UNIVERSITÀ E SCUOLA

Addio a De Michelis, presidente della Marsilio e grande amico dell'ateneo di Padova

Si celebrano oggi alle 14, presso la Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, a Castello 6363, e non più alla Chiesa Evangelica Valdese e Metodista in Calle Lunga Santa Maria Formosa a Venezia come annunciato il giorno della morte, i funerali di Cesare De Michelis, per quarant’anni professore all’Università di Padova.

In molti daranno l’estremo saluto al docente in pensione e Presidente della casa editrice Marsilio. Come ha dichiarato il rettore, Rosario Rizzuto: "Con Cesare De Michelis perdiamo, oltre al letterato, decano degli editori e studioso attento e appassionato, anche un amico dell'ateneo patavino, dove per anni ha insegnato letteratura italiana moderna e contemporanea, tanto da lasciarci in donazione nel 2015 la sua biblioteca, documentazione di altissimo valore intellettuale sulla letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri. A nome mio e dell'università di Padova le condoglianze a parenti e a tutti quanti oggi lo piangono".

Chi era Cesare De Michelis?

Ma chi era questa eclettica figura di italianista, editore, scrittore e bibliofilo che ha insegnato per quattro decenni presso l’ateneo patavino lasciando un segno davvero importante?

Cesare De Michelis nasce a Dolo, in provincia di Venezia, il 19 agosto 1943 in una famiglia di religione valdese. È una famiglia numerosa. Il fratello maggiore è Gianni, futuro esponente del Partito Socialista Italiano e Ministro degli Esteri.

Cesare frequenta l’università a Padova e si laurea in lettere, alla scuola di quel grande italianista che è Vittore Branca, nel 1965. Il padre, in premio, gli regala un pacchetto di azioni di quella che Cesare già considera “sua” casa editrice: la Marsilio.

In realtà la Marsilio è stata fondata nel 1961 da un piccolo gruppo di giovani intellettuali, alcuni già laureati, altri ancora studenti: Paolo Ceccarelli, Giulio Felisari, Toni Negri e Giorgio Tinazzi. Quest’ultimo insegna Storia e Critica del Cinema all’università di Padova.

La casa editrice Marsilio

La casa editrice è intitolata a Marsilio di Padova, uno studioso vissuto a cavallo tra il XIII e il XIV secolo, nato appunto nella città patavina e divenuto poi rettore dell’università di Parigi nonché censore del potere temporale della Chiesa, tanto da maritarsi, da parte di Roma, l’epiteto di “figlio del diavolo”.

Cesare De Michelis non è tra i primi fondatori della Marsilio, ma è tra i primi collaboratori. Ma quando il padre gli regala il pacchetto di azioni della società, nel 1965, eccolo entrare immediatamente nel Consiglio di Amministrazione e poi, nel 1969, diventarne prima Amministratore Delegato e poi Presidente. I quattro fondatori ormai si sono defilati e lui, Cesare De Michelis, diventa di fatto il deus ex machina della casa editrice. Un ruolo che manterrà per 49 anni.

Sotto la guida del giovane editore la Marsilio si  afferma come una casa editrice insieme raffinata e coraggiosa. Capace di dare spazio a una serie notevole di scrittori italiani come  Antonio Debenedetti, Daniele Del Giudice, Claudio Magris, Marco Lodoli, Fulvio Tomizza. Ma anche di giovani scrittrici, che lui letteralmente scopre: è il caso di Margaret Mazzantini e di Susanna Tamaro, che per 26 volte si è vista rifiutare un manoscritto prima di trovare in Cesare De Michelis l’editore che tangibilmente la apprezza.

Ma nel catalogo e nelle intuizioni di Cesare non c’è solo la letteratura italiana. Molto fortunato è l’interesse per una letteratura non sempre frequentata in Italia, quella nordica. Fortunata non solo in termini intellettuali, ma anche commerciali: la trilogia del Millennium di Stieg Larsson pubblicata da Marsilio vende addirittura 5 milioni di copie.

Ma per riassumere l’opera fatta in Marsilio da Cesare De Michelis non c’è che da prendere a prestito le motivazione con cui lo scorso anno il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo ha nominato Cavaliere del Lavoro: "Presidente di Marsilio Editori spa, che ha contribuito a fondare e che guida dal 1969. Grazie al suo impulso, la casa editrice avvia una lunga fase di espansione e apre il catalogo, oltre che all'architettura, urbanistica e sociologia, anche alla saggistica politico-culturale e alla narrativa di giovani autori italiani. Nel 2000 Marsilio entra a far parte del gruppo RCS Libri, mantenendo tuttavia identità nelle scelte editoriali. Nell'agosto 2016 la casa editrice è stata riacquisita dalla famiglia De Michelis tornando così ad essere totalmente indipendente. In oltre 50 anni, la società ha pubblicato oltre 6.500 titoli, di cui 3.000 ancora in listino, proponendo circa 250 novità l'anno. Occupa 30 addetti".

Ma Cesare De Michelis non è limitato a fare l’editore. È stato anche un, come dire, “metaeditore”: un editore che ha riflettuto sul suo mestiere. Nel 2016, per esempio, ha pubblicato con la Italo Svevo editore, un piccolo saggio storico, Editori vicini e lontani, in cui, tratteggiando la storia di “colleghi” come Salani, Bemporad, Gobetti o Formiggini, in realtà affronta il tema, straordinariamente attuale, del ruolo e delle funzioni del piccolo editore, oggi, e dell’editoria in generale. Allo stesso tema è dedicato anche un altro libro, Tra le carte di un editore.

È un editore, un “metaeditore” e un bibliofilo: lascia una biblioteca ricca di centomila volumi, molti antichi.

In realtà, Cesare De Michelis è un intellettuale a tutto tondo. Diffonde cultura, ma produce anche cultura. Del suo impegno accademico parleremo tra poco. Ricordiamo subito invece il fatto che già nel 1965 fonda e dirige (fino al 1974) con Massimo Cacciari la rivista Angelus novus. E nel 1974 fonda e dirige la rivista Studi novecenteschi. Ma non si limita a pubblicare solo testi accademici. Interviene anche nel dibattito culturale quotidiano, scrivendo su giornali come Il Sole 24 Ore e il Corriere del Veneto.

È un intellettuale operativo. È presidente del comitato scientifico che ha organizzato un’edizione nazionale delle opere di Carlo Goldoni ed è membro del comitato scientifico che ha curato l’edizione nazionale delle opere di Ippolito Nievo. È consigliere della Fondazione del Teatro la Fenice di Venezia. È assessore alla cultura del comune della città lagunare e Vice Presidente della Biennale.

Nonostante i tanti incarichi, privati e pubblici, che lo obbligherebbero a un atteggiamento, come dire, diplomatico, Cesare De Michelis sa nuotare contro la corrente, assumendo spesso posizioni spiazzanti – a favore del transito delle grandi navi a Vanezia; per qualificare, ma non per arrestare il turismo di massa e, dunque, si schiera contro l’idea de numero chiuso; lascia molti perplessi quando si dichiara contrario al finanziamento pubblico della cultura –, ma sempre intelligenti e ben argomentate.

No, non è uno spirito corrivo con i tempi. Festeggia il cinquantesimo anniversario della Marsilio alla Fenice di Venezia, nel 2011, ripubblicando il libretto di un’opera , Intolleranza 1960, scritto da Luigi Nono, il grande musicista veneziano. L’opera era stata rappresentata per la prima volta proprio alla Fenice il 13 aprile 1961. In tempi non sospetti, dunque, Ma l’idea di riproporla, da parte di Cesare De Michelis, non è una scelta casuale. Perché quella storia scritta quasi sessant’anni fa, parla anche di oggi. L’azione scenica proposta dal grande musicista ha per protagonista, infatti, un rifugiato che gira per il Mezzogiorno d’Italia. Cerca un lavoro, incontra invece il conflitto sociale con forme acute di repressione, con arresti di massa, con la tortura. Il rifugiato finisce in un campo di concentramento. E in quel luogo senz’anima sperimenta sensazioni ed emozioni uniche scatenate da tante anime. Uscito dal campo, sulle rive di un fiume il rifugiato comprende finalmente quale sia la sua vera casa: il mondo. Anzi, ogni luogo del mondo.

Il lavoro all'università di Padova

Ma certo non meno importante è stata la sua attività presso l’università di Padova. Dove ha lasciato un’impronta forte: "Ha fondato la disciplina della letteratura moderna e contemporanea. E se non l’ha fondata, certo le ha dato un impulso senza pari", sostiene Giorgio Tinazzi. Già, proprio uno di quei fondatori della Marsilio che ha avuto rapporti non solo professionali ma anche amicali con Cesare De Michelis.

Di lui Tinazzi ricorda "la grande ironia" e la "finta aggressività", dietro cui si celano un affetto e un’empatia che sono stati alla base di "un’amicizia durata mezzo secolo, senza mai un litigio vero e assolutamente viva, non convenzionale. Non è facile conservare un’amicizia schietta per oltre mezzo secolo. Noi l’abbiamo fatto".

Cesare entra all’università di Padova prima presso la facoltà di Magistero poi presso il Dipartimento di Italianistica. Prima è stato assistente di ruolo all’università di Messina. È allievo di quel grande italianista, docente dell’ateneo patavino, che è stato Vittore Branca. Insegna per molti lustri, come abbiamo detto, quella disciplina, la letteratura italiana moderna e contemporanea, che se non ha fondato ha certo consolidato.

È esperto di letteratura italiana, certo. Ma ha un’attenzione particolare per quella veneta. E, infatti, nel 2006 fonda presso il Dipartimento di Italianistica dell’università di Padova l’Archivio degli scrittori veneti del Novecento, dove è possibile trovare, tra le altre, le carte donate da Sergio Maldini, Paolo Barbaro, Giuseppe Berto.

Non si ferma alle soglie della sua disciplina. Con Tinazzi, per esempio, inaugura, circa venti anni fa, un percorso di approfondimento sul rapporto tra cinema e letteratura, che trova riscontro in un convegno e nella pubblicazione dei relativi atti su Studi novecenteschi.  Non è un episodio. La collaborazione – ricorda ancora Giorgio Tinazzi – trova un nuovo riscontro nella inaugurazione da parte della Marsilio di quella che è la più antica collana di libri sul cinema. Una collana che conta un centinaio di titoli.

Conta invece centomila titoli la biblioteca personale di Cesare De Michelis. E il suo legame con – potremmo dire il suo affetto per – l’università di Padova trova a sua volta riscontro nel fatto che questa straordinaria collezione di libri, Cesare l’ha donata alla “sua” università.

Cesare De Michelis è morto a Cortina d’Ampezzo dove era in vacanza il 10 agosto scorso, nove giorni prima di compiere 75 anni. Una morte improvvisa, che lo ha colto al culmine di una lunga malattia sopportata con grande dignità e senza rinunciare per un solo attimo alla sua molteplice attività culturale.

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