SCIENZA E RICERCA

Tra Luna e Marte: le missioni spaziali in programma nel 2019

Alle 3.26 ora italiana, la China National Space Administration, l’agenzia spaziale cinese, ha annunciato l’atterraggio della sonda Chang’e-4 sulla superficie della faccia nascosta della Luna, a distanza di 50 anni dallo sbarco dell’Apollo 11 che portò l’uomo a conquistare il suolo lunare.

Grazie a questo evento, la Cina è diventata la prima nazione a effettuare un atterraggio controllato dall’altra parte della Luna: la sonda si trova precisamente nel cratere Von Kraman, nel bacino Polo Sud-Aitken. Un traguardo storico per le esplorazioni lunari, reso ancora più importante grazie anche al superamento degli ostacoli nel raggiungere questa parte del satellite. Il “lato nascosto” della Luna presenta una superficie non regolare, già documentata nel 1959 con la sonda sovietica Luna 3 che registrò un’area composta da numerosi crateri. Per questo motivo Chang’e-4, lanciata il 7 dicembre, è rimasta a lungo nell’orbita della Luna, per permettere agli scienziati cinesi di individuare un luogo adatto allo sbarco e testare anche le comunicazioni con la Terra, una difficoltà superata grazie al satellite-sponda Queqiao.

Gli obiettivi di questa esplorazione sono molteplici e di diversa natura: in primis c’è lo studio topografico e della composizione mineralogica del suolo, determinati per ricostruire l’evoluzione della Luna. Come racconta il prof. Stefano Debei, direttore del Centro di Ateneo di studi e attività spaziali “Giuseppe Colombo” dell’università di Padova: “La Luna è interessante sotto molteplici punti di vista, tra questi c’è la presenza cospicua di elio-3, un isotopo che favorisce la fusione nucleare “pulita”, presente in notevole quantità soprattutto nella faccia del satellite mai esposta alla Terra”.

La Luna, tuttavia, rappresenta anche un elemento importante per le successive esplorazioni di Marte: “Utilizzare la Luna per le missioni su Marte può avere diverse accezioni e significati: può diventare una camera di prova per testare le tecnologie oppure un punto di appoggio, sfruttando le risorse che saranno realizzate sul satellite per aiutare le telecomunicazioni e l'esplorazione marziana”.

L’atterraggio di Chang’e-4 è solamente uno dei molteplici eventi spaziali che costellano il 2019. Oltre alla conquista cinese, il mese di gennaio si è aperto con le prime immagini, scattate dalla sonda della Nasa New Horizon, di Ultima Thule, il corpo celeste più lontano mai esplorato dall’uomo che dista  6,4 miliardi di chilometri dalla Terra.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Il 17 gennaio è in programma il primo volo verso la stazione spaziale internazionale senza equipaggio dell’astronave Crew Dragon, progettata dall’azienda SpaceX per la Nasa; mentre il primo volo con due astronauti, Doug Hurley e Bob Behnken, è previsto per giugno 2019. Il 30 gennaio l’Indian Space Research Organisation dà il via alla sua seconda missione lunare, Chandrayaan-2: il progetto prevede un orbiter, un lander e un piccolo rover per l'allunaggio vicino al polo sud del satellite. La Luna è anche tra gli obiettivi di SpaceIL: l’organizzazione no-profit israeliana, reduce dalla competizione senza vincitore Google Lunar X Prize, ha deciso di continuare con il progetto che prevede un atterraggio lunare entro la fine di gennaio

Continuano anche le osservazioni di Giove da parte dell’agenzia statunitense, attraverso le immagini della sonda Juno che si presta a compiere il suo diciottesimo perigiove, il passaggio nel punto più vicino al pianeta, il 12 febbraio (sono in programma altre sei manovre di questo tipo). OneWeb, azienda londinese per le telecomunicazioni satellitari rivale di SpaceX, ha annunciato il possibile lancio nel mese di febbraio di 10 satelliti per espandere la rete internet

L’inizio dell’anno potrebbe vedere anche l’avvio di due altre missioni: il lancio di CST-100 Starliner, astronave per il trasporto umano dell’azienda Boeing, e il secondo razzo Falcon Heavy di SpaceX che in questa occasione trasporta il l’orologio atomico Deep Space Atomic Clock della Nasa che vuole offrire una precisione temporale per migliorare la navigazione nello spazio profondo.

Nelle giornate del 4 aprile e del primo settembre sono previsti due sorvoli del satellite Parker Solar Probe vicino al Sole, con l’obiettivo di studiare il vento solare, l’atmosfera esterna e soprattutto le particelle d’energia: “Queste particelle sono studiate dagli astrofisici ma anche da chi si occupa di fisiologia perché sono particelle che bombardano anche il corpo umano. È un freno - spiega il prof. Debei - per i viaggi spaziali, come quelli previsti su Marte, perché la dose che il corpo umano assorbirebbe, sarebbe troppo aggressiva e nociva, sia durante il viaggio che durante il soggiorno”.

Anche la Cina si interessa al trasporto di astronauti: nel mese di giugno potrebbe esserci il lancio di prova di New Generation Manned Spacecraft, una capsula che può portare fino a sei taikonauti (astronauti cinesi, ndr). Inoltre, la China National Space Administration ha previsto l’avvio verso la fine del 2019 della missione lunare più ambiziosa: Chang’e-5, infatti, ha l’obiettivo di perforare il suolo del satellite e raccogliere circa 2,5 chilogrammi di terra lunare, per poi portarla sulla Terra. Sempre nello stesso periodo, SpaceX potrebbe condurre il test di prova di Starship, la metà superiore di Big Falcon Rocket, il razzo ancora in progettazione destinato a portare portare l'uomo su Marte.

Per il Centro di Ateneo “Giuseppe Colombo” di Padova, l’anno nuovo si prospetta come una continuazione dei progetti in essere: “Abbiamo partecipato e stiamo partecipando alla missione Bebi Colombo ma siamo anche coinvolti nella missione Juice dell’Esa, attraverso un telescopio che sarà a bordo. L’obiettivo è di indagare le lune ghiacciate Europa e Ganimede del pianeta Giove, in particolare la presenza di acqua nei due satelliti. Il lancio è previsto per il 2022”.

Per le esplorazioni spaziali, il 2019 è iniziato nei migliori dei modi, portando tuttavia con sé un ricordo triste della fine del 2018: il 26 dicembre, infatti, è scomparsa Nancy Grace Roman, conosciuta da tutti come “mamma di Hubble”. L’astronoma statunitense è ricordata per il suo fondamentale ruolo nella progettazione del telescopio spaziale Hubble e per essere stata la prima donna a ricoprire un ruolo dirigenziale all’interno della Nasa. 

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