Il 2020 è stato un annus horriblis anche per quanto riguarda i femminicidi, il peggiore in termini di percentuali dal 2000. E’ vero che nel complesso il numero delle donne vittime di omicidio nei primi dieci mesi del 2020 è più basso rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma a far calare questo numero sono le vittime femminili della criminalità comune (nel periodo gennaio-ottobre 2020 sono state 3, contro le 14 dello scorso anno).
Gli altri dati, cioè il numero di donne uccise in un contesto familiare e le donne uccise dal partner, è sostanzialmente rimasto invariato negli anni, ma anche questa stabilità non può essere considerata positiva. Sappiamo infatti che mediamente negli ultimi anni il trend degli omicidi totali è sempre stato in calo, ed in particolare nell’ultimo anno si è passati dai 334 del 2018-2019 ai 278 del 2019-2020. I femminicidi però non calano, rimangono costanti crescendo quindi in percentuale rispetto al totale.
Il 2020 è stato l’anno in cui l’incidenza della componente femminile nel totale degli omicidi è stata del 40,6%, cioè la più alta di sempre.
Dove avvengono i femminicidi
Un tema da analizzare approfonditamente è quello del luogo in cui avvengono questi femminicidi, anche alla luce di questo particolare anno in cui la costrizione casalinga è stata molto forte. Il report Eures conferma un fatto ormai già accertato da tutte le statistiche sui femminicidi: è il contesto familiare ad essere a volte il più pericoloso. Dei 91 femminicidi totali registrati nel 2020, 81 sono stati commessi nell’ambito del contesto familiare, cioè l’89% del totale. Tra marzo e giugno 2020 sono state 21 le donne che hanno trovato il proprio assassino in famiglia.
“ L’89% dei femminicidi avviene in famiglia
Di questi 81 omicidi, 51 sono stati commessi all’interno della coppia, raggiungendo anche in questo caso la percentuale record del 69,1%. Non si può leggere questa triste statistica senza pensare che l’emergenza sia ancora nella fase più delicata. Il lockdown dovuto alla prima ondata della pandemia e l’attuale chiusura di diverse regioni ci fa pensare come il tema dei femminicidi debba essere considerato una delle priorità, e non dev’essere analizzato solamente un giorno all’anno. Le dinamiche sono conosciute, i luoghi si conoscono e la prevenzione e l’aiuto alle vittime dev’essere un tema su cui non sorvolare, anche alla luce delle chiamate ricevute dal numero verde contro la violenza e lo stalking (il 1522) messo a disposizione dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il numero è sempre attivo, anche ora, ed è utilizzabile 24 ore su 24 e può essere un primo ed importante aiuto per chi si trova in una situazione potenzialmente a rischio.
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In che zona d’Italia vengono commessi più femminicidi
Nel 2020 il 56,8% dei femminicidi è stato commesso nel Nord Italia, il 9,5% in più rispetto allo scorso anno con una particolare concentrazione in Lombardia e Piemonte. Le due regioni infatti da sole assorbono il 36% dei femminicidi a livello nazionale.
Nelle regioni del Centro Italia e del Sud Italia infine sono stati commessi rispettivamente 14 e 21 femminicidi nei primi dieci mesi del 2020.
3.344 donne uccise
Il VII Rapporto Eures sul femminicidio in Italia evidenzia infine un dato che, se letto nero s bianco, fa capire ancora di più quanto questa sia una tematica da analizzare a fondo per evitare che l’incidenza dei femminicidi sul totale continui inesorabilmente a crescere. Nel XXI secolo le donne uccise in Italia sono state 3.344.
“ Nel XXI secolo le donne uccise in Italia sono state 3.344
Il numero totale degli omicidi volontari complessivamente censiti ed elaborati dall'Istituto di Ricerca Eures negli ultimi 20 anni è stato di 11.133, il che significa che l’incidenza femminile è di circa il 30%. Come abbiamo già detto, è questo il dato su cui bisogna maggiormente focalizzare l’attenzione. Negli ultimi anni il totale degli omicidi è in netto calo, così come quello totale delle dilettuosità, ciò che invece rimane stabile è proprio il dato sui femminicidi.
Donne vittime di violenza
Ai dati che abbiamo analizzato fino ad ora, e che escono dal VII Rapporto Eures sul femminicidio in Italia, dobbiamo anche aggiungere un’analisi Istat sulle vittime di violenze. Secondo l’istituto di statistica, in Italia al 2014 il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita.
Significa circa 7 milioni di donne che, almeno una volta nella vita, sono state vittime di qualche tipo di violenza. Il 20,2%, cioè 4 milioni e 353 mila donne hanno subito violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).