SOCIETÀ

Libra: che cosa (non ancora) è la "moneta" di Facebook

“La nuova moneta di Facebook”, “Libra: la nuova moneta mondiale”, “Facebook lancia la sua moneta: opportunità o pericolo?”. Questi sono solo alcuni dei titoli che abbiamo letto sui quotidiani italiani il giorno dopo l’annuncio da parte di Facebook del progetto Libra. 

Cerchiamo di capire però, senza enfasi eccessiva e con prove alla mano, che cos’è questa Libra e se veramente si può già considerare una “moneta mondiale”. La premessa a tutti questi discorsi però dovrebbe essere una: per ora di concreto non c’è nulla. Come spesso accade infatti, anche questo è uno dei casi in cui sono le grandi aziende a gestire la comunicazione ed i media a semplificare, anteponendo la sfida della velocità a quella dell’approfondimento. 

Certo, approfondire a fondo la tematica non è semplice, la bibliografica accademica è quasi nulla essendo un’innovazione ancora in fase primordiale, ma, a forza di titoli, per l’opinione pubblica è come se di fatto esistesse già una nuova moneta e crediamo che più di qualcuno arriverà a ipotizzare Libra come la salvezza dall’Euro.

Libra è già la nuova moneta mondiale?

Sicuramente l’idea di fondo di Libra è quella, cioè non quella di creare un asset andando di fatto a sostituire i Bitcoin, bensì quella di creare una vera e propria moneta di scambio, quindi andando a sostituire l’Euro, il Dollaro o altre monete presenti nei diversi Stati.

Sarà possibile fare ciò? La domanda è lecita e la risposta, per ora, non può essere così scontata. Sono innumerevoli infatti le variabili da cui può dipendere una risposta concreta, variabili che per ora possiamo solo ipotizzare.

Cosa sappiamo di Libra

Di Libra infatti sappiamo ben poco, e quel poco è racchiuso in un paper di 12 pagine ed in un software rilasciato ma che al suo interno ha ancora ben poche funzionalità. La stessa sede, come riportato da Roberto Galullo e  Angelo Mincuzzi in un articolo su Il Sole 24 Ore, di fatto non esiste. A Ginevra, città dove dovrebbe risiedere la sede della Libra Association, per ora del progetto di Mark Zuckerberg sembra non esserci traccia, anche se nel palazzo designato hanno già sede alcuni dei partner dichiarati, come ad esempio PayPal.

Per ora quindi in mano abbiamo solo un gran risalto mediatico e poco altro. Sempre secondo Il Sole 24 Ore la Libra Association non è nemmeno ancora stata iscritta nel registro delle imprese di Ginevra. Quello che sappiamo quindi è che i soci dovrebbero essere 28, ciascuno di loro dovrebbe versare 10 milioni di dollari, che le transazioni verranno registrate utilizzando il Blockchain, e che ci sarà un wallet, chiamato Calibre, con cui inviare e ricevere Libra.

I soci fondatori

I soci fondatori quindi dovrebbero essere: Mastercard, PayPal, PayU (Naspers’ fintech arm), Stripe, Visa, Booking Holdings, eBay, Facebook/Calibra, Farfetch, Lyft, Mercado Pago, Spotify AB, Uber Technologies, Inc. Iliad, Vodafone Group, Anchorage, Bison Trails, Coinbase, Inc., Xapo Holdings Limited, Andreessen Horowitz, Breakthrough Initiatives, Ribbit Capital, Thrive Capital, Union Square Ventures Creative Destruction Lab, Kiva, Mercy Corps, Women’s World Banking.

L’obiettivo dichiarato però è quello di avere almeno 100 soci prima della data di lancio, che dovrebbe avvenire nella prima metà del 2020

Cosa diventerà Libra

I dati certi quindi non sono molti, si possono però fare alcune ipotesi su ciò che potrebbe essere la nuova “moneta di facebook”. Libra, almeno nel suo intento, dovrebbe essere una reale moneta di scambio, sicuramente mobile ma, da quanto dichiarato dai creatori, anche molto “stable”. Anche in questo quindi, dovrebbe differenziarsi di molto dai Bitcoin, cryptovalute variabili per eccellenza. L’idea di Facebook infatti sarebbe quella di rendere Libra una moneta stabile e per farlo la soluzione può essere una sola: avere un paniere di riferimento contenente assets diversificati e solidi.

Moneta che potrebbe di fatto raggiungere anche chi non ha l’accesso ad un conto corrente. Nel white-paper rilasciato per presentare il progetto infatti, è scritto nero su bianco che “la missione di Libra è quella di creare un’infrastruttura finanziaria semplice, accessibile a miliardi di persone". Nel mondo un miliardo e 700mila adulti sono fuori dai sistemi finanziari e non hanno accesso alle banche tradizionali, ma molti di questi hanno uno smartphone.

Guardiamo un po’ i dati rilasciati da Facebook: gli utenti unici mensili nel quarto trimestre del 2018 sono stati più di 2 miliardi e 300 milioni di persone. Tutti questi (senza contare coloro i quali hanno Whatsapp e Instagram, altre due società riconducibili a Facebook), potenzialmente, da un giorno all’altro potrebbero ritrovarsi nel proprio facebook la possibilità di accedere, utilizzare, inviare e ricevere Libra

La missione di Libra è quella di creare un’infrastruttura finanziaria semplice, accessibile a miliardi di persone

Vista così questa “nuova moneta” potrebbe essere un successo senza precedenti. Come dicevamo prima però, sono innumerevoli le variabili in gioco: da come reagiranno i mercati, a quali possono essere le mosse messe in atto dai competitor di Facebook come Amazon e Google, da come riuscirà la Libra Association a dissipare i dubbi sulla sicurezza (ricordiamoci di ciò che successe con Cambridge Analytica), fino ai temi legati al possibile riciclaggio di denaro.

Trarre delle conclusioni, come avrete capito, non è semplice ma ci si può basare direttamente sulle dichiarazioni del white-paper. “L’obiettivo di Libra - c’è scritto nel documento - è quello di creare una moneta stabile e open-source blockchain, sostenuta da assets reali e governata da un’associazione indipendente, con la speranza di creare accesso a servizi finanziari migliori, più economici e aperti, senza dare importanza a chi sei, dove vivi, cosa fai o quanto possiedi”. 

“Riconosciamo che la strada per raggiungere questo obiettivo sarà lunga e ardua”. I protagonisti in gioco sono sicuramente tra coloro che un’impresa del genere possono realizzarla, le premesse sono anche eticamente lodevoli ma i dubbi per ora sono ancora maggiori rispetto alle certezze. Il primo passo verso delle monete reali staccate dal sistema Stato sembra essere stato fatto, solo il tempo ci dirà se è stato un passo verso una nuova era o un buco nell’acqua.

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