SOCIETÀ

Europei e Global Compact: la risoluzione su migranti e rifugiati

A inizio 2020, il 15 gennaio il Parlamento Europeo ha votato un’importante risoluzione (non vincolante, come tutti gli atti analoghi), la “Relazione annuale 2018 sui diritti umani e la democrazia nel mondo e sulla politica dell'Unione europea in materia”. Nella premessa vengono, come di consueto, ricordati i dati acquisiti, quasi un centinaio di documenti dell’Onu e dell’Unione Europea, fra gli altri “il patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 e 11 dicembre 2018” e “il patto globale sui rifugiati approvato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 2018”, i due Global Compact che ora sembrano caduti nel dimenticatoio.

Il vero e proprio testo della risoluzione fa riferimento alla situazione del 2018 e contiene 63 indirizzi di politiche, generali e specifiche, in corso o future, per i diritti umani e la democrazia, alcune legate al genere o a rilevanti ampie “minoranze” (minori, LGBT, disabili); quattro trattano di migranti e rifugiati. Il primo di tali quattro richiama l’“urgente necessità di affrontare le cause profonde dei flussi migratori, come le guerre, i conflitti, i regimi autoritari, le persecuzioni, le reti di migrazione illegale, la tratta di esseri umani, il contrabbando, la povertà, le disuguaglianze economiche e i cambiamenti climatici, e di trovare soluzioni a lungo termine…, di creare canali e vie legali di migrazione e di facilitare i rimpatri volontari, ove possibile, anche in linea con il principio di non respingimento”.

Il secondo “chiede che sia affrontata la dimensione esterna della crisi dei rifugiati, anche trovando soluzioni sostenibili ai conflitti attraverso lo sviluppo della cooperazione e partenariati con i paesi terzi interessati…, sottolinea la necessità di compiere reali passi, in linea con il patto globale sulla migrazione e i rifugiati, per accrescere l'autonomia dei rifugiati, estendere l'accesso a soluzioni che prevedono il coinvolgimento di paesi terzi, migliorare le condizioni dei diritti umani nella gestione della migrazione…, invita l'UE a sostenere l'iniziativa dell'UNHCR intesa a porre fine all'apolidia entro il 2024 all'interno e al di fuori dell'UE”.

Il terzo “denuncia la morte di rifugiati e migranti e le violazioni dei diritti umani cui sono sottoposti nel Mar Mediterraneo; denuncia inoltre gli attacchi contro le ONG che aiutano queste persone; chiede che l'UE e i suoi Stati membri aumentino l'assistenza umanitaria per le vittime di sfollamenti forzati; chiede che l'UE e i suoi Stati membri forniscano sostegno alle comunità che ospitano i rifugiati; ribadisce che l'attuazione dei patti globali sulla migrazione e sui rifugiati deve pertanto andare di pari passo con l'attuazione dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, come stabilito negli obiettivi di sviluppo sostenibile, nonché con maggiori investimenti nei paesi in via di sviluppo”.

L’ultimo, il quarto “sottolinea che l'emergenza climatica e una massiccia perdita di biodiversità costituiscono una grave minaccia per i diritti umani; … secondo le stime delle Nazioni Unite, entro il 2050 vi sarà un numero elevato di persone sfollate per motivi ambientali; … invita l'UE a partecipare attivamente al dibattito internazionale su un possibile quadro normativo per la protezione delle persone sfollate a causa dell'ambiente e del clima”.

La risoluzione ha ottenuto 496 voti favorevoli (quasi il 70%), 113 contrari, 103 astenuti, i gruppi italiani hanno votato tutti a favore con l’eccezione di Lega (contrari) e Fratelli d’Italia (astenuti)

La risoluzione ha ottenuto 496 voti favorevoli (quasi il 70%), 113 contrari, 103 astenuti, i gruppi italiani hanno votato tutti a favore con l’eccezione di Lega (contrari) e Fratelli d’Italia (astenuti). Nessun commento in Italia ha riguardato il testo nel suo complesso e le novità rispetto ad alcuni argomenti. La poca attenzione si è concentrata solo sui due riferimenti ai Global Compact, in particolare da parte del partito che si era astenuto a Bruxelles.

A poche ore dal voto la struttura nazionale di Fratelli d’Italia ha diffuso un commento parziale con varie false notizie: “I grillini in pieno delirio mondialista e immigrazionista al Parlamento Europeo dicono sì al Global Compact, il patto ONU che introduce il principio della migrazione libera e senza regole: praticamente il via libera all’invasione. Questo è solo l’ultimo della serie infinita dei voltafaccia del M5S, con l’aggravante che si schierano contro il voto del Parlamento italiano. Abbiamo fermato da soli il Global Compact qualche mese fa. Siamo pronti a rifarlo qualora quei partiti, sempre più distanti da ciò che pensa il popolo italiano, provino a farlo rientrare dalla finestra”.

Le notizie (vere e false) e la polemica hanno avuto scarso eco sugli organi di informazione (qualcosa di più sui social). Non è propriamente una novità: il Parlamento Europeo si era già espresso in passato a favore dei Global Compact, prima durante e dopo la loro approvazione. Sulla natura e sul contenuto dei patti globali vi sono nel nostro paese una diffusa disattenzione e disinformazione. Si tratta di patti non vincolanti, utili a ogni Stato (visto anche che, appunto, non ne vincolano le scelte) e a ogni individuo emigrante o immigrato, ovunque e comunque residente.

I Global Compact non sono stati fermati né sono fermi, né in Italia né all’estero, sono patti regolarmente e perfettamente in vigore, a prescindere dal fatto che pochissimi Stati si siano espressi contrariamente o dubbiosamente al momento dell’adozione formale a fine 2018. Ormai è trascorso più di un anno dal loro “vigore” per tutti, è strano che se ne parli poco e non se ne tenga affatto conto. Quegli accordi globali suggeriscono cosa fare quando pensiamo di risiedere altrove per un po’ di tempo o incontriamo qualcuno che non risiede nel nostro stesso paese. L’accordo globale non favorisce alcuna libera invasione, al contrario offre indicazioni e consigli per evitare di violare leggi, per affrontare le evenienze concrete dell’incontro, per capirsi e capire.

Cambiare residenza impone di tener conto di due punti di vista, chi va lì e chi già ci sta, un minimo di riconoscimento reciproco è indispensabile per garantire che vengano davvero rispettate le leggi che ci siamo dati nel “nostro” territorio. Del resto, vale anche rispetto a qualcuno di un comune o di una regione limitrofi, di altri comuni o regioni italiane. Insistiamo: non c’è nulla di irregolare o pericoloso se regioni e enti locali, imprese e operatori economici vari, società sportive e centri culturali perseguono concretamente alcuni degli obiettivi indicati nei patti globali. Informare, assistere, prevenire, dare e ricevere nel rispetto della legge (italiana), nulla di più e nulla di meno. Sono obiettivi di civiltà, sono principi adottati reciprocamente, sono quello che avremmo voluto già veder garantito agli oltre 5 milioni di italiani emigrati e oggi regolarmente ancora all’estero e agli oltre 5 milioni di stranieri immigrati e oggi regolarmente in Italia. Appunto, accordi globali per muoversi sicuri sul pianeta.

Leggere di persona i Global Compact significa perdere quindici minuti, sono una trentina di pagine con punti chiari e semplici; si possono anche salvare e stampare volendo, in altri due minuti (qui il primo e qui il secondo - occorre tener presente che quello sui rifugiati è stato votato da molti degli Stati che non avevano votato il primo, fra cui l’Italia).

Entrambi non comportano né per l’Europa né per i singoli Stati europei norme conseguenti. Diciamo che sono la premessa di comportamenti civili, collettivi e individuali. E aiutano a garantire che ci siano solo migrazioni sicure, ordinate e regolari e che non ci siano, invece, migrazioni insicure, disordinate e irregolari. Per ogni cittadino, straniero verso Europa e Italia, come anche per ogni italiano ed europeo verso l’estero. Chi non lo spiega, nei fatti, boicotta gli italiani all’estero ed è acquiescente verso immigrazioni illegali in Italia.

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