SCIENZA E RICERCA

Luna Rossa, quando l’Unione Sovietica dominava lo spazio

L’uomo sulla Luna è stato uno degli obiettivi più audaci e affascinanti raggiunti nello scorso secolo. Le esplorazioni spaziali, tuttavia, hanno rappresentato non solo una sfida per l’uomo ma anche un punto cardine della guerra fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica.

Poi le armi tacquero o quasi, per lasciare spazio al più terribile tiro alla fune di tutti i tempi, la guerra fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica. tratto da “Luna Rossa” di Massimo Capaccioli

La vittoria statunitense, che coincide con l’allunaggio dell’Apollo 11 il 20 luglio 1969, sancisce la fine di questa “battaglia” combattuta al di là delle nuvole. Un fronte, quello delle esplorazioni spaziali, che ha visto per molti anni l’URSS davanti agli USA: dal primo missile lanciato in orbita nel 1957 alla cagnolina Laika, il primo essere vivente in orbita, arrivando poi a Jurij Gagarin, il primo uomo a volare in assenza di gravità. Una serie di conquiste che, tuttavia, non hanno portato nessun uomo sovietico a calpestare il suolo del satellite.

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Questa storia è raccontata con particolare rigore storico, aneddoti piacevoli e un tocco di letteratura nel saggio Luna Rossa di Massimo Capaccioli, professore emerito di Astrofisica all’Università degli Studi di Napoli Federico II, che racconta la conquista lunare raccontata da una prospettiva diversa.

Abbiamo intervistato l'autore, per dare un nuovo sguardo alle esplorazioni spaziali del passato, del presente e del futuro. 

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