CULTURA

Padova Urbs Picta entra nel patrimonio mondiale Unesco

Non solo la Cappella degli Scrovegni, anche se la fama di Giotto è sicuramente preponderante: ci sono anche Palazzo della Ragione con il suo ciclo enorme e misterioso di affreschi, la Basilica di Sant’Antonio e poi il Battistero della Cattedrale, la Chiesa dei santi Filippo e Giacomo agli Eremitani, la Cappella della Reggia Carrarese, l’Oratorio di San Giorgio e quello di San Michele, con le opere di Guariento, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio e Jacopo Avanzi. Otto siti in cui storia, cultura e anche scienza si intrecciano, un immenso patrimonio artistico che nel Trecento ha reso Padova protagonista del rinnovamento del linguaggio figurativo europeo, culla dell’arte occidentale come oggi la conosciamo.

Nel pomeriggio di sabato 24 luglio, nel corso della 44a sessione del Comitato del patrimonio mondiale in corso a Fuzhou (Cina), è stato ufficialmente proclamato l’inserimento di Padova Urbs picta Lista del Patrimonio Mondiale Unesco (World Heritage List) come bene culturale, poiché esso "illustra un modo completamente nuovo di rappresentare la narrazione in pittura, con nuove prospettive spaziali influenzate dai progressi della scienza dell'ottica e una nuova capacità di rappresentare le figure umane in tutte le loro caratteristiche, compresi i sentimenti e le emozioni. Queste innovazioni segnano una nuova era nella storia dell'arte, producendo un irresistibile cambio di direzione". La designazione è stata seguita in diretta proprio nel salone affrescato di Palazzo della Ragione, presenti l’assessore alla cultura Andrea Colasio e il rettore dell’università di Padova Rosario Rizzuto.

Così oggi Padova è l’unica città italiana e una delle poche città al mondo a custodire due siti Unesco nel ristretto ambito delle sue mura. Un percorso lungo e a volte tortuoso quello per ottenere il riconoscimento, iniziato nel 2010 con la prima delibera comunale e proseguito nel 2012 con un lavoro di ricognizione e nel 2014con la prima riunione del gruppo di lavoro dedicato. “Da allora non ci siamo più fermati” racconta a Il Bo Live Giorgio Andrian, geografo di formazione e docente universitario presso l’università di Padova di progettazione europea del paesaggio, ma soprattutto consulente del Comune di Padova e manager della candidatura, grazie a una lunga esperienza come funzionario internazionale ed esperto di candidature Unesco.

Ma perché proprio a Padova viene dato un riconoscimento simile? “3.694 metri quadrati di affreschi di diversi autori, in gran parte e trecenteschi, sono tanta roba – scherza Andrian –. Poi c’è il valore storico: a partire da Giotto avviene a Padova una rivoluzione culturale e nello stile che viene poi raccolta e continuata da diversi artisti di grandissima qualità. Il risultato è un gruppo di cicli pittorici come non ce ne sono molti al mondo”. Urbs Picta segue a distanza di 24 anni l’ingresso tra i siti Unesco dell’Orto botanico, ammesso nel 1997 in quanto testimone di un’eccezionale tradizione culturale e di uno scambio di influenze considerevoli nell’area delle scienze mediche botaniche.

Essere sito Unesco significa appartenere a un ristretto patrimonio di 1.120 beni presenti in 167 Paesi firmatari della World Heritage Convention tra siti culturali, naturalistici e misti. Un gruppo a cui si accede solo dando precise garanzie riguardo la salvaguardia e la tutela, ma che nel tempo è diventato anche un importante volano per la crescita dei territori. Programmi internazionali come quelli offerti dall'Unesco sono inoltre occasione di collaborazione, tra centro e territori e persino tra Stati, tanto che negli ultimi anni anche i Paesi in via di sviluppo si stanno rivolgendo sempre più a questo tipo di iniziative per portare pace e sviluppo alle loro popolazioni. “Sicuramente si tratta di un passo fondamentale per farsi conoscere e apprezzare sempre più nel mondo – continua Andrian –. Alcuni studi ci dicono che quasi la metà dei turisti culturali è influenzata in qualche modo dalla lista dei siti Unesco, mentre il 15% è disposto a cambiare itinerario per visitarli. Ci sono città come Matera che su questo sono state capaci di costruire la propria fortuna. Al momento fare proiezioni è comunque azzardato: molto dipenderà dal fatto se il successo della candidatura sarà visto come punto di arrivo o di ripartenza. Intanto godiamoci questo riconoscimento, che oggi per la città vale come una medaglia d’oro alle Olimpiadi”.

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