UNIVERSITÀ E SCUOLA

L'editoriale. Free to think: le minacce alla libertà di ricerca

La parola università ha un significato duplice: quello etimologico e quello di apertura. Di universalità, il fatto di essere una comunità tra tutte le università del mondo. 

È interessante allora approfondire che questa libertà di ricerca è violata, è minacciata in molte parti del mondo. Per farlo mi riferisco al documento prodotto da Scholars at risk, una rete internazionale di università di cui Padova è uno dei leader. È una rete che monitora gli episodi della violazione della libertà di ricerca e mette in evidenza le situazioni più preoccupanti.

Nel report 2019 c’è un capitolo sulla Turchia: le autorità hanno perseguitato accademici in centinaia di casi, in particolare 1.128 docenti hanno ricevuto persecuzioni fino all’arresto, alla rimozione, alla proibizione di viaggiare perché nel gennaio 2016 hanno firmato una petizione per la pace nei confronti della minoranza curda. Tantissimi casi sono a danno di nostre colleghe.

Nel luglio del 2019 la Corte costituzionale ha ammesso che sono state commesse delle violazioni nei confronti delle libertà individuali e la morsa si è di poco allentata. Ma non è sufficiente perché i costi sono stati altissimi e il valore di dissuasione è stato molto elevato.

Poi ci sono altre migliaia di accademici che rimangono in uno stato di “morte civile” perché accusati con evidenze ridicole di aver avuto a che fare con il fallito colpo di stato del 2016 in Turchia. 

Il capitolo sulla Turchia si conclude con un’annotazione: nel 2019 le 5 maggiori università turche sono crollate nei ranking internazionali. Mi sembra l’ultimo dei problemi di fronte alla violazione dei diritti umani fondamentali, di ricerca, di espressione, di protesta. 

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