SOCIETÀ

Sono i dittatori, i terroristi e i tagliagole i nostri alleati?

"Cinque miliardi all'anno per gli immigrati sono troppi, daremo una bella sforbiciata" dice il neoministro degli Interni Matteo Salvini prima ancora che i fotografi abbiano finito di scattare la foto del giuramento del governo, in cui compare all'estrema destra del gruppo, com'è naturale e coerente con la sua storia politica. In realtà, grande parte dei fondi non sono "per gli immigrati" ma per la gestione dei "richiedenti asilo", che è costosa per le lungaggini della nostra burocrazia e perché l'Italia non ha mai avuto la capacità di imporre all'Europa una revisione degli accordi di Dublino che impongono ai paesi di arrivo (quindi essenzialmente Grecia e Italia) di farsi carico di chi cerca rifugio dalle guerre, dalle carestie, dalla repressione.

Salvini, 48 ore fa, ha giurato su una Costituzione di cui ignora tutto, altrimenti sarebbe arrivato a leggere almeno il decimo dei 139 articoli che la compongono. L'art. 10 recita: "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge". Qual è la parte di questa frase molto semplice che il neoministro non capisce? Per esempio, "effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione", palesemente un fastidio per l'ungherese Viktor Orban, con cui Salvini si è fatto fotografare poche settimane fa. Ma questo non ha molta importanza visto che, per ora, non sono molti gli ungheresi in fila a Trieste per entrare in Italia.

Sarebbe utile e necessario, invece, che qualcuno al ministero mandasse a memoria la seguente lista: Siria, Iraq, Egitto, Libia, Algeria, Marocco, Mali, Niger, Nigeria, Congo, Sudan, Repubblica centrafricana, Eritrea. Quale di questi stati garantisce "l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana"? La Libia dei tagliagole che rapiscono e torturano i migranti nella sostanziale indifferenza del precedente ministro degli Interni, Marco Minniti? La Siria, dove è in corso da sette anni la guerra civile? L'Eritrea, nostra ex colonia con un presidente al potere da decenni e dove il servizio militare è obbligatorio fino alla vecchiaia? La Nigeria, dove Boko Haram rapisce le bambine a centinaia? L'Egitto che assassina il ricercatore italiano Giulio Regeni con una decisione evidentemente presa ai massimi livelli dello Stato?

Potremmo continuare ma è meglio fermarsi qui: se il Presidente Mattarella vuole "esercitare le sue prerogative" in modo migliore di quanto non abbia fatto durante la crisi di governo, ricordi al presidente del consiglio Giuseppe Conte, che è un giurista, e al ministro degli Interni Matteo Salvini che l'accoglienza a chi richiede asilo non è un optional, una politica che può essere vanificata dal taglio dei fondi, ma un preciso obbligo costituzionale, oltre che un dovere che i trattati internazionali sulla difesa dei diritti umani impongono all'Italia.

fabrizio tonello

FABRIZIO TONELLO

Fabrizio Tonello insegna un corso sulla politica estera americana in prospettiva storica: “Republic” and “Empire” in American Political Thinking. Ha insegnato anche Storia del giornalismo e Istituzioni politiche dell’America del Nord. Ha insegnato anche nel dipartimento di Scienze della Comunicazione presso l’università di Bologna e nella Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste. È stato Visiting Fellow della Columbia University di New York e Fulbright Scholar presso la University of Pittsburgh (PA).

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