Lo scorso 16 dicembre è stata celebrata la prima Giornata nazionale dello Spazio, istituita a seguito della proposta del ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao, delegato alle politiche spaziali e aerospaziali, con l’obiettivo di coinvolgere un pubblico ampio sulle tematiche e sulle tecnologie spaziali, argomento centrale e strategico per lo sviluppo economico di un Paese all’avanguardia come l’Italia vuole continuare ad essere.
Anche di questo si è parlato a Padova in occasione della conferenza “L'Italia e la diplomazia spaziale”, incentrata sugli elementi e le caratteristiche del processo decisionale sulle politiche scientifiche e tecnologiche a livello nazionale e internazionale. Ospite d’eccezione Umberto Vattani, ambasciatore e diplomatico, figura decisiva nella fase di sviluppo della strategia politica scientifica e aerospaziale italiana fin dai primi anni Sessanta.
Intervista di Rossella Spiega e Daniele Mont D'Arpizio; riprese e montaggio di Elisa Speronello
L’occasione per la celebrazione e per l’incontro è stata suggerita da una ricorrenza particolarmente significativa per l’Italia: cinquantasette anni fa (il 15 dicembre 1964) veniva lanciato dalla base americana di Wallops Island in Virginia il primo satellite italiano – il San Marco 1 – in virtù di un primo accordo con gli Stati uniti in materia spaziale. Un evento epocale che permise all’Italia di entrare a pieno titolo nell’era spaziale, terzo Paese in assoluto e primo in Europa ad aver costruito, lanciato e posto in orbita un satellite. Una posizione prestigiosissima, se consideriamo che i gradini più alti del podio erano occupati da superpotenze come Urss e Usa, in pieno duopolio da Guerra Fredda.
Il programma spaziale italiano nasce infatti proprio in questo contesto, all’inizio degli anni Sessanta, grazie all’opera di Luigi Broglio, grande figura di ingegnere e di militare che riesce a coinvolgere il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e l’Aeronautica Militare Italiana.
Cartolina commemorativa del lancio del satellite italiano San Marco 1
Da allora l’Italia si è affermata come uno dei principali attori del settore spaziale, parte integrante della complessa architettura giuridica e diplomatica degli accordi e delle relazioni internazionali sullo spazio a livello globale. Lo testimonia la partecipazione istituzionale – tramite l’Agenzia spaziale italiana, operativa dal 1988 – ai grandi progetti spaziali, come ad esempio la Stazione spaziale internazionale, un esempio di cooperazione internazionale senza eguali. Attualmente l’Italia è il terzo contribuente dell’Agenzia spaziale europea dopo Francia e Germania, si confronta con Usa, Russia, Giappone e Cina ed è protagonista di programmi ambiziosi come Exomars, che ha come obiettivo il primo sbarco di un rover europeo su Marte, BepiColombo, la prima missione europea su Mercurio, e Lisa, un nuovo osservatorio per misurare le onde gravitazionali dallo spazio che sarà realizzato nei prossimi 20 anni.
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