CULTURA

A Napoli, ha aperto le porte il Museo Darwin Dohrn

Sul lungomare di Napoli, si è affacciato un nuovo museo. È il DaDoM: il Museo Darwin Dohrn, interamente dedicato all’evoluzione, alla biologia marina e a due giganti della scienza, Charles Darwin e Anton Dohrn. Un polo unico nel suo genere, che sorge nella Casina del Boschetto, sede dell’ex Circolo della Stampa di Napoli, nella Villa Comunale. Proprio a due passi dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn, che quest'anno compie 150 anni. 

Il DaDoM è infatti un regalo alla città di Napoli che la Stazione Zoologica Anton Dohrn (SZN) ha messo sotto l’albero di Natale per cominciare i festeggiamenti. E infatti all’interno del museo si respirano i 150 anni storia della Stazione Zoologica, ma soprattutto i 3 miliardi di anni di evoluzione della vita sotto il pelo del mare.

Il percorso di visita che si snoda nei circa 1000 metri quadrati del DaDoM è un viaggio negli oceani attraverso il tempo – da 3 miliardi di anni fa ad oggi – alla scoperta dell’evoluzione delle forme di vita marina e dei loro adattamenti, sulle orme di Darwin e Dohrn. Il Museo celebra infatti il sodalizio tra questi due scienziati: lo zoologo tedesco Anton Dohrn fu infatti uno dei primi sostenitori del darwinismo e della teoria dell’evoluzione per selezione naturale. «Dohrn cominciò una fitta corrispondenza con lo scienziato inglese, durata 15 anni: un carteggio che è ancora conservato alla SZN. E nel 1872 fondò la Stazione Zoologica che oggi porta il suo nome proprio su ispirazione di Darwin, per studiare la biodiversità del mare di Napoli. Dohrn, in effetti, si trovava nel posto giusto al momento giusto: il golfo di Napoli racchiude l’80% di tutta la biodiversità del Mediterraneo, che a sua volta rappresenta l’8% della biodiversità del pianeta in termini di biodiversità marina» spiega a Il Bo Live Roberto Danovaro, presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn.

Al DaDoM, il mare sembra entrare direttamente nel museo: dalle vetrate a tutta parete filtra il sole che si riflette sul Golfo di Napoli, mentre sulla terrazza si respira l’odore della salsedine. Tutt’intorno, nel giardino di 2500 metri quadri, si trovano i batiscafi utilizzati per esplorare le profondità del golfo e una mastodontica bocca di megalodonte. Così sembra scomparire quella sottile lingua di terra che è via Caracciolo, stretta tra la Villa Comunale e il mare, e il visitatore viene catapultato nel vivo della biologia marina dalle correnti marine illustrate sulle pareti del DaDoM.

Una “passeggiata nel tempo” infatti trasporta i visitatori alla scoperta dell’evoluzione, dalle forme di vita primordiali comparse negli oceani oltre 3 miliardi di anni fa attorno a camini vulcanici fino a oggi, attraverso murales e dipinti realizzati dall’artista Luis Rey, sculture, reperti biologici, modelli in resina, strumentazioni storiche e filmati. Si attraversa anche una “zona degli abissi” dove si scopre la bioluminescenza, e poi ancora pesci re, pesci luna, tartarughe liuto, squali e granchi, meduse plancton e necton illustrano la diversità biologica; mentre a illustrare il cerchio della vita negli oceani ci pensa un enorme scheletro di capodoglio, spiaggiatosi a Ischia nel Natale 2018 e recuperato dai ricercatori della SZN, circondato da modelli di organismi che si nutrono delle carcasse di questi giganti, sul fondo del mare.

Fiore all’occhiello del DaDom è la maestosa Glass cage: una vetrina alta 6 metri, che raccoglie circa 10.000 reperti storici della Stazione Zoologica, molti dei quali preparati ai tempi di Dohrn dallo “scugnizzo” Salvatore Lo Bianco

Nato su una nave in viaggio tra la Sicilia e Napoli, e cresciuto nel quartiere dei pescatori a Mergellina, Salvatore Lo Bianco per un caso fortunato si trovò ad abitare a palazzo Torlonia: lo stesso dove risiedeva Dorhn e dove suo padre prestava servizio come portiere. «Fu così che nel 1874, Lo Bianco venne accolto da Dohrn tra il personale di laboratorio della stazione zoologica appena fondata, con il compito di gestire il reparto di conservazione e l’acquario pubblico» spiega a Il Bo Live Claudia Gili, direttrice del dipartimento di Conservazione Animali Marini e Public Engagement (CAPE) e curatrice del DaDoM. «Salvatore Lo Bianco si è così ritrovato a svolgere la professione di preparatore museale, una professione oggi sempre più rara. Lavorava i campioni e li tassidermizzava così bene che poi questi campioni su spinta di Dohrn, che era un vero imprenditore della scienza, venivano anche venduti in giro per il mondo per finanziare la ricerca della Stazione Zoologica. Oggi la Glass Cage del DaDoM ospita quindi campioni che hanno almeno 150 anni, che dureranno secoli e di cui non sappiamo ancora tutto: spesso non sappiamo neanche che liquido c’è dentro per conservarli così bene».

Video di Rosario Balestrieri

Il percorso museale include anche un viaggio attraverso le scoperte e le ricerche che costellano la storia della Stazione Zoologica: qui sono state scoperte oltre 60 nuove specie marine; sono passati oltre 4.200 scienziati di cui 20 premi Nobel, da Otto Warburg a Karl von Frish, da Thomas Hunt Morgan a James Watson, passando per Rita Levi Montalcini; fino ad arrivare alle ricerche attuali svolte dalla SZN che vengono esposte mese per mese al DaDoM. 

Il DaDoM è ancora ricco di sorprese: la sala polifunzionale ospiterà convegni, seminari e mostre; mentre il Museo didattico ospiterà gli studenti per svolgere attività pratiche di osservazione e studio alla scoperta dei segreti della vita marina. In futuro si pensa anche a un festival cinematografico: nel primo fine settimana di ottobre 2022, in programmazione al DaDoM ci sarà il Festival Pianeta Mare Darwin Dohrn

Così, a un passo dalle vasche dell’Acquario dove si possono ammirare le mille forme meravigliose che vivono nel Golfo di Napoli, dai cavallucci marini al doride dipinto (un coloratissimo nudibranco), tra murene e gronghi che si nascondono tra le rovine romane concesse dalla Soprintendenza, sotto lo sguardo vigile dei polpi che giocano con i Lego, rinasce la Napoli della cultura e della scienza: intrisa di storia, ma lanciata verso l’orizzonte vasto come il mare.

In un’epoca dove il mare e gli oceani sono in difficoltà per via dei cambiamenti climatici e la pesca intensiva, dove perdiamo biodiversità a ritmi vertiginosi ancora prima di conoscerla, l’augurio è che il DaDoM possa ispirare una maggiore consapevolezza sulla necessità di conoscere la vita marina per proteggerla.

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