SCIENZA E RICERCA

L'editoriale. È vero che i virus diventano più buoni?

Un mese fa, circa, è uscito un articolo riguardo a un tema di cui si è sentito parlare spesso: come evolvono i virus e come potrebbe evolvere anche Sars-Cov-2?

Mi focalizzo su questo argomento perché si sentono molte teorie, anche discordanti, parecchio, tra loro: tra chi dà per scontato che con le nuove varianti il virus tenda a diventare più “buono”  e chi non è d’accordo. Come stanno le cose? Science lo spiega bene: ci sono delle ragioni per pensare che la prima tesi sia corretta, cioè che i virus ,evolvendosi in un ospite, tendano ad attenuare la loro aggressività. Perché la virulenza può ridurre le possibilità di trasmissione. Sappiamo che Sars-Cov-2 è stato ed è così pericoloso perché aveva più asintomatici, era più silente e si nascondeva ma era molto contagioso. Quindi c’è un senso: perché il vantaggio del virus non è tanto farci del male, quanto essere il più contagioso possibile. Il virus è una macchina di auto replicazione, un parassita obbligato.

Quindi, non è del tutto assurdo pensare che sia “interesse” del virus attenuare la sua aggressività. Ma la questione è più complicata. Perché? Perché le mutazioni sono casuali: non sappiamo mai prevedere come il patogeno si potrà ricombinare.

Poi c’è una seconda ragione, quando i virus diventano, invece, più virulenti: succede quando c’è una connessione tra la virulenza e la trasmissibilità. Quando, cioè, queste due caratteristiche coincidono: diventare più cattivo e far ammalare più rapidamente le persone infettate può accrescere la sua contagiosità. Pii c’è un ulteriore elemento di complessità: l’evoluzione delle varianti dei virus può essere molto diversa, per esempio nell’HIV, può essere diversa da caso a caso, da regione a regione. Il virus è un albero di tante popolazioni geneticamente distinte.

Infine, c’è l’intervento umano attraverso il distanziamento sociale, i vaccini, i farmaci. Questi interventi possono alterare la situazione, diventando una pressione selettiva a favore di una certa strategia evolutiva del virus e a discapito dell’altra.

Di sicuro, vaccinare solo metà del mondo e lasciare che l’altra meta rimanga un repertorio dove il virus può amplificarsi liberamente non è una buona idea. Lo è per il virus ma non per noi come vittime.

Comunque sia, uno sguardo evolutivo è sempre fecondo: permette comparazioni tra tanti virus diversi e racconta la storia di cosa è successo in passato. E questo diventa molto importante per capire come fare prevenzione rispetto alla pandemia in corso.

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