bailey, economista e ricercatore manager presso Meta Platforms (che gestisce Facebook) ed Eckles, professore associato di marketing alla MIT Sloan School of Management. Gli autori si sono concentrati in particolar modo nel cercare di capire come i legami su Facebook possano essere analizzati mettendoli in relazione con la prosperità economica.

Prima di vedere i risultati però è bene fare una premessa. Lo studio, per quanto interessante sia, presenta inevitabilmente dei limiti. Gli stessi ricercatori hanno messo in evidenza queste lacune che vanno dall’analisi del solo facebook come social network al fatto ancor più impattante che la ricerca non prende in considerazione alcuna attività offline delle persone. Oltre a ciò bisogna anche considerare l’ipotesi che sia il successo economico stesso a plasmare i social network delle persone, e non solo le reti di connessione. Detta in modo ancora più chiaro è plausibile che alcune persone possano avere l'opportunità di mantenere legami lunghi, attraverso il lavoro professionale o i viaggi, mentre altri no.

Lo studio però ci riporta uno spaccato interessante che, consci di queste premesse, dev’essere analizzato meglio. Partiamo dalla fine, cioè dal risultato: i ricercatori analizzando un social network costruito da interazioni, cioè facebook, hanno stabilito una solida associazione tra legami lunghi e prosperità economica, studiando anche gli eventi di vita che hanno potuto causare la formazione di tali legami lunghi.

Lo studio quindi si basa su una grande quantità di dati inerenti alle interazioni in facebook. In particolare i ricercatori hanno analizzato tutti i commenti pubblici pubblicati sul social network tra dicembre 2020 e giugno 2021 tra utenti residenti negli Stati Uniti. Facendo ciò, quindi selezionando territorialmente le persone e cercando quelle che hanno dei legami definiti più lunghi, hanno notato che queste hanno indicatori economici migliori. I ricercatori definiscono “legami lunghi” come quelle connessioni tra persone che altrimenti sarebbero prive di contatti reciproci. Per dirla ancora più chiaramente i legami definiti “corti” sono di fatto quelli degli amici che abbiamo più vicino e che quindi si presume abbiano una rete simile anche nei social network. Quelli lunghi invece hanno meno connessioni tra loro.

Dalla ricerca poi emerge come la formazione di tali contatti lunghi sia associata anche a quelli che vengono definiti come eventi dirompenti della vita. Un esempio concreto è la migrazione da uno stato ad un altro o il trasferimento per motivi di studio o lavoro. Sono questi i potenziali meccanismi responsabili della formazione e del mantenimento di queste connessioni.

Il paper evidenzia come, analizzando tutti coloro che hanno vissuto nello stesso Stato dal 2012, coloro che hanno migrato avevano il 13% in più di legami lunghi rispetto a quelli che non lo avevano fatto. Allo stesso modo, le persone che avevano cambiato scuola superiore ne avevano il 10% in più rispetto alle persone che non lo avevano fatto. A questo la ricerca aggiunge l’aspetto economico che però non è presente direttamente in facebook. I ricercatori però hanno notato che le persone con legami più lunghi tendono a vivere in aree a reddito più elevato, hanno più dispositivi connessi a Internet, utilizzano telefoni cellulari più costosi e fanno più donazioni a cause di beneficenza.

Oltre a questo la ricerca ha voluto cercare d’analizzare anche i motivi del cambiamento di vita e se questo abbia influenzato i legami lunghi. Il risultato è stato che le persone che erano state costrette a cambiare scuola a causa della chiusura del loro istituto avevano legami più lunghi del 6% rispetto a coloro che avevano frequentato le stesse scuole superiori ma non erano stati costretti a cambiare. Insomma la ricerca evidenzia come il cambiamento della scuola stessa "plasma la propensione a connettersi con comunità diverse". 

Come abbiamo premesso la ricerca non può che essere un piccolo tassello iniziale, non esaustivo, che analizza un argomento tanto interessante quanto complesso. Le limitazioni di tale studio sono state evidenziate dagli stessi ricercatori e cercare di riassumere con un concetto definitivo tale studio non è semplice. Sappiamo però, per un piccolo passo di conoscenza, che chi ha legami più lunghi dovuti ad eventi esterni alla propria volontà, sembrerebbe avere anche più prosperità economica, almeno negli Stati Uniti. Insomma i grandi cambiamenti, possono portare a dei vantaggi a lungo termine.

 

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