SOCIETÀ

L'editoriale. Il modello Italia: scienza e umanità

Quello che vedete in lontananza nel video è l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, una struttura nuova, aperta e funzionale.

Adesso quella è una struttura in grandissima sofferenza, dentro ci lavorano migliaia di persone che stanno facendo un grande sacrificio per salvarne tante altre, lavorando in condizioni estreme e rischiose per la loro vita. C’è una grande necessità di personale anche per l’ospedale da campo costruito fuori dalla struttura,  e servono aiuti concreti.

Attorno a questo ospedale poi c’è una città deserta, ammutolita. Tutto insieme, l’ospedale e la città, raccontano un modello, il modello italiano fatto di sanità pubblica, universalista, per tutti e che aiuta chiunque si presenti, indipendentemente dall’assicurazione che ha o dal suo ceto sociale. Attorno a questo c’è una comunità solidale che si stringe in uno sforzo collettivo per superare questa drammatica crisi.

Perché racconto di questo modello? Perché nella scienza bisogna sempre fare delle comparazioni e vi invito a mettere in confronto questo modello con quella che abbiamo visto negli USA, dove in molti, una volta dichiarata l’emergenza, hanno fatto la coda per andare a comprare armi o munizioni.

Oppure provate a comparare questa scena di solidarietà sociale con la conferenza stampa del 12 marzo di Boris Johnson, con accanto i suoi due consiglieri scientifici per eccellenza. Il premier inglese ha detto, serafico, che le famiglie inglesi dovranno prepararsi ad avere la perdita di molti cari. Questo stupisce perché rappresenta come una fatalità ciò che lui stesso sarebbe tenuto ad evitare. Hanno poi parlato di umanità di gregge che è anche un’espressione molto brutta, non siamo pecore e sarebbe più corretto chiamarla, come proposto da Alberto mantovani, immunità di comunità.

Ora in Inghilterra le politiche sono cambiate radicalmente e stanno facendo un po’ ciò che noi stiamo facendo da tempo: quindi perché fare quella conferenza stampa? E soprattutto perché vedere quei due scienziati parlare in modo così astratto di una questione che riguarda migliaia di vite umane in pericolo? Qualcuno, facendo un po’ di antropologia spicciola, ha detto che è l’esempio del motto inglese “keep calm”, cioè la compostezza inglese davanti a pericoli. Altri han parlato dell’ennesima prova di darwinismo sociale, che è nato in Inghilterra. In effetti l’idea di fondo di quella conferenza stampa è quella di lasciare che la natura faccia il suo corso, e così la selezione naturale rafforzerà la popolazione e il sistema immunitario. È bene ricordare che però questa era l’idea dei darvinisti sociali, non certo di Charles Darwin, che aveva un’idea molto diversa.

A più riprese ha scritto che l’igiene, la medicina, l’assistenza sociale, cioè tutto ciò che si fa in strutture come l’ospedale di Bergamo, indeboliscono l’azione della selezione naturale, però “se noi non facessimo tutto il possibile per aiutare i più deboli della società, comunque andremmo contro le più nobili facoltà umane, che si sono sviluppate, anche quelle, attraverso l’evoluzione della selezione naturale”.  

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